Grandi poeti hanno dedicato delle poesie al Palio di Siena. Si tratta di componimenti lirici, ed in qualche caso tragici, ma figli dei tempi in cui sono stati scritti, e certo altamente ispirati. Di Palio scrisse Vittorio Alfieri (1749-1803), con un bellissimo epitaffio dedicato ai cavalli caduti nell’agosto 1783. E poi Corrado Govoni (1884-1965), che dedicò un sonetto alla vittoria di un cavallo scosso. Ed ancora il grande Eugenio Montale (1896-1981), a sua volta impressionato dai cavalli e dai colori.
Ma un magistrale sonetto in vernacolo lo scrisse il nostro senesissimo Momo Giovannelli (1881-1975), capace forse come nessuno, al di là del significato letterale delle parole, di cogliere, afferrare lo spirito profondo del Palio. Il sonetto è dedicato alle nerbate.
A me mi fanno ride, certa gente
che per fa’ le perzone deliate,
vorrebbero abolì’ assolutamente
quest’usanza di dassi le nerbate.
Ma senza quelle di che sa? Di niente!
Levàmo allora anche le rinzerrate,
eppoi si va a vedé’ precisamente
una corsa di peore sbandate!
Ma lascino le ‘ose ‘ome all’antìa!!
Quando che c’era meno sentimenti,
ma anche meno finzione e ipocrisia!
A dalli retta, a questi cicisbei,
si ‘orrerebbe ‘l Palio a comprimenti:
- Passi… – Ma che li pare? Passi Lei!!