Dobbiamo attenderci altri Balotelli alla Fondazione Mps?

E’ di nuovo tempo di nomine per la “Generale”. Nulla dice che per Palazzo Sansedoni siano previste scelte al ribasso, ma le premesse ci sono

Con il dottor Paolo abbiamo parlato di molti santuari dell’economia senese, ma avevamo tralasciato il più importante, ora che si avvicina il tempo delle nomine. Parliamo del rinnovo della deputazione generale del Monte dei Paschi che sarà in scadenza nel momento in cui sarà approvato il bilancio dell’esercizio 2024; per la deputazione amministratrice invece si tratta di aspettare il 2026. Ecco che con la sua lettera odierna il dottor Paolo colma la lacuna… (dr)

Caro Direttore, scopro per caso che il tempo delle nomine per la Fondazione MPS è arrivato, e Siena – con tutta la sua proverbiale calma – pare risvegliarsi. O almeno, ci prova. D’altronde, stiamo parlando di uno dei momenti più attesi e inutili dell’anno, un po’ come il mercato invernale del calcio: i più parlano, tutti ipotizzano, ma alla fine il 95% sono chiacchiere.

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Qualcuno alla fine dirà: “Sono stato nominato”. E dovrà specificare che non siamo al GF.
Un comune amico mi ha appunto sussurrato: “Ma che sia tempo di nomine?”. All’inizio non avevo capito di cosa parlasse. Poi, come un flashback calcistico, ho ricordato: certo, è tempo di mercato. Nomi, sussurri, ipotesi… ma soprattutto speranze. Perché, caro Direttore, quando si parla di Fondazione MPS, siamo tutti tifosi: aspettiamo la grande mossa, il colpo decisivo, il campione che ci farà risalire in classifica. E invece, quasi sempre, finiamo con il solito acquisto dell’ultimo minuto, stile Balotelli al Genoa.

Un altro amico tempo fa mi disse che la politica si fa col cervello non con la pancia. Non c’è dubbio che, come tanti, per se stesso, ha fatto… Ma per la citta? Ha scritto l’infinito niente.

Paolo Benini

Ah, Balotelli! Simbolo di un talento indiscusso ma ormai relegato al mito delle possibilità mancate. Lo si prende con l’idea che possa fare la differenza, ma alla fine resta lì, in panchina, a scaldarsi per una partita che non giocherà mai. Ecco, le nomine rischiano di seguire lo stesso copione: grandi nomi, grandi aspettative, ma poi, quando si scende in campo, scopriamo che i nuovi rappresentanti sono più abituati al retropassaggio sicuro che al dribbling audace.

Siena, del resto, ha fatto del surplace un’arte. Una città che si muove, sì, poco e sul posto, come quei calciatori che in allenamento fanno stretching anziché correre. E intanto guardano il cronometro, sperando che il mister fischi la fine. Tutti si agitano, si muovono, ma in realtà si resta fermi, prigionieri di un eterno riscaldamento. Sa quanti “atleti” si perdono così, Direttore? Si allenano poco, senza voglia, e quando arriva il momento di scendere in campo, sono già in debito d’ossigeno.

E poi, appunto, c’è la Fondazione MPS, che negli anni ha giocato tutte le partite più difficili. Una volta era il top player del sistema, quel campione che tutti temevano e invidiavano. Oggi è una squadra in lotta per non retrocedere, con una dirigenza che sembra più concentrata a cambiare allenatore che a rifondare davvero la rosa.

La deputazione Generale è l’organo di indirizzo della fondazione Monte dei Paschi

TLS? SayHub? Due progetti che erano stati presentati come giovani promesse, ma che alla fine hanno fatto la fine di quei calciatori presi per “fare numero” in allenamento. E ora? Ecco la nuova partita delle nomine: riusciranno a mettere in campo qualcuno che giochi davvero, o ci ritroveremo con un altro comprimario di mezza classifica? Di sicuro.

Le trattative, poi, sono uno spettacolo nello spettacolo. Certi tavoli sembrano le riunioni di mercato di certe squadre di provincia, quelle che, per intenderci, cercano di acquistare un trequartista con un budget che basta giusto per un difensore scartato. Si fanno promesse, si lanciano proclami, ma alla fine? Arriva un mediano qualunque, quello che non fa danni ma nemmeno incide. E attenzione, Direttore, qui non stiamo parlando solo di calcio.

Eppure, mentre tutto questo accade, Siena si concentra su questioni apparentemente più “serie”. Il tortino di ceci nelle mense scolastiche, ad esempio, è diventato un simbolo di come qui si preferisca dibattere sul contorno piuttosto che sul piatto principale. E, sia chiaro, niente contro il tortino: è sano, equilibrato, un vero simbolo della cucina locale. Ma se alle 16:30 tutti i nostri ragazzi sono comunque a far merenda al McDonald’s, forse c’è qualcosa che ci sfugge.

Alla fine, Direttore, le nomine sono un’occasione per vedere se questa città può finalmente tornare a giocare da protagonista. Non si tratta di scegliere un altro Balotelli, un nome roboante che fa parlare per qualche settimana e poi sparisce tra gli infortuni e i cartellini rossi. Serve qualcuno che sappia giocare davvero, che alzi il ritmo, che spinga Siena verso un futuro diverso. Eppure, caro Direttore, sa qual è il rischio? Che alla fine si continui a giocare sul posto, come sempre.

E poi? E poi non ci contate. Cordiali saluti, il suo affezionato mental coach…

Paolo Benini

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