“Bloccate quel me-la-dai !”

Così tuonò la censura nell’anno del Signore e della Democrazia Cristiana 1955. Però vi prego di avere pazienza per qualche riga onde dare spazio a qualche esilarante esempio dell’italica scure nel mondo delle sette note.

Anno 1936, circolare del PNF che ordina di tradurre in italiano anche i nomi di artisti stranieri, così gli italiani avrebbero familiarizzato meglio con Luigi Braccioforte e Beniamino Buonomo (Armstrong e  Benny Goodman).

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Anno 1939, messa al bando della canzone “Maramao perché sei morto”, in quanto interpretata come una presa in giro per la recente dipartita del gerarca Ciano-

Anno 1940, guai per “Silenzioso slow”, meglio nota come “Abbassa la tua radio”, intesa come un invito ad ascoltare Radio Londra.

Nel 1957, tocca a Domenico Modugno inciampare nella censura per il pornografico verso “nun m’emporta d’o passato, nun m’emporta ‘e chi t’h’avuto”.

Nel 1968 la sempre lungimirante RAI censura “Dio è morto”, trasmessa invece da Radio Vaticana.

1980: il brano di Gaber “Se io fossi Dio” è rifiutato dalle Radio e Tv dello stivale, portando alla riflessione di quanto fossero più liberi i poeti ai tempi di Cecco.

1991, Concertone del primo maggio: “energumeni”, come ha poi raccontato Elio delle Storie Tese, entrano sul palco, staccano gli spinotti degli strumenti e portano via a forza gli sfrontatissimi interpreti di “Sabbiature”.

Al solo scopo di documentarmi e restare almeno in parte aggiornato, lo scrivente ogni tanto dà un’occhiata ai testi dei vari trapper e rapper di moda e si domanda se qualcuno tra quelli che muovono i fili della cosa pubblica si è mai avventurato in oscenità da far inorridire anche i frequentatori dei “peggiori bar di Caracas”, come recitava la pubblicità sorniona di un celebre Rum.

E allora, come direbbero a Margellina, “tenimmoce stritta stritta ‘sta pansè (a suo tempo incriminata) e facimmoce du’ risate, va !

https://youtu.be/jgJhxTQ7-ew?si=h0ScgAGwjB08lLxK (Carosone)

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