Chianciano Terme, Assemblea Nazionale dei Verdi

I temi, i programmi, le volontà le ricadute sui territori

Ricostruita la presenza politica nel Parlamento Nazionale e in quello Europeo, parte l’azione per il radicamento nei territori, compresa la città e la provincia di Siena. Un progetto di alleanza politica a sinistra, aperta alle reti civiche, con un programma su molti punti: la crisi climatica, la pace, il no al riarmo, la giustizia sociale, la battaglia contro le iniquità sociali, energetiche ed economiche, sugli extraprofitti bancari e delle spese militari, in opposizione al Governo Meloni. Ecco questi sono i Verdi, oggi a Chianciano per l’assemblea nazionale.

Prima di dare il senso “complesso” della loro Assemblea, ripercorrendo i punti della mozione a base del Congresso, vogliamo partire dal fatto che dopo l’assemblea stessa partirà una iniziativa per il loro radicamento territoriale. Uno di questi progetti riguarderà proprio la provincia di Siena e la città di Siena. 

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Sul tema Siena abbiamo intervistato Cecilia Bassi, docente di scuola media, attivista ambientalista, Coordinatrice Provinciale dei Verdi, delegata di San Gimignano al Congresso.

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Con questa assemblea nazionale i Verdi “terminano la lunga traversata nel deserto” – iniziata nel 2008 con l’uscita prima dal Parlamento italiano e poi, l’anno successivo, anche dal Parlamento europeo. Furono così condannati a una “dolorosa marginalità politica nella società e negli organi di informazione”.

Oggi possono parlare “di ricostruzione della presenza politica e culturale dei Verdi e dell’ecologismo politico nel territorio, nella società italiana e nelle istituzioni rappresentative”.

Le tappe di questo lungo e travagliato percorso, vengono così datate: il 10 luglio del 2021 al congresso di Europa Verde in cui è stata formalmente costituita la Federazione di Europa Verde-Verdi; il 25 settembre del 2022 i Verdi, con lungimirante intuizione dell’Alleanza Verdi e Sinistra, rientrano nel Parlamento italiano, dopo un’assenza lunga ben 14 anni, con il 3,6% dei consensi; con le elezioni europee dell’8-9 giugno 2024, sempre con l’Alleanza Verdi e Sinistra, ottenendo il risultato straordinario del 6,8% e l’elezione di sei eurodeputati/e, sono tornati anche nel Parlamento europeo dopo 15 anni di assenza. Risultati che hanno alla base un “percorso di radicamento sociale e di costruzione di una nuova e anche giovane classe dirigente, basata sulle competenze, sulla conoscenza e sulla conservazione della memoria”.

Un percorso che proprio con questa assemblea intendono continuare, con l’obiettivo “di portare l’Alleanza Verdi e Sinistra a superare il 10%”.

Alla base di quel 6,8%, (mentre altre formazioni politiche non hanno superato la soglia di sbarramento del 4%) c’è “una forte e riconoscibile identità culturale e politica e non quella di un cartello elettorale”.

Una vera Alleanza tra due soggetti politici distinti e diversi, che ha saputo coinvolgere anche altre realtà riconducibili alle reti civiche”.

Due, i fattori premianti: il primo, “un programma chiaro e netto su molti temi: la crisi climatica, la pace, il no al riarmo, la giustizia sociale, la battaglia contro le iniquità sociali, energetiche ed economiche, sugli extraprofitti bancari e delle spese militari”. Il secondo fattore: “le candidate e i candidati. La passione, la coerenza, l’amore per una storia politica, quella verde, che è stato il tratto distintivo”.

Ora, dopo questo straordinario risultato, devono “lavorare per consolidare il consenso, rafforzare il gruppo dirigente nazionale e quelli locali. Gli occorrerà “adeguata formazione; per costruire iniziative basate su solide fondamenta etiche e scientifiche; per aumentare la valorizzazione e il coinvolgimento dei territori che sono la prima linea per la tutela dell’ambiente; mettere al centro dell’azione politica il protagonismo e la piena partecipazione delle donne alla vita sociale, politica, istituzionale economica, culturale del Paese”.

