Riformisti senesi per l’Ucraina

Siena Riformista il “luogo politico” nato nell’ottobre dello scorso anno – https://www.ilcittadinoonline.it/cronaca/siena-cronaca/e-nata-siena-riformista-e-guarda-al-2023/ – ha preso una posizione pubblica di condanna del presidente della Federazione Russa Putin e spera in un futuro democratico per il popolo Russo. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento pervenuto in redazione…

La sanguinosa invasione dello stato sovrano dell’Ucraina non ha alcuna motivazione, eccetto la precisa e unica volontà di espansione del regime russo da parte del suo dittatore: Vladimir Putin.

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Una sciagurata sfida bellica all’Occidente compiuta con bombardamenti intenzionali su aree civili e minacce d’uso di armi nucleari.

Putin intende espressamente punire il popolo ucraino per la libertà conseguita con la Rivoluzione del 2014 ­https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_ucraina_del_2014 -. Questa data segna il distacco definitivo dell’Ucraina, stato sovrano e indipendente dalla sfera di influenza/sottomissione della Federazione Russa.

La reazione da parte di Mosca, fu immediata e sanguinosa, con l’annessione della Crimea e l’invasione del Donbass da parte di truppe irregolari, ma guidate dai generali russi.

La cosiddetta “espansione della Nato” rappresenta un alibi; il pericolo più sentito non sono le truppe Nato, ma i governi democratici troppo vicini al suo sistema di potere.

Vladimir Putin è una minaccia per la democrazia, aveva preparato da tempo questa guerra e tentato di corrompere le rappresentanze politiche anche nel nostro Paese. Una operazione su larga scala, compresa la manipolazione del consenso via social allo scopo di screditare avversari e favorire gli amici. Non è da escludere che la diffusione e l’affermazione di sentimenti populisti e sovranisti, anche e in particolare in Italia, sia stata favorita da questi processi manipolatori dell’informazione.

Lo stato liberale e del diritto, la libertà di voto e di espressione, una stampa libera, pur con tutte le lacune e le ingiustizie sono state la conquista di una guerra di liberazione e di tante lotte sociali e civili rese possibili da uno Stato democratico; ma come sappiamo sono valori deperibili e continuamente minacciati, anche se da migliorare La difesa di questa condizione, mai acquisita definitivamente, ma uniforme nell’Occidente, ci imporrà cambiamenti profondi a partire dalla comunità europea.

a)            L’Europa è spesso apparsa un’entità in balia dei vari nazionalismi. La guerra e il pericolo alle porte di casa hanno rinsaldato mancanze e fragilità che, se scongiurate dall’inizio, avrebbero conferito alla UE un peso decisivo nel prevenire l’aggressione dell’Ucraina. Le prime decisioni relative a un esercito europeo unico vanno nella giusta direzione, un primo passo a cui accompagnare una politica estera comune, europea.

b)           Il Riformismo italiano dei Rosselli, di Calamandrei e Turati, Spinelli, in cui si vedeva nell’unione di libere Nazioni e nella pragmatica collaborazione dei popoli l’unico futuro possibile, sia il riferimento di questa nuova Europa meno dedita alla burocrazia e impegnata in modo finalmente concreto e alla pari nel confronto e nel dialogo con le grandi forze del mondo.

c)            La “PACE” è il nostro obbiettivo ma per raggiungerla bisogna togliere ogni appoggio morale a Putin; ogni confronto con altre tragedie presenti e passate non serve al cessate il fuoco che dev’essere interrotto da chi l’ha usato per aggredire non certo da chi si protegge e si difende.

d)           La vittima è l’Ucraina e gli aiuti devono esprimersi in tutte le direzioni, medicinali, ricezione dei profughi, informazioni tattiche, armi di difesa ad alta tecnologia e addestramento. La democrazia va difesa o la guerra che oggi interessa l’Ucraina potrebbe domani espandersi ad altre zone, l’unico modo è quello di far mancare certezze all’invasore affinché sia per lui più conveniente un accordo politico. Con l’equidistanza e il “pacifismo” della resa rivolti a Zelensky e agli Ucraini si gira la faccia dall’altra parte, in modo vile e comodo, rinnegando anche lo spirito della liberazione italiana dal nazifascismo. Alla Russia, invece, devono essere applicate sanzioni progressive e Putin deve essere processato per crimini contro l’umanità.

Siena Riformista

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