“A groovy kind of love” la storia d’amore tra originali e plagi

La storia del brano di oggi risulta talmente intrigata da fare concorrenza alle “voci” che compongono certe bollette, tipo quelle dell’energia elettrica, delle quali è difficile venirne a capo o farsene una ragione. Ragion per cui, mi sforzerò di essere il più breve e conciso possibile.

Siamo nel 1965 e Tony Wine e Carol Bayer, ispirandosi al “rondò” della “sonatina” opera 36 n°5 di Muzio Clementi, creano “A groovy kind of love” , che un senese potrebbe tradurre con “Ma te guarda che po’ po’ di storia d’amore spettacolosa ci s’ha”. Nello stesso anno, i Mindbenders la portano al successo (https://youtu.be/yVyPQA3PO5U?si=H8vlapHvE53XvotR) , ma bisogna arrivare al 1988 perché la canzone sbanchi le classifiche con la versione di Phil Collins (https://youtu.be/HsC_SARyPzk?si=ntRuj4KXhJYMPtTH ).

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Ma in Italia, il superbatterista Phil ecco che viene accusato di plagio nei confronti del brano “Agnese” che Ivan Graziani ha scritto e inciso nel 1979 (https://youtu.be/yoBakozcn6Q?si=mljAfZl870G0ML6J ), a sua volta accusato di aver plagiato i Mindbenders. In pratica, però, tutti hanno preso ispirazione dal “rondò” di cui sopra, che per la verità era stato ispirato a Muzio Clementi (che se la sta ridendo tra le nuvole mentre scrivo) da un motivo popolare svizzero.

In pratica, nelle versioni inglesi, il cantante assicura (beato lui !) che quando è triste, gli basta guardare la sua donna e tutto va a posto, mentre Graziani si rammarica perché “Agnese, dolce Agnese, color di cioccolata (eravamo già sul multietnico, n.d.a.), adesso che ci penso, non ti ho mai baciata”…

Alla prossima

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