Il ruolo della BCE deve essere responsabile e lungimirante nei confronti del “bello e ben fatto” italiano
Riceviamo e pubblichiamo come anticipazione del periodico Leasing Magazine Anno VI n.6 l’editoriale del direttore Gianfranco Antognoli (nella foto con il docente pisano Marco Giusti)…
L’Italia, come noto, ha il record in Europa per il maggior numero di imprese artigiane e PMI. Si tratta di un universo produttivo trasversale che comprende settori molto diversi fra loro: manifatturiero, terziario e servizi, innovazione tecnologica e di prodotto. Le PMI, per la loro dimensione, flessibilità, possibilità di innovazione e riconversione esprimono capacità potenziali per rinnovare le aziende e renderle all’altezza delle mutevoli, anche improvvise, esigenze del mercato globale sia interno che internazionale.
Questo è il prodotto intelligente e competitivo della cultura del lavoro italiana apprezzato a livello europeo e mondiale. È da questa importante realtà che nascono i settori ed i prodotti di eccellenza del “Made in Italy” come la moda, l’agroalimentare, l’arredamento, la meccanica e la stessa nautica. Le micro e piccole imprese esprimono un valore aggiunto di oltre 350 miliardi di euro annui di cui oltre un terzo destinati alle esportazioni.
Le PMI italiane quindi si trasformano, investono in innovazione e riconversione assumendo spesso anche nuove unità di personale addetto destinato quasi sempre a qualificarsi professionalmente. La valorizzazione qualitativa, il “bello ed il ben fatto” è il vero e proprio motore della capacità competitiva delle nostre imprese che hanno però bisogno di una maggiore semplificazione della burocrazia, e di un accesso qualificato al credito bancario anche con rinnovati strumenti finanziari – impresa 5.0, nuova Sabatini, proroga garanzie pubbliche MCC e SACE -. L’occasione importante e decisiva del PNRR deve poter sostenere gli investimenti produttivi necessari soprattutto in tecnologia e innovazione per uno sviluppo compatibile. Deve essere sostenuto anche un più efficiente rapporto fra scuola, formazione e avviamento al lavoro (valorizzando istituti tecnici e stages in azienda) per favorire lo sbocco e la crescita professionale della quale ha estremo bisogno l’impresa.
Occorre certamente favorire gli investimenti in impianti di fonti rinnovabili per favorire la transizione “green” richiesta dall’Europa e migliorare in costi della bolletta energetica delle aziende. Da questo punto di vista occorre creare percorsi guidati, sbloccare tutti gli incentivi previsti dal nuovo PNRR, creare finanza sostenibile anche grazie alla proroga necessaria delle garanzie pubbliche (MCC e SACE). In questo quadro certamente anche i provvedimenti delle autorità monetarie sono fondamentali e la prospettiva di una progressiva diminuzione dei tassi di interesse da parte della BCE appare necessaria.
La BCE, come le altre banche centrali, ha utilizzato come ben noto la leva dell’aumento dei tassi per combattere efficacemente l’inflazione che ha investito l’Europa ed il resto del mondo. L’inflazione è una vera e propria tassa ingiusta che colpisce stipendi, pensioni e risparmi e che frena di fatto, per la politica conseguente delle banche, gli investimenti e lo sviluppo produttivo delle aziende.
Gli alti tassi di interesse hanno limitato consumi ed investimenti di imprese e famiglie producendo una riduzione della crescita del PIL a meno dell’1% nel 2023.
Oggi con il calo della inflazione, che ha rallentato in modo significativo la sua spinta e viaggia verso gli obiettivi fissati dalle autorità monetarie occorre una riduzione progressiva dei tassi per ridare slancio ad investimenti e produzione industriale e consumi. Gli alti tassi infatti, pur necessari per combattere l’inflazione, rallentano da sempre lo sviluppo della economia e della occupazione. Occorre dunque lavorare per favorire nuovi investimenti, da una parte utilizzando bene i fondi del PNRR e dall’altro facendo sì che il sistema bancario accompagni intelligentemente il comportamento virtuoso delle aziende.
Le banche, oltre il necessario intervento regolatorio della BCE, debbono agire per favorire la ripresa, utilizzando certo il merito creditizio, perché il processo di rilancio si possa realizzare con l’urgenza e l’efficacia necessarie.
Concludendo, la forza del Paese, la possibilità di un nuovo sviluppo è affidata come sempre all’intelligenza e al coraggio di imprenditori e manager per impostare, in un quadro di compatibilità fissata dalle autorità di governo e delle autorità monetarie, un percorso possibile di crescita produttiva e commerciale con le giuste ricadute anche sul mercato occupazionale, specialmente giovanile.
Gianfranco Antognoli