Un nemico invisibile: le polveri sottili

Al Festival dopo una prova pratica inappellabile si parla di danni per l’organismo e possibili soluzioni

È toccato alle studentesse e agli studenti di alcune classi degli istituti Caselli e Monna Agnese, partecipare come ospiti all’evento dedicato all’inquinamento atmosferico nell’ambito della XVI edizione del Festival della Salute di Siena.

L’iniziativa, dal titolo “Un nemico invisibile: le polveri sottili”, si è tenuto a Palazzo Patrizi. Dopo il saluto dell’assessore comunale alla salute Giuseppe Giordano, l’incontro ha visto gli interventi della pneumologa Giusy Ciarleglio, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, e di Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente.

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Che differenza intercorre tra le Pm10 e le Pm2.5, come si crea l’inquinamento atmosferico e come interferisce con l’organismo umano, quali soluzioni si possono mettere in pratica per vivere meglio e in salute. È questo il filo intorno al quale si è snodato l’intervento di Ciarleglio. “Parliamo di un nemico invisibile, ma la nostra Toscana per il momento è verde, non insalubre. Facciamo in modo di tenerla così”.

“Quando l’aria è pulita? – chiede Ciarleglio alla platea – Quando è ricca di ossigeno, principale elemento dell’aria che respiriamo, prodotto dalla fotosintesi clorofilliana, quindi dalle piante, dagli alberi. Senza ossigeno le cellule muoiono. Questo deve portarci a salvaguardare i nostri polmoni verdi. I giovani, con le manifestazioni contro l’inquinamento, stimolano la Comunità Europea ad occuparsi di un argomento che rappresenta pur sempre la quarta causa di mortalità nella popolazione. L’inquinamento si ha quando alla naturale composizione dell’aria si aggiungono sostanze estranee, quali anidride carbonica e polveri. Si parla di pm10, quando le dimensioni di queste particelle composte da elementi solidi, liquidi e gassosi, hanno una circonferenza pari a 10 micron, se più piccole, 2.5 micron, si parla di Pm2.5”.

Sono infinite le cause che fanno aumentare la presenza di particelle inquinanti. “Anche quando freniamo o facciamo rifornimento all’auto causiamo un’evaporazione di polveri che si disperdono nell’aria. Poi ci sono le variazioni climatiche, il vento che trasporta le polveri, le piogge che le portano a terra. Le particelle, depositandosi nel terreno, entreranno in altro modo nel nostro organismo. Ma mentre sulle condizioni meteo non possiamo intervenire, sulle emissioni sì”.

“Quando respiriamo le particelle entrano attraverso le vie aeree, naso, bocca, trachea, finendo, nel caso di quelle più piccole, nei bronchi e perfino negli alveoli, da cui entrano nella circolazione sanguigna. Le Pm sono ricche di carbonio, zinco, metalli pesanti. Non possiamo evitare, se sono presenti nell’aria, di introdurle nel nostro organismo con la respirazione con grave rischio per la salute. Più a lungo siamo esposti, più inquinata è l’aria, più piccole le particelle, maggiori saranno i danni. Questi possono essere semplici sintomi, mal di gola, occhi arrossati, come attacchi di asma, fino alla morte. Durante il grande smog di Londra, nel 1952,  si registrò un picco di morti tre volte superiore, e servirono quasi tre mesi per tornare alla normalità. È stato allora però che si è compreso quanto fosse necessario occuparsi di inquinamento”.

Il fumo di sigaretta, sia all’accensione, sia man mano che si consuma è un altro grande nemico per i nostri polmoni. L’inquinamento atmosferico porta danni pari a quelli del fumo. L’effetto sommatorio delle due cause sul respiro ha conseguenze molto pesanti.

Le categorie che devono essere maggiormente protette da questi fattori sono bambini, anziani, donne incinte, malati. Gli effetti dell’inquinamento a lungo termine sono infarto, tumore al polmone e problemi ad altri organi. Sicuramente respirare aria inquinata peggiora la qualità della vita e porta prima alla morte. L’esposizione al traffico resta uno dei maggiori rischi dell’infarto miocardico. Ma le particelle più sottili arrivano fino al cervello, interferendo con lo sviluppo cognitivo del bambino o diventando causa dell’Alzheimer. Le politiche europee tendono a diminuire le emissioni di Pm10. Occorre favorire ogni alternativa alle auto, ridurre uscite quando c’è più traffico, avere piccoli accorgimenti per respirare il meno possibile aria inquinata. Anche l’uso della mascherina, sdoganata dal Covid, è consigliato”.

“Prevenire è meglio che curare – esordisce il responsabile scientifico di Legambiente Andrea Minutolo – per questo è importante garantire un ambiente il più possibile sano. L’inquinamento è di vari tipi, atmosferico, delle acque, del suolo, del cibo. Quello atmosferico, sia indoor che outdoor, è il più pericoloso per gli esseri viventi. In media gli esseri umani trascorrono il 90% del loro tempo al chiuso. Qui il problema sono, oltre all’eventuale fumo e alle cotture, le vernici dei mobili, dei muri, i pavimenti, i tessuti. Occorre areare spesso i nostri locali. D’inverno scatta l’emergenza smog, causata da diversi fattori. La complessità delle polveri sottili, primarie (generate direttamente per combustione della legna) e secondarie (pm10 prodotte in reazione a qualcosa), è vasta e riguarda tantissimi settori dell’attività umana. Non solo fabbriche e automobili, ma anche l’agricoltura, per l’uso di ammoniaca e fertilizzanti che generano pulviscolo.

È un po’ come in Assassinio sull’Orient Express, sono tutti colpevoli, anche se ognuno per un motivo diverso.

Nemmeno rispettare i limiti normativi, frutto di mediazioni tra evidenza scientifica, problemi per la salute, industria, interessi economici, e quindi un compromesso della politica, ci salva dall’inquinamento.

Le città più inquinate d’Italia, Milano e Torino, in realtà hanno valori sotto i parametri. L’obiettivo dell’Europa è far rispettare nuovi parametri a tutela della salute, molto più bassi.

In Italia abbiamo 65 auto ogni 100 abitanti, mentre le capitali del Nord Europa ne hanno 35. Non è importante cambiare tutte le auto a benzina o diesel in elettriche, quanto abbattere il numero di due terzi, affidando il trasporto urbano a mezzi pubblici, biciclette, per giungere a emissioni quasi zero. Nessun settore è una corsia isolata, dobbiamo ragionare in maniera integrata”.

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