“Europa Verde si impegna per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA+, contro ogni forma di discriminazione. Europa Verde intende occuparsi di tutte le persone, soprattutto delle fasce più fragili ed esposte all’ impoverimento ed emarginazione”.

“Il progetto di Alleanza Verdi e Sinistra va portato avanti “nella dimensione di un’alleanza politica apprezzata e premiata elettoralmente”. AVS ha promosso e suscitato un nuovo dinamismo nella società, avvicinando mondi che prima erano incomprensibilmente lontani. I verdi si propongono di lavorare insieme a Sinistra Italiana, per trovare forme democratiche, inclusive e partecipate, che consentano a questo straordinario progetto di andare avanti e di fortificarsi.

“Tale progetto è riuscito ad affermarsi, non solo perché ha promosso due parole d’ordine fondamentali, come la giustizia sociale e la giustizia climatica, ma soprattutto perché è rimasto unito e solidale: mentre altri si dividevano e purtroppo consegnavano il Paese alle destre, noi rimanevamo uniti e lavoravamo per l’unità delle opposizioni basata sui programmi”.

“La destra al governo di questo Paese ha messo in discussione diritti civili, sociali e ambientali”. Il giudizio dei Verdi sul governo Meloni è netto: “ha inserito già in questa fase iniziale della legislatura 24 modifiche al codice penale, con l’introduzione di aggravanti per chi blocca strade o protesta contro la realizzazione di opere di interesse pubblico. Non sono reati introdotti solo per punire gli attivisti climatici – alcune decine di giovani sono diventati un pericolo per lo Stato – ma per incarcerare la protesta sociale di chi scende in piazza perché ha perso il posto di lavoro, degli studenti che dicono basta alle scuole fatiscenti o di chi, giustamente, dice ad alta voce che il ponte sullo stretto di Messina è uno sperpero di denaro pubblico, che ha azzerato il fondo nazionale del trasporto rapido di massa, ed è un’infrastruttura realizzata nell’area a più alto rischio sismico”.

“Un governo che manda le associazioni integraliste pro-vita nei consultori a sabotare la legge 194; Che dice no al salario minimo ed elimina il reddito di cittadinanza mentre la povertà aumenta. “Aumenta la marginalizzazione sociale nel nostro Paese, mentre aumenta l’accumulazione della ricchezza nei conti di pochi”.

Di fronte a questa profonda iniquità sociale, “il governo Meloni ha approvato una norma che, presentata come tassa sugli extraprofitti delle banche, si è invece rivelata una grande presa in giro, una vera e propria truffa: non si tratta di una tassa, ma di un anticipo sulle imposte che lo Stato dovrà poi restituire alle banche nel periodo 2027-2029!

La proposta dei Verdi è “una patrimoniale sulle grandi ricchezze, attraverso la quale finanziare la sanità e il trasporto pubblico”. L’economia europea e anche globale si sta trasformando in un’economia di guerra, con ripercussioni negative in termini di tagli sulle scelte economiche e di finanza pubblica. In questo quadro i Verdi “confermano la loro totale contrarietà ad impegnare il 2% delle risorse pubbliche in spese per gli armamenti. Ritengono “più saggio incrementare l’1,3% del Pil per la Ricerca e lo Sviluppo”.

Il mondo vive una guerra globale, anche con conflitti dimenticati, che ha portato a raggiungere nel 2023 la cifra record di 2443 miliardi di dollari in spese per armamenti, mentre la fame nel mondo, solo in Africa, porta alla morte 13.600 bambini sotto i cinque anni di età. Fermare le guerre è la linea della azione politica, dei Verdi “non dimenticando mai che c’è una differenza tra aggressore e aggredito”.

