La pazzia della guerra e le paure dei risparmiatori

La guerra è una pazzia! Ma le parole del Santo Padre sono rimaste inascoltate e la guerra c’è ed è una tragica realtà con cui convivere.

Dobbiamo manifestare solidarietà e aiuti concreti al popolo ucraino; dobbiamo sostenere le scelte dell’Europa e dei governi occidentali che comportano sanzioni nei confronti della Russia ma anche ricadute quotidiane sulla nostra vita. Comunque, in queste ore avvertiamo tra risparmiatori e investitori finanziari, soprattutto i più piccoli, come la guerra stia ingenerando timori, preoccupazioni e vere proprie paure.

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Ne parliamo con Gianfranco Antognoli che da oggi ha aggiunto ai suoi molti incarichi quello di direttore responsabile del Versilia Post.

Le borse stanno bruciando immense masse di denaro; nell’economia reale cresce l’inflazione trainata dal vertiginoso aumento dell’energia, il gas in particolare, e gli esperti cominciano a parlare di rischio stagnazione. La mente corre agli anni Settanta.

Ma, non vogliamo fare un discorso generale, per il quale rimandiamo al tuo articolo su VersiliaPost – al link https://versiliapost.it/global/la-guerra-in-ucraina-una-tempesta-perfetta-per-frenare-la-ripresa/quanto invece, utilizzando le tue conoscenze e competenze per fare un approfondimento tecnico per capire quanto risparmi, investimenti, fondi, titoli siano o meno a rischio. E dare magari qualche consiglio.

Partiamo dal risparmio, quanto è tutelato? Quanta liquidità si può tenere e considerare al sicuro in un conto corrente o sui libretti di risparmio? Quali tutele ha il risparmiatore? Quanta liquidità è bene tenere?

“Stiamo parlando del “bail in”, del caso in cui con il default della propria banca, è il consorzio di garanzia interbancario a coprire fino all’importo di 100.000 per ogni correntista. Il mio parere è che la guerra in Ucraina non esponga nessuna banca italiana al tale rischio”.

Chi ha investito in fondi collegati con il mercato russo può mettere in atto qualche strategia o tentativo per limitare le perdite?

“Per i fondi esposti al mercato russo, in questo momento, direi che l’unico consiglio utile è attendere gli sviluppi della situazione. I mercati hanno ormai già “scontato” l’effetto della guerra e delle conseguenti sanzioni. I fondi certamente potrebbero ancora veder diminuito il loro valore ma, a deprezzamento avvenuto, in modo consistente peraltro, vendere oggi significa solo quantificare e certificare una perdita certa”.

Veniamo ai titoli azionari che hanno assunto una grande volatilità. Di fronte a questo fenomeno come dobbiamo muoverci?

“La volatilità sui mercati, per i titoli, continuerà certamente, sui mercati e non si risolverà il brevissimo tempo. Vendere oggi significa quantificare le perdite registrate dalle borse di riferimento. Anche qui consiglierei una prudente attesa, senza necessariamente “annacquare” gli investimenti con nuovi acquisti e, magari sperare in un sempre possibile (probabile?) rimbalzo non solo tecnico”.

Ci sono beni rifugio? C’è una soglia prudenziale di investimento?

“I beni rifugio si chiamano proprio così, perché vengono usati in periodi eccezionalmente negativi. Se un risparmiatore vuole operare in questa direzione, suggerisco di investire non più del 20-25% delle proprie disponibilità totali. Considerando inoltre che questi “beni rifugio” hanno un apprezzamento variabile – vedi oro e valute – anche la diversificazione è un valore da utilizzare, ma con prudenza prospettica”.

Veniamo ai Titoli di Stato, è questo il momento di acquistarli?

“I titoli di Stato italiani o europei non corrono rischi particolari: il loro valore dipende soprattutto dal variare del rischio Paese dello Stato emittente. E dai corsi di interesse; infatti i tassi, in relazione all’inflazione in atto, prevista in aumento non solo per i fatti Ucraina/Russia, saranno in diminuzione con una possibile perdita in conto capitale. Ma solo se si smobilizzano prima della scadenza”.

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