Verso il 25 novembre nel simbolico anniversario del massacro delle sorelle Mirabal
Il report del Ministero dell’interno comunica che il numero di donne uccise in ambito famigliare /affettivo sono 80 nei primi dieci mesi dell’anno 2024 e precisa che 50 donne sono state uccise dal partner o ex partner.
In questo anno ci sono stati anche omicidi tra minorenni con l’uso di coltelli o pistole. L’attenzione deve essere posta anche sull’educazione dei nostri figli e dei nostri nipoti e domandarsi perché loro arrivino a girare armati anche di banali coltelli da cucina.
Per tutti queste gravi e dolorose situazioni vengono portate giustificazioni a volte banali come quella ragazzina di 12 anni, che in questi giorni ha ferito un suo compagno di scuola con un coltello perché aveva fatto la spia all’insegnante che lei avesse copiato un compito in classe. Questi fatti delittuosi si manifestano perché non sappiamo confrontarci ed accettare le diversità degli altri in tutti gli ambienti che frequentiamo.
Nessuno di noi è in possesso della verità assoluta, ciascuno di noi possiede una verità relativa al suo modo di ragionare, al suo modo di confrontarsi e di comportarsi ed ogni azione deve essere compiuta tenendo in considerazione il rispetto dell’altro in ogni manifestazione di confronto. Nessuno può e deve sottovalutare atteggiamenti violenti e subito devono essere attivati i servizi per intervenire.
Per violenze tra persone in ambiti vari come una strada abbiamo il 112 e abbiamo anche Il 1522, che è un servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il numero è gratuito, attivo 24 ore su 24 e accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Tante sono le iniziative promosse per sensibilizzare l’opinione pubblica alla tutela contro la violenza sia con spettacoli che libri su questi temi e quindi per la nostra salvezza dobbiamo prestare attenzioni anche ai minimi segnali di comportamento pericolosi e denunciarli prima che accada qualcosa di irrimediabile.
Nel settembre 2022 la cantante e soprano senese Cristina Ferri ha realizzato un cortometraggio intitolato “Quando le donne sono uccise dall’indifferenza“. Lei recita anche il ruolo della protagonista Giulia; la regia e l’interpretazione degli altri ruoli chiave – cioè l’uomo di potere che vessa e degli altri uomini che non aiutano, e anzi umiliano – sono tutti di Franco Zappalà, palermitano, figlio d’arte, che nel ’96 fondò un teatro intitolandolo al nonno, suo omonimo (https://tuscanyoperafestival.it/team/franco-zappala/).
E’ del 2015 il mio romanzo sulla violenza di genere che è stato protagonista di molte presentazioni in varie città, intitolato “Non ci sono più le rondini-una donna, una storia” Aracne Editrice. La protagonista è una giovane giornalista che viene ritrovata ferita e senza memoria e dopo varie cure riesce a recuperare la sua salute e scopre di essere incinta e sarà questa creatura il dono meraviglioso per uscire da questo buio profondo di dolore e di violenza.
Tra qualche giorno sarà il 25 novembre e si celebra giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il femminicidio. Quella del 25 novembre non è una data scelta a caso dall’ONU: ricorre infatti l’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre coraggiose donne rivoluzionarie, che furono massacrate nel 1960. Loro vivevano nella Repubblica Dominicana ed erano quattro (Minerva, Maria Teresa, Patria e Adela), e crebbero nella città di Ojo de Agua, provincia di Salcedo. Loro il 25 novembre del 1960 stavano viaggiando sulla loro jeep con l’ingannevole promessa di poter rivedere i loro mariti, prigionieri politici. Subirono un’imboscata da parte dei servizi segreti. Le tre donne vennero picchiate a bastonate, uccise e ricaricate sulla jeep, gettata in un fosso nel tentativo di far sembrare la loro morte un incidente. Pochi credettero però a questa versione, la loro morte anzi finì per catalizzare l’attenzione contro la sanguinosa dittatura di Trujillo, assassinato il 30 maggio dell’anno successivo. La quarta sorella Adela, detta Dedé, fu l’unica delle quattro sorelle Mirabal che si salvò, perché non era attiva politicamente. Da allora, per esorcizzare il rimorso di essere sopravvissuta, dedicò il resto della sua vita alla memoria delle sue amatissime sorelle, allestendo un museo nella loro casa d’infanzia, la Casa Museo Hermanas Mirabal.
Concludo questo mio articolo con una composizione: Pistola e coltello di Meri Lolini (05/11/2024)
Quell’atto procura un dolore lancinante in un irragionaevole istante. / Quel coltello che affonda mosso da una mano iraconda / Di un giovane impazzito da qualcosa che lo ha innervorsito. / Quel colpo di pistola risuonante nella mente di chi non ha capito più niente.
Ecco un’altra vittima bambina giù da una terrazza / Che non aveva capito la sua mente pazza / Queste tragedie non fanno parte di commedie / Ma sono la triste realtà della nostra umanità
Attenzione ad ogni minima manifestazione / Attenzione alla tragica frequentazione / La pistola ed il coltello non devono essere l’inganno / per quell’irrimediabile danno.
Tanta sarà la disperazione per questa dolorosa situazione / che genera vittime e colpevoli / di situazioni tragicamente sgradevoli.