Dopo la lite tra il Sindaco di Lucca Tambellini (del Pd) e Del Ghingaro, Sindaco di Viareggio (provenienza Pd), sulle celebrazioni per il centenario dalla morte, il grande Giacomo si deve esser rivoltato più volte nella sua tomba e deve aver bestemmiato come un turco, da toscanaccio qual è, come non gli capitava più da quel lontano novembre del 1924: anzi, questa volta, andando ben oltre lo Zebedeo, il cane, il serpente e il maiale.
Possibile che dopo 100 anni di confronti, di scontri e dibattiti tra musicologi, esperti, musicisti, studiosi di varie scuole, di nazioni e continenti diversi – già, perché il Puccini è davvero cosmopolita ed internazionale, a differenza dei suoi gretti e provinciali lucchesi e viareggini di oggigiorno -, che, appunto, dopo un secolo di liti e accapigliamenti tra varie tifoserie sul valore della sua musica, della sua drammaturgia, oggi si sia passati a ben altro dibattito?
Due sindaci di sinistra – qui mi espongo alla pioggia di contestazioni ma coloriamoli così, almeno per congettura – si litigano sulla ricorrenza e decidono: Puccini lo ricordiamo nell’anniversario della sua morte separati e ognuno a casa sua.
Non che la discussione sia avvenuta su come celebrare questa ricorrenza, su quali iniziative, come farle diventare un punto di riferimento internazionale, ulteriore occasione per approfondire i mille aspetti del suo lascito musicale e della sua vita personale, su come gestirle, sulle risorse necessarie, sui rapporti, con il Ministero della Cultura per organizzare gli eventi con una fortissima proiezione nazionale.
Su queste cose, non ci poteva stare lo stesso la lite, ma forse sarebbe stata più accettabile, digeribile e ricomponibile.
Per dare una dignità a questo alterco tra sindaci e due citta qualche bravo giornalista ha tirato in ballo gli amori e gli odi di Puccini nei rapporti con i suoi luoghi.
Puccini è più lucchese o viareggino? Si è trovato meglio di qua o di là dal monte?
Disarmante, davvero disarmante! La questione del contendere, invero, non va ricercata in Puccini ma in chi dovrà fare il prossimo Sindaco di Lucca, su chi dovrà ascendere nell’organigramma del Pd.
Viareggio sta per essere valutata come Città Capitale della Cultura ed anche su questo i due sindaci si sono presi a pesci e a buccellaiate in faccia.
Un semplice cittadino si fa delle domande e dice: come si fa a valorizzare un patrimonio così prezioso e grande come Puccini avendo in 30 chilometri due Comuni che vanno per conto loro, un Teatro di Tradizione e un Festival che seguono rotte diverse, manco si vedono al radar; due Fondazioni private, frammenti ereditari in conflitto e mai riappacificati, anch’esse vasi non comunicanti, un Centro Studi di primo riferimento internazionale, che collabora con Enti prestigiosi e con studiosi di tutto il mondo ma che non viene considerato ed utilizzato da quello che dovrebbe essere il Festival di Giacomo Puccini.
In qualsiasi altro Paese tutto ciò sarebbe impossibile, nemmeno pensabile… figuriamoci se praticabile!
Poi c’è il peso di una politica imbastardita dove ciascuno non ha più un partito di riferimento, un partito di valori e progetti solidi ed inclusivi. Questa situazione spinge molti personaggi politici a giocare in conto proprio, come si gioca alla battaglia navale, a pilotare tessere per presidiare partiti, caratterizzandosi per ricatti, bizze, arroccamenti e condizionamenti, ad inserirsi in una politica debole -quella regionale- e assurgere alla cronaca sempre più spesso in negativo: per i contrasti che si creano, per le risse che si producono, per le lacerazioni sociali che si aprono, per il provincialismo gretto e piccino di cui si fa sfoggio credendo che sia il galateo dei galantuomini…
Puccini, in queste notti, si sarà riacceso il sigaro e sputando per terra e bestemmiando di nuovo avrà detto: “Se si potesse ripartire da capo mi comprerei una casetta, non a Torre del Lago, né a Lucca, né a Chiatri, né a Pescaglia, e neppure in un altro luogo di Toscana” ma, come Ping, nell’Honan, per poter tornar laggiù serenamente presso il… laghetto blu, tutto cinto di bambù o su una collina del Giappone sopra il porto di Nagasaki, in quella casetta dove soffitto e pareti vanno e vengono e la sala è all’aperto…, in quella dimora frivola ma salda come una torre da terra fino al tetto, appunto, in una casa a soffietto; oppure arrivare laggiù nel Soledad… in una stanzuccia affumicata nella taverna sopra la cucina… ch’è là tra i bei monti della Sierra, nella dolce terra…sopra un altro mare. Tutto meglio di qua: Basta con queste ubbie grette e piccine… a pro di quella gente: Niente! Niente! Niente”.
Il modo migliore per commemorare Puccini sarebbe quello di dar vita ad un grande progetto nazionale sfruttando proprio il centenario dalla morte. Per far questo però, partendo dalla triste realtà locale, si dovrebbe muovere il Ministero della Cultura ponendo dei paletti precisi, nominando un comitato di persone competenti e autorevoli per predisporre un progetto complessivo che coinvolga i punti più alti di produzione musicale nazionale, i teatri più importanti del nostro Paese, per stabilire rapporti con le maggiori istituzioni musicali internazionali.
Altro che legge per distribuire milioni a questa gente che li vorrebbe risucchiare per i propri vanti, per farne una moneta di scambio e di prestigio da giocare al mercato delle cariche, in barba al grande genio musicale.
Poi chi si tira indietro dovrebbe non ricevere più nemmeno i già consistenti contributi statali per cose che, come qualità, sforzo di ricerca e di approfondimento critico non se li meritere davvero, né si meriterebbero di chiamarsi Festival d’Autore o Teatro di Tradizioni.
Franceschini, per favore, salta sulla sedia! Arrabbiati e fai vedere che in quel partito anestetizzato c’è ancora qualcuno con i fondamentali a posto! E tu Giani dove sei…?
Ma ormai è quasi l’alba, Giacomo stanco, a questo punto spenge il sigaro, scuote la testa disgustato e nello sgomento totale si riaccomoda nella sua tomba non prima, però, di aver tirato un nuovo mostruoso moccolo!
Niclo Vitelli
(Le immagini sono tratte da profili pubblici di facebook, in copertina la soprano Birgit Nilsson, pseudonimo di Birgit Märta Svensson, in La fanciulla del West)