Festival, cure per chi ha davvero bisogno

Una clip per raccontare la storia della medicina di solidarietà ha aperto il dibattito “La salute futura: sarà ancora un diritto per tutti?”, l’esperienza romana di medici volontari che prestano la loro opera per curare indigenti, stranieri e soprattutto bambini non inseriti nel sistema sanitario nazionale.
 

Situazioni difficili che grazie all’impegno dell’associazione nata a Roma nel 2003 nel quartiere di Tor Bella Monaca vengono affrontate per garantire il diritto alla salute anche agli emarginati.
 

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“La nostra speranza – racconta una delle coordinatrici – è di poter offrire cure sempre a più bambini, aiutarli a crescere e ad affrontare la vita”.
 

Il video racconto è stato poi lo spunto per aprire il dibattito con il primo intervento affidato al cardinale Lojudice che proprio nella capitale vissuto parte del suo sacerdozio. “A Roma ho svolto il ministero sacerdotale in 5 quartieri da quelli più agiati a quelli come Tor Bella Monaca, ci sono situazioni difficili come è purtroppo normale in una metropoli dove approdano milioni di persone. Siena è una realtà più piccola dove comunque ci sono problemi, c’è un grande impegno da parte delle associazioni di volontariato ma credo sia necessario un coordinamento sempre più efficace per dare dignità a ciò che facciamo. C’è una rete che funziona e deve essere attenta alle particolarità”.
 

E’ nata in Toscana, ad Arezzo, Oxfam, un’associazione che lotta contro l’ingiustizia della povertà, ne ha parlato Elisa Baciotti, direttrice delle Campagne di Oxfam. “Lavoriamo portando aiuti concreti nel Sud del mondo e anche in Italia; siamo nati ad Arezzo e abbiamo operato anche in questa zona. I centri comunitari possono garantire l’accesso a servizi di supporto psicologico, pratico, aiuti per i bambini. Abbiamo fatto una campagna per assicurare l’accesso ai vaccini e alle cure per il Covid rivolta a chi rischiava di rimanere isolato”.
 

Il centro ricerche Tls (Toscana Life Sciences) è impegnato da mesi per trovare la cura contro il coronavirus. Il presidente Landi intervenuto al dibattito ha parlato di quanto sarà importante oltre al vaccino avere medicinali che possano aiutare a combattere questa malattia. “Virus e batteri sono la principale causa di morte ma l’Occidente negli ultimi 30 anni si è dimenticato di questi rischi, ha avuto la presunzione di pensare di essere immune da nuove pandemie. Il problema oggi è di rendere la sanità solidale e di prevenire nuove epidemie. Stiamo sperimentando le monoclonali che saranno la cura per il futuro. Il covid non sparirà velocemente, durerà 30-40 anni, quindi dovremo continuare a vaccinarci per avere la protezione e avere medicinali che ci consentano di guarire in 7 giorni se abbiamo contratto il virus. Questo ci libererà da prossimi lockdown. E’ necessario però che la diffusione delle cure arrivi anche nei Paesi del Terzo mondo”.
 

Ha concluso il dibattito l’assessore regionale Simone Bezzini che dopo aver fatto un resoconto sulla situazione attuale ha parlato del senso di responsabilità che deve spingere i cittadini a vaccinarsi. “Abbiamo fatto oltre 200 mila terze dosi; sugli over 80 a fine settimana saremo a buon punto. Il nostro obiettivo è stato sempre quello di garantire il vaccino a tutti, per questo in estate abbiamo lavorato con le associazioni di volontariato, con i mediatori culturali per intercettare chi non rientrava nelle liste sanitarie, chi aveva difficoltà a ricevere le informazioni e i senza fissa dimora. Più si vaccina più si mette in sicurezza la collettività. Ognuno di noi deve essere cosciente che per tutelare i segmenti più fragili della collettività è necessario vaccinarci tutti”.

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