Orgoglio e gratitudine per i citti dell’Oca

Mutuo soccorso senese: l’appartenenza e il buon cuore a volte fanno più contro le calamità dell’intervento pubblico strutturato

Stefano Bernardini aveva appena annunciato la sua intenzione di non protrarre il proprio mandato di capitano della Nobil Contrada dell’Oca che la furia degli elementi – nel pomeriggio del 17 ottobre – si è riversata su Massetana Romana e tante altre parti della città di Siena provocando danni tali che hanno portato il Governatore uscente della Toscana Eugenio Giani a dichiarare l’emergenza e richiedere il giorno successivo lo stato di evidente calamità.

Tra le due cose non c’è nesso causale, così come non c’era bisogno che fosse massimo dirigente paliesco perché Bernardini potesse beneficiare del mutuo soccorso della sua contrada.

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HO AMATO leggere sulle cronache di trenta contradaioli di Fontebranda che sono subito accorsi presso la Brico per iniziare a spalare e rimettere a posto quello che la furia delle acque aveva sporcato e deturpato. Li RINGRAZIO anch’io per il moto d’orgoglio che mi hanno fatto sentire per la mia città. Uniti nel bisogno. Senz’altro ci saranno stati altri episodi che non sono in grado di citare… ringrazio anch’essi.

Per gli esercenti di Massetana Romana, uno dei polmoni economici della città, la calamità è stata devastante. Lì come altrove (nella foto, una frana ai Cappuccini), ripulire e riparare sono solo le prime attività che dovranno esser seguite poi da igienizzare, riallestire, riassortire, ricostituire gli stock vendita e affrontare la burocrazia che talvolta rappresenta parte del problema. In più ci sono stress, bisogno di riposo, salute.

Siamo ormai a novembre, al danno emergente si sovrappone ora il lucro cessante con il forte pericolo che per taluni la forbice economica si riveli disastrosa. Tra pochi giorni l’intera area sarebbe divenuta luccicosa e natalizia; tra altrettanti giorni l’utenza avrebbe affollato l’area andando a creare quel momento economico di ricavi che è di vari multipli più ampio della gestione ordinaria.

Mi chiedo se “E se…?” E se tutti non ce la facessero? Mentre penso a questo, mi trovo a guardare in Tv una lamentela estesa degli emiliani e romagnoli, nuovamente alluvionati, nel momento i cui i ristori precedenti sono stati minimi. Sapendo che per queste cose c’è differenza fra regione e regione, guardo allora a cosa è successo nella Piana fiorentina. Solo una spigolatura di titoli da testate di informazione e siti istituzionali.

Giusto un anno fa, il 2-3 novembre 2023, Campi Bisenzio, una città grande quasi quanto Siena, ricevette danni ingenti. Da quel territorio e zone limitrofe arrivarono in Regione, formalizzate, quattordicimila richieste di sostegni economici per un valore approssimativo di cinquecento milioni di euro (200 privati, 300 aziende).

Alla solidarietà istituzionale servono quattro mesi per attivarsi; e solo nel marzo 2024 vengono emessi dalla Regione Toscana assegni di 3 mila euro in conto sulle maggiori dazioni. Arrivati allo scorso 1° luglio, avuta contezza delle dazioni statali, la Regione Toscana ha attivato il portale per la rendicontazione dei danni richiesti che vengono definiti in 5 mila euro massimi per le famiglie e 20 mila per le aziende. Qualche giorno fa, il 9 ottobre, prima del nuovo alluvione l’eurodeputata leghista Ceccardi dà notizia dell’avvenuto sblocco di 68 milioni di fondi europei che “ora” arriveranno a sostegno degli alluvionati di Campi; l’unico dubbio è che questi non siano aggiuntivi dei fondi previsti, ma siano più o meno i 63 milioni del Pnrr annunciati mesi prima.

E’ chiaro che la solidarietà istituzionale è solo una parte delle dazioni ricevibili in casi analoghi. Ci sono certo gli aspetti assicurativi – che a partire da fine anno, con l’obbligo indistinto di assicurare le attività contro le calamità naturali, diverranno totalizzanti – e, sicuramente, quelle migliaia e migliaia di euro raccolti dalle Misericordie o dalla Caritas non hanno avuto bisogni di mesi per essere ripartiti, tuttavia…

Se questi sono i tempi… non c’è motivo di pensare che per Siena saranno differenti. E tuttavia le famiglie alluvionate devono sopravvivere, i dipendenti alluvionati devono poter lavorare e guadagnare.

Noi di SienaPost abbiamo detto basta, come linea editoriale, a chi ci dice che dobbiamo stare tranquilli. E che altri provvederanno.

Fare così, in questo caso, vuol dire che appena l’acqua si sarà asciugata (difficile di questi tempi, però) e il fango sarà rimosso, la sensibilità collettiva – quella che ha spinto trenta ocaioli a recarsi in aiuto in ore, se non minuti – potrà pensare che il problema è alle spalle e la vita riprende.

Attenzione, quell’acqua e quel fango ora si sono spostati nella mente di chi è stato vittima dell’alluvione e lo opprimeranno rendendogli tutto più difficile. Non lasciamolo da solo.

Che sia un esempio e non un momento unico quel gesto di spontaneo mutuo soccorso.

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