“Battersi per la legalità e il diritto internazionale è fondamentale, ricordando sia quanto è accaduto con la criminale invasione della Russia in Ucraina, ma anche con quanto di criminale sta accadendo a Gaza, Cisgiordania e in Libano con i bombardamenti del governo di Netanyahu che hanno causato la morte di oltre 42 mila civili a Gaza”.

I Verdi ricordando come il 7 ottobre abbiano duramente condannato l’attacco criminale di Hamas in Israele riaffermano la “convinzione che Hamas e le sue azioni siano nemiche delle ragioni e della prospettiva di pace e di autodeterminazione del popolo palestinese”. Inoltre, per i Verdi, “criticate e condannare l’azione criminale di Netanyahu non significa essere antisemiti, ma schierarsi a difesa della vita sempre e comunque”. “E’ inaccettabile il doppio standard del governo Meloni, che condannato gli attacchi dell’esercito israeliano alle postazioni Unifil definendoli crimine di guerra e violazione del diritto internazionale, ma che sullo sterminio del popolo palestinese non ha detto nessuna parola e non ha intrapreso alcuna azione, come se la morte di civili non fossero crimini e non fossero violazione del diritto internazionale”.

“Hamas è il peggior nemico del popolo palestinese e Netanyahu è il peggior nemico del popolo israeliano”. “La negoziazione non è una resa, e per questo chiediamo, dall’Ucraina alla Palestina, l’avvio di una negoziazione che abbia come base lo stop dei conflitti e dell’esportazione delle armi”.

“I Verdi devono rafforzare l’azione politica nelle radici dell’ecopacifismo”. La crisi climatica e la transizione ecologica si sono trasformate in meri fatti di cronaca per commentare i disastri alluvionali e della siccità, per generare paura tra la popolazione rispetto ai costi legati alla transizione.

“La premier Meloni si muove come se tutto quello che è accaduto e sta accedendo, tra siccità ed eventi meteo estremi, non la riguardassero”. “Gli effetti della crisi climatica, negata da questo governo, insieme alla cementificazione del territorio, hanno creato le condizioni affinché il nostro paese sia sempre più fragile”.

E’ necessario pianificare e attivare una diffusa e costante opera di manutenzione dei fiumi e difesa del suolo, in grado di prevenire e mitigare il rischio di dissesto idrogeologico. “La messa in sicurezza del territorio è la più grande opera pubblica del Paese”.

“La destra ci dice che loro sono pragmatici, al contrario secondo loro noi saremmo quelli solo ideologici”. Ma è il “governo Meloni a dire no ad una legge sul consumo di suolo, alla legge sul restauro della natura, a fermare il regolamento sui pesticidi che avrebbe portato ad avere meno veleni nel cibo degli italiani. La destra al governo è quella del No a tutto per mantenere uno status quo che produce inquinamento e favorisce l’economia fossile”.

Autocritica. “Come Verdi abbiamo anche il dovere di capire dove abbiamo sbagliato e cosa dobbiamo correggere nella nostra azione”.

In primo luogo non è sufficiente, se non sbagliato, parlare della transizione come raggiungimento solo di obiettivi climatici ed energetici. Alla transizione che proponiamo vanno sempre associati provvedimenti che ne diano copertura economica, al fine di renderla sostenibile dal punto di vista sociale, a partire dai ceti più deboli e dal sistema industriale. La battaglia in Europa sarà fondamentale per implementare il fondo sociale per il clima e, ad esempio, per fare in modo che la direttiva “casa green”, direttiva strategica, sia accompagnata da risorse significative attraverso le quali sostenere le ristrutturazioni energetiche degli edifici a favore dei ceti sociali medio bassi.

I Verdi ribadiscono la loro “contrarietà al nucleare da fissione sia per gli elevati costi economici e per i problemi di sicurezza, sia per il problema, ancora irrisolto, della gestione e dello stoccaggio delle scorie”.

