A mente fredda: sessualità in gravidanza

L’interruzione dei rapporti sessuali in gravidanza è un dato piuttosto frequente.

Spesso si assiste a una vera e propria dissociazione tra femminilità e maternità, laddove il corpo non rappresenta più l’oggetto del desiderio, ma diventa esclusivamente grembo materno. Inoltre, per una donna non è semplice andare incontro ai cambiamenti morfologici e fisiologici, tendendo a sentirsi meno attraente, meno desiderabile.

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I partner, dal canto loro, potrebbero avere timore di nuocere il qualche modo alla compagna, alla salute del feto o addirittura ritenere le manifestazioni d’interesse
sessuale, moralmente poco opportune.

Pudore, tabù, credenze religiose, inesperienza, inefficace comunicazione con il medico
di riferimento, sono tutti elementi che rischiano di limitare la coppia dal punto vista intimo ed emotivo finendo per sacrificare la piena condivisione, a livello fisico e relazionale, di un momento così cruciale come l’attesa di un figlio.

In realtà, a meno di comprovati fattori di rischio o controindicazioni specifiche, che
andranno sempre e comunque discusse con il ginecologo o lo specialista di riferimento, l’attività sessuale durante la gravidanza è generalmente sicura e, a patto che sia espressa nelle modalità più consone all’unicità della coppia, diventa un prezioso antidoto allo stress e alle pressioni che il nuovo ruolo genitoriale comporta.

E’ innegabile che la gravidanza provochi cambiamenti fisiologici, psicologici e sociali.
Le aspettative, le condizioni, i timori mutano continuamente con il procedere dei
giorni.

Nel primo trimestre sarà facile assistere a nausea, stanchezza, tensione mammaria, timori per le minacce di aborto, necessità di accettazione di una nuova immagine corporea: non è infrequente che tutto ciò porti a una brusca riduzione del desiderio e, di conseguenza, dell’attività sessuale.

Il secondo trimestre pare essere quello più sereno dal punto di vista dell’intimità. La
donna è nella sua miglior condizione di forma: c’è un adattamento alla nuova condizione, nausee e criticità fisiche sono solitamente superate, traducendosi in un aumento della libido. In questa fase gli ormoni gravidici tendono a facilitare la lubrificazione, ad aumentare la sensibilità agli stimoli. Se alla base c’è una buona intesa sessuale, questo può essere un momento di grande soddisfazione e complicità per la coppia, contribuendo a rafforzarne il legame emotivo e a meglio accettare la ristrutturazione che dovrà necessariamente avvenire con l’arrivo del nascituro. Il contatto, l’intimità, non fondata per forza su rapporti completi, ma sulla costante ricerca di scambi comunicativi fisici e verbali, contribuisce anche a rendere il partner coinvolto e partecipe.

Il terzo trimestre, infine, è quello più delicato dal punto di vista sessuale: l’evidente
cambiamento dell’immagine corporea, l’aumento del peso, il dolore e la potenziale difficoltà a trovare posizioni comode, oltre alla paura di un parto pretermine, possono portare la coppia ad astenersi dall’avere rapporti.

Se alla base della relazione c’era già una buona intesa sessuale prima della gravidanza, la coppia saprà sfruttare questa occasione per rifondare un rapporto ancora più solido in attesa della rivoluzione che si compirà con la nascita del figlio.

Laddove però la coppia o singoli partner dovessero trovarsi a sperimentare disagio e
difficoltà di adattamento, sarà utile intraprendere un percorso specifico con un professionista che possa informarli e sostenerli, accompagnandoli passo per passo in
questa delicata e straordinariamente emozionante fase della loro vita.

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