LETTERA – Siena in miseria non è verità, ma tanti senesi ce la fanno solo con gli affitti brevi

Conosco questa persona. Nulla di più aggiungerebbe sincera spontaneità a ciò che scrive. I concetti che mi esprime sono tuttavia proprio quelli giusti per estendere il tema del carovita e parlare di chi, a Siena, ha trasformato in primaria occasione di ricavo l’affitto breve e si è sentito ingiustamente messo sotto accusa. Magari dal mio scritto. Consapevole di quanto si sbatta per portare a casa ognigiorno il carretto, decido di sostituire il suo nome con la dizione “lettera firmata” come in realtà si tratta. Con questa lettera che si riferisce al mio ultimo editoriale prende anche il via su SienaPost la rubrica delle lettere al direttore. Finora non l’avevamo, e per questo me ne faccio un cruccio… (dr)

Ho letto il tuo articolo sul carovita, ma preferisco non attaccare il mio Direttore preferito. Chi si arrabbia Duccio? Davvero pensi che ancora oggi non continuiamo a vivere sugli allori che ci ha steso babbo Monte? Ci vorranno almeno altri 15 anni per dissipare questa eredità!!! A Siena i soldini ci sono ancora! A questo è dovuto l’aumento dei prezzi, facciamocene una ragione.

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Mi pare evidente che il 70% dei senesi benestanti non ha cambiato una virgola sul proprio tenore di vita. I negozi per “ricchi” tipo quelli che si affacciano su Piazza non hanno risentito affatto della crisi. Le botteghe, quelle si, ma non le grandi firme.

E supponenti e convinti di essere “meglio di tutti”, ad oggi, noi senesi, ci ritroviamo ad avere dubbi sulla necessità di difendere il nostro turismo. Scusa se interpreto così le tue parole, ma volevi tanto se ne parlasse, quindi questo è quello che penso. Si, su quel turismo che è linfa vitale per il nostro territorio, per le botteghe piccine e le trattorie, unico movimento che porta indotto di lavoro alle stesse attività che prima campavano con i dipendenti del Monte.

Quel turismo che va avanti solo grazie agli affitti brevi, in casa, con la possibilità di risparmiare qualcosa sui pasti senza dover rinunciare a vedere una città come Siena.

Mi spiace, ma qui si continua a guardare al dito e non alla luna.

Il problema non può essere l’Airbnb di chi, magari, affitta per avere una piccola rendita; o addirittura per riuscire a pagare le tasse: il problema sono gli imprenditori che di appartamenti ne hanno a decine, e che si mettono sullo stesso piano di chi ha un solo appartamento! Non è uguale, sai?!?

Hai sentito di un mega complesso abitativo per anziani che, in un batter d’occhio, si è trasformato in un Airbnb?!? Ma non doveva essere una residenza per anziani?!? Almeno così si proponeva sul mercato all’inizio…

Ma non puoi paragonare una struttura edilizia con chi ha un appartamento di famiglia, raccontandomi che il carovita viene dagli affitti brevi!!! Perché chi ha un appartamento in più, comprato con i sacrifici dei genitori, non può proprio permettersi di affittarlo agli studenti o ai pakistani: una volta entrati nessuno può mandarli via, neanche con lo sfratto… Purtroppo la legge italiana non prevede alcuna tutela per i proprietari.

Che dire poi dei tanti appartamenti che anche oggi sono sfitti aspettando gente referenziata con delle garanzie?!? Ce ne sono tanti, sai?

Prima di ammettere che siamo una città davvero in affanno è molto meglio tapparsi il naso e fare finta che nulla sia cambiato. Gli altri rinunceranno al “privilegio” di vivere in centro per tappare un po’ di buchi: magari una bella casa a Isola e tante raccomandazioni alla Vergine Maria…

Ed io, io che non posso permettermi una badante, mi sono presa mia mamma in casa e sto affittando il suo appartamento con gli affitti brevi. Davvero sono causa dell’aumento dei prezzi?!? Sappi che come me sono in tanti a sacrificarsi per arrivare in fondo al mese… Un abbraccio.

Lettera Firmata

Ciao. E anche grazie. Protagonista deve essere la tua lettera e non la mia risposta, quindi come è giusto mi limiterò nel rispondere. Ancora e poi ci sarà modo di parlare di tutto ciò che metti al fuoco. Nessuna intenzione di accusare alcuno che usi quel che ha per darsi soluzioni di vita; se è nella legalità non deve dare spiegazioni etiche. Io in genere mi rivolgo alle istituzioni. Trent’anni fa le sentivo parlare più o meno allo stesso modo. Quel che vale oggi per i turisti valeva per gli studenti, le case nuove erano a Taverne anziché Isola, poi si avvalorava l’uso transitorio degli immobili del centro in dispregio del rafforzamento del tessuto sociourbano. Oggi che questo Comune è pronto a lasciar traccia di sé, lo ammonirei a non seguire i rumors del momento, ma avviare quella programmazione che per anni è stata abbandonata. Non gli attribuisco responsabilità dirette nel degrado odierno, ma è sulla via di assumerle se non mette a fuoco il bene collettivo. I turisti, sono d’accordo, non sono il male di Siena, ma sono una risorsa che oggi, per difetto di programmazione, non coinvolge l’intera città. A parte che come ci scrisse un’amica qualche tempo fa hanno la libertà costituzionale di venire a Siena, essi dovrebbero beneficiare di quella cultura dell’ospitalità per cui in passato la nostra città eccelleva. Il loro essere qui, nell’ammirazione e nel rispetto, consentiva a una piccola città di avere quei contagi culturali che la rendevano, come ancora è, città del mondo. Avere oggi un’amministrazione che non ha retaggi condizionanti nel passato è una grossissima chance che essa per prima deve comprendere, concedendo qualcosa di se stessa all’unità popolare e alle iniziative bipartisan. Aspettare oggi non serve, espone solo alla protesta. Per esempio gli affitti brevi oggi sono insidiati da gruppi di pressione socioeconomico politica con argomenti anche appropriati. Ma se sono così strategici per i SENESI cosa si intende fare nel futuro prossimo? Acquistare altre navette? (dr)

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