Noi questi citti si vogliono così: mai silenziosi

Il brainstorming, i proponimenti di Millenovecentoquattro di supporto alle famiglie e l’accompagnamento

Pensate l’eufonico baccano di un essere umano avvinghiato nei suoi primi istanti di vita in una sciarpa bianconera ed immaginate lo stesso neonato che diventa adulto e poi ragazzo e – magari con una sciarpa più grande – incita la squadra della città in cui è nato a distanza di anni.

Ecco, questo è il tragitto che, dallo STRILLO IN CULLA, deve trasportare il tifoso bianconero al CANTO IN CURVA. La bocca resta sempre spalancata, il polmone in tensione, l’ugola non infiammata.

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Ma quanto è bello lo slogan STRILLO IN CULLA E CANTO IN CURVA?

Ebbene, vi spiego come è nato. Come saprete, esiste una forma di confronto, che poi nel mondo del marketing e della pubblicità diviene tecnica, che si chiama brainstorming. Si dibatte, si lanciano idee e proposte, ben sapendo che le prime 99 potranno essere delle emerite puttanate, ma poi… Poi arriva la 100esima ed un mondo si spalanca.

Pari pari è capitato ad un gruppo di persone che, come si usa nel mondo contemporaneo, ad un certo punto della giornata si sono messe a picca nel tentativo di sfornare questo slogan che potesse divenire storico, come già lo è diventato. Oh, alla fine ha vinto lui, Jacopo, che ha dato la stilettata che ha deciso il confronto.

STRILLO IN CULLA E CANTO IN CURVA rappresenta perfettamente il senso della iniziativa “Piccoli bianconeri”, che deve essere urlata, senza paura di nascondersi. Siena e Siena calcio devono tornare, senza timore, ad essere gridate, perché dobbiamo ripartire dalla purezza delle creature che a Siena hanno la fortuna di nascere.

Perché a essere del Siena non ci si deve vergognare. Perché i cittarelli devono tornare, come negli anni vissuti nel calcio che conta, a indossare sciarpa e maglia bianconera ed a tifare la squadra della città di appartenenza e non gli squadroni di un calcio impersonale e plastificato.

Il nostro sogno è che il neonato di oggi sia un tifoso sostