Viareggio prima mattina, il sole non è avaro nonostante novembre sia alle porte. Che siamo fuori dal periodo delle vacanze non si capisce dalla quantità di gente che passeggia sul Corso, dalle molte Lacoste in giro, dalla spensieratezza della gente, infine. Se l’occhio va sulla spiaggia l’evidenza invece è perentoria. Vuoto, sabbia bianca dappertutto, all’orizzonte, sul mare, qualche vela punteggia il panorama.
Attrazione per quattro giorni è il Principino, l’ampio padiglione sul lungomare di fronte il maestoso Principe di Piemonte. Luce, sale ampie e la gente del Festival, soprattutto ragazzi che forse ci sono stati obbligati dall’adempimento didattico, ma a sentir parlare di sessualità responsabile, disagio dei consimili e corretti usi alimentari si coinvolgono; fanno anche domande.
Il cartellone del Festival ha preso il via: circa venti momenti di diverso interesse ciascun giorno. Al Principino si fa prevenzione, didattica e approfondimento, a Torre del Lago, l’altro centro nevralgico, si fa scienza o spettacolo, o addirittura tutto insieme. In attesa di prender parte al loro appuntamento ci sono amministratori, cooperatori, professionisti della salute, esponenti di alcune forze militari con competenze affatto banali.
Ovunque ci sono i volontari, bellissimi, appassionati, sotto i gazebi o ai banchini delle loro associazioni. Chi è affabile e chi formale, ma tutti pronti a spiegarti qual è il loro ruolo e la mission del loro sodalizio. A loro dedichiamo questo servizio, scusandoci se qualche nome l’abbiamo annotato male.
Pensiamo a Donatella Giorgio e Anita Todeschi che, infaticabili, approntano ai box della ICare, l’importante multiservizi versiliese, i tamponi a chi è sprovvisto del Green Pass. Per il gazebo della Cri, sorrisi, educazione, ma la preghiera di non mettere nomi: esser della Croce Rossa è aspetto che supera i singoli. Sotto la tenda dell’Aido c’è amenità e comprensione con Giuseppe Di Colo, Pietro Domi e Carmine Maggini; in quella di Amnesty Anna Grazia Barsocchi è pronta a dare delucidazioni sugli importanti interessi della ONG che più di altre denuncia nel mondo i soprusi dei potenti e i delitti contro gli indifesi.
Fuori del Festival si possono avere consigli gratuiti e anche promesse di esami e visite. Pietro, Simona e Carlotta allo stand IAPB consigliano su come tutelarsi la vista. La sicurezza dell’importante funzione svolta dalla Misericordia di Viareggio rende orgogliosi Pierluigi, Lucia e Luca. Troneggia all’esterno il pullman azzurro della Polstrada. Si entra davanti, si esce a metà, gli agenti Salvetti, Sindaci e Bertera sono prodighi di spiegazioni. Vengono dalla Sezione Polstrada di Brescia e girano ininterrottamente l’Italia, alternandosi con una quarantina di altri colleghi. Presenti a ogni evento il cui organizzatore segnali l’importanza sociale della loro presenza, sono pronti a impartire nozioni con macchine di test e audiovisivi su quali siano i comportamenti più adatti sulla strada. E non scordiamo l’Avis delle giovanissime Diletta Guidi e Isabella Geppi; da ultimo si affianca loro il più esperto Antonio Rossetti.
Quando si varca la soglia del Principino c’è un team di hostess, poco più che adolescenti, di certo impatto e dai nomi esotici: si va da Nimi a Khadiya, da Samira a Wendy. Mentre fervono le conferenze, l’area di passeggio diventa un’ala del padiglione dove la Regione Toscana ha eretto il proprio spazio di rappresentanza; lo fa ospitando a rotazione tutti coloro che hanno trovato un significato per promuoversi al Festival.
All’entrata ci sono Mattia e Irene, vengono dalla Lunigiana e rappresentano la Bottega della Salute, poi si passa ai logopedisti dove troviamo Gianfranca Errica, presidentessa di Pisa, Daniela Guerri, presidentessa di Siena con la vice Maria Francesca Sasso, manca Viviana Angelini con loro fino a pochi minuti prima. Più in là, Leonardo Capaccioli, presidente di Firenze e coordinatore di una rappresentanza delle mille specializzazioni mediche di soggetti che non sono né medici né infermieri. Senza di loro la medicina sarebbe orfana di molte funzioni. In tema di analisi rapide Raffaele Lamanna e Vincenzo Civatori ce ne danno un esempio; con un po’ di volontà e un po’ di coordinamento sarebbe possibile fare analisi del diabete in sala d’aspetto mentre si aspetta l’ora della visita e se si va sulla medicina a distanza gli utilizzi salvavita si sprecano. Più in là gli igienisti dentali, pronti a riempirti di flaconcini omaggio e buoni consigli; con la borsa riempita in trenta secondi ringraziamo Daniela, Giovanna, Matteo e Valentina che però al momento non c’è (ma fa in tempo a tornare).
Si è fatto l’ora di pranzo e il viavai non cessa. C’è tempo ancora di incontrare il tenente Fantechi, in divisa, grande esperto nel racconto e nella professione di patologie post traumatiche. Guarda tutto con condiscendenza un grande amico del Festival, evento con quattordici edizioni sulle spalle, il giornalista Mario Pappagallo, autore sulle più grandi riviste mediche, in attesa di animare il proprio dibattito. E per ultimo un incontro di quelli che ricordi, la presidentessa Michela Bolondi, presidente della cooperativa sociale Proges, originaria di Parma e presente anche in Toscana, così come altre sei regioni. Si occupa di anziani, disabilità e disagio giovanile e servizi educativi. Proges è una cooperativa con quattromila soci e dipendenti che fattura fra 100 e 115 milioni di euro ogni anno e ha 365 servizi attivati. Una potenza. L’accompagna Rossana Mori, commerciale per la Toscana di Proges che ci spiega e promette: “Per noi questo è anche un modo per far conoscere la cooperativa e i suoi servizi all’interno di una regione che investe molto su salute e sociale. Siamo qui a Viareggio e ci ripeteremo a Siena fra due settimane: dove si parla di salute e ambiente riteniamo di poter dare il nostro contributo”.
Un boccone prima di partire e grazie alla capacità attrattiva di Gianfranco Antognoli che ci ha raggiunto si siede con noi Moreno Pagnini, presidente della già rammentata multiservizi ICare. Attende di parlare al Festival di quanto fatto dal suo staff alla Rsa Tavarracci: zero contagi e stanza degli abbracci aperta tra i primi in Italia. La sua ricetta è rigore nell’applicazione della prevenzione.
Mario Di Luca e Paolo Amabile, gli organizzatori del Festival, li intravediamo soltanto e lasciamo loro un saluto in attesa di abbracciarli per quando anche a Siena riaprirà i battenti il Festival della Salute.