Ritengono che “la ricerca sulla fusione nucleare vada sostenuta, ma che noi dobbiamo oggi, e non tra 30-50 anni, dare risposte. Ecco perché dobbiamo puntare sulle rinnovabili, attraverso una loro corretta pianificazione, e sulle tecnologie di accumulo”.

Di fronte alla sfida epocale della transizione ecologica che, se governata, può rappresentare un’opportunità di rilancio dell’economia e dell’occupazione, dobbiamo costruire un dialogo con il sindacato, per creare un’alleanza con i lavoratori e le lavoratrici sui temi della giustizia climatica e sociale. Analogamente, anche con il mondo delle imprese e dell’industria, con quello più attento all’innovazione tecnologica e alla sfida della transizione, dovremo costruire confronti e proposte, attuando concretamente le recenti norme costituzionali che rafforzano i vincoli all’ iniziativa economica per tutelare la salute e l’ambiente.

Aggiungono “Condividiamo da tempo con il mondo dell’ambientalismo cattolico valori, idee, opinioni; vogliamo provare ad avviare un dialogo più forte con queste realtà con lo scopo di costruire un percorso condiviso ed arrivare ad azioni ed iniziative comuni concrete sia a livello locale che nazionale”.

Le politiche in difesa della biodiversità e per l’incentivazione dei servizi ecosistemici del nostro Paese devono per noi essere un punto cardine, dalle aree protette terrestri e marine e i siti Natura 2000 sino alla difesa dei diritti degli animali. Dobbiamo dare impulso alla Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 affinché l’Italia raggiunga il target del 30% di aree protette e del 10% di aree rigorosamente protette a terra e a mare.

Considerano “l’acqua pubblica è centrale per la tutela della biodiversità. L’accesso universale all’acqua non può subire il rischio di speculazioni e limitazioni per scopi estranei alla tutela degli ecosistemi”.

Il forte attacco all’indipendenza della magistratura da parte del governo Meloni, dopo la sentenza del tribunale di Roma, colpevole di aver applicato, sulla vicenda dei migranti nei centri in Albania, la sentenza della Corte di Giustizia Ue, “conferma che ci troviamo di fronte ad una deriva autoritaria; allo stesso modo anche per gli interventi legislativi tesi a limitare l’uso delle intercettazioni e per l’abolizione del reato di abuso d’ufficio”.

La prossima primavera “li vedrà impegnati in un’importante campagna referendaria sull’autonomia differenziata e sulla cittadinanza. L’autonomia differenziata, oltre ad aumentare le divaricazioni economiche e sociali tra Nord e Sud del Paese, non è lo strumento che può dare risposte alle sfide globali dei nostri tempi, come la questione energetica, ambientale, della salute e della crisi climatica. Su questi temi dobbiamo promuovere politiche globali e non parcellizzare politiche diverse e contraddittorie tra loro tra le diverse regioni”.

Davanti alla recrudescenza delle mafie e alla commistione con alcuni settori della politica, della pubblica amministrazione la priorità dei verdi “è il contrasto deciso e inflessibile a ogni clan e ogni tipo di infiltrazione nell’amministrazione pubblica, nella società e nel tessuto economico”.

Il dovere dei Verdi è “di costruire un’alternativa alla destra in Italia per non ripetere il disastroso errore che è stato compiuto il 25 settembre del 2022, andando divisi alle elezioni e consegnando il governo del Paese alla peggiore destra europea”. “Noi siamo pronti per governare l’Italia: ci candidiamo a farlo e per questo da oggi spiegheremo alle organizzazioni sindacali, sociali, industriali, economiche, agricole, commerciali e del terzo settore le nostre idee per il futuro dell’Italia. Per arrivare a governare l’Italia “dobbiamo costruire l’unità delle opposizioni”, su una base programmatica che ricostruisca una connessione sentimentale con il nostro popolo, ma che non riproponga gli errori del passato. Un’alleanza credibile con un programma credibile fatto da forze politiche e persone credibili”.

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