Nuovo quotidiano di cultura indipendente che mette al bando gli inglesismi

Andrea Mastrangelo, parecchio reggiano e un po’ senese, ha avviato ieri il sito di opinione iosonospartaco.it

Andrea Mastrangelo è un signore profondamente reggiano. E’ letteralmente intriso di reggianità che gli deriva dall’amore spontaneo per quella terra e da quella voglia sbocciata già in tenera età di trovare spiegazioni convincenti. La stessa in fondo in fondo che l’ha reso giornalista.

Forse trent’anni fa lo sentii la prima volta per telefono, voleva sapere chi avevano estratto a sorte. Mi incuteva un po’ di timore: io facevo il giornalista “rovinando” economicamente il mi’ babbo, lui lavorava per l’ing. De Benedetti. Comunque uno di fòri che prova tanto interesse per il Palio ci fa sempre impressione, ci trovammo simpatici, alla prima occasione che venne a Siena ci incontrammo e da allora è diventato un amico che, se mi metto a contare, sulla prima mano ci sta.

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Andrea Mastrangelo

Lui, da solo, con amici, con la moglie, con la moglie e il figlio, in altre compagnie, per quel cospicuo lasso di tempo, a ogni Palio, ha sempre fissato pensione a Siena quattro giorni, è andato sempre in piazza a sudare, mi ha offerto i suoi commenti che sono migliorati col tempo. Quando decise di laurearsi, lo fece a Siena, con tesi sull’eversione, riprendendo quella pista senese quando un non vedente sentì persone parlare del rapimento Moro: il tutto finì sui monti Sibillini, ma nel lago di Pilato nulla fu trovato. Conobbe brave persone tuttora suoi buoni conoscenti come Stefano Maggi e l’oggi onorando Bianchi. E’ attualmente il direttore di un giornalino di contrada, ma non vuole che si dica; è stato impalmato da una citta di “queste parti” che sprizza dna paliesco e la cui avvenenza sfugge al passare degli anni.

Insomma, tutto per dire che questo Mastrangelo io lo conosco: è uno scassacazzi ma gli voglio bene e ne apprezzo una professionalità che già quando ci si conobbe portava il Questore di Reggio ogniqualvolta cambiava il dirigente della mobile a chiamare Andrea per dirgli “lo porti a giro, gli faccia conoscer lei la città”.

Tanti anni da raccontare vuol dire che alla fine Andrea si è pensionato. E’ accaduto l’anno scorso, ma oggi siamo a salutarne il ritorno all’editoria quotidiana. E’ il direttore di “Io sono Spartaco”, quotidiano nazionale di cultura. Nel nome che ha dato all’iniziativa ci sono tanti simbolismi che spiega nel primo editoriale: la nostra sfida. Parte piano, ma presto accelererà, seguitelo…

Congratulazioni Andrea siamo orgogliosi di te, presentaci il tuo giornale…

“E’ un quotidiano online che si occupa esclusivamente di materie culturali, ad ampio raggio. Oltre ai temi tipici del giornalismo culturale, come la letteratura, la musica, il teatro, daremo spazio ai racconti di viaggio, alla scienza, all’economia. Tutto declinato nel segno della divulgazione. Vogliamo parlare a tutti”.

Ami la lirica e il buon vino, i piatti sofisticati e l’art nouveau, ma suppongo che l‘impresa non si limiti a te… Chi siete? Cosa volete pubblicare e cosa non pubblicherete mai?

“La nostra ambizione è fornire strumenti per capire il mondo che ci circonda, stando alla larga dalle semplificazioni e dagli slogan. Abbiamo la pretesa di essere un esercizio di democrazia e per questo proponiamo solo contenuti gratuiti e scritti rigorosamente in italiano, nel senso che sono vietati inglesismi che possono facilmente essere sostituiti da parole del nostro vocabolario evitando che qualcuno sia tagliato fuori. Non abbiamo alcuna connotazione politica e siamo aperti a contributi esterni, purché di qualità”.

Ci dici che moltissimo volete fare nel ramo del podcast. Sai che ci sono – stime dell’Ordine Giornalisti – 14 milioni di italiani interessati al genere? Cosa hai in mente per loro?

“Appena possibile partiremo anche nella produzione di podcast, sempre con l’obiettivo di proporre contenuti di qualità. In parte questi podcast rispecchieranno i contenuti del sito, in parte saranno del tutto originali. Il filo conduttore di sito e podcast è la narrazione, quindi proveremo a raccontare quello che ci sta intorno in maniera da attirare l’attenzione. La lettura deve essere sempre un grande piacere”.

Quanto conta per te il territorio e quanto conta per te Siena? Anche il Palio è cultura?

“Iosonospartaco non ha una collocazione territoriale, si interessa a tutto quello che accade in Italia e non solo. Tuttavia Siena è un luogo privilegiato e avrà un suo ampio spazio. Lo ritengo giusto, per l’originalità e la bellezza che incarna, per il suo essere cultura sempre e comunque in tutte le sue manifestazioni. Il Palio è cultura per eccellenza, è uno spaccato della società, del nostro modo di vivere. C’era un grande capitano del recente passato che aveva come motto “Il Palio è vita”. Era tuo padre, aveva completamente ragione. Con molta umiltà di fronte all’esempio di Fabio Rugani mi permetto di aggiungere: Il Palio è la nostra vita”.

Vabbeh lo sappiamo, c’hai da fare, ti lasciamo, auguri, dicci solo quello che non ti abbiamo chiesto e avresti voluto dire…

“Non mi avete chiesto chi scriverà su iosonospartaco. Ci potrà scrivere chiunque abbia davvero qualcosa da dire. Non voglio rovinare la sorpresa ma fra le firme ci saranno anche diversi senesi. Non poteva essere diversamente”.

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