Gilbert, la tristezza di un addio

“E adesso che farò di tutto questo tempo che sarà la mia vita, di tutta questa gente che mi è indifferente, adesso che tu sei andata via, tutte queste notti, perché e per chi, e ogni mattino che ritorna per nulla, questo cuore che batte, ma per chi e perché, che batte troppo forte, troppo forte

E adesso che farò, verso quale niente scivolerà la mia vita … Riderò per non piangere più, mi dispererò per notti intere, e al mattino ti odierò, e poi una sera, nello specchio, vedrò chiaramente la fine del cammino, neanche un fiore e nemmeno un pianto, nel momento dell’addio, non avrò proprio più niente da fare … non avrò più niente”

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Se un’apposita Commissione di Piagnoni si riunisse per scegliere l’ Inno della Disperazione per l’Amor Perduto, credo che deciderebbe in quattro e quattr’otto in favore della canzone strappalacrime di Gilbert Becaud e Pierre Delanoe.

E tutti a chiedersi (a quei tempi ovvero agli albori degli anni ’60) “ma da chi sarà stato lasciato Gilbert ?” “ma come si fa a rompere una storia d’amore con un uomo come Becaud ?” e via di questo passo fino al punto di far toccare alle copie vendute la magica cifra (allora) di quasi mezzo milione. Il Cacciatore di testi, dispettoso com’è, scopre gli altarini, come si diceva al tempo che fu.

Succede infatti che Gilbert, un giovedì del 1961, si trova sul volo Nizza-Parigi e com’è, come non è, si ritrova ad ascoltare il risultato dell’ultimo incontro che l’attrice Elga Andersen ha avuto con il suo fidanzato. O per l’esattezza, il suo ex-fidanzato, dal momento che i due hanno rotto drammaticamente la loro storia d’amore. Gilbert, nominatosi Grande Consolatore, invita Elga a fare colazione (puro eufemismo della peggior specie) nel suo villino nei boschi di Chesnay. Narrano ancora i pettegoli del tempo che mentre il G.C. gigioneggiava sui tasti (del pianoforte, non pensate subito a male), l’attrice sia diventata parte integrante dello strumento, sussurrando, tra una lacrima e l’altra “Et maintenant, qu’est ce que je vais faire ?”. Colpo di fulmine musicale e successo planetario assicurato.

Tra le cover, da apprezzare, in lingua inglese (“What now my love”), quelle di Presley e Sinatra. Semplicemente indecente la versione italiana dei Ricchi & Poveri, che dal vivo riescono perfino a padellare il playback.

Alla prossima.

https://youtu.be/UR9g4fuEhyc?si=mpUslz87jAi7e96q  (Becaud)

https://youtu.be/MaURJJlmWYI?si=8it5_CiqH3yivGS3  (Presley)

https://youtu.be/nuH-CUjmrBM?si=oiWKzin3TDWYEl5d  (Sinatra e Franklin)

https://youtu.be/jOqhSbTmWqY?si=xuUkvvN8tVL67MKM  (Ricchi & Poveri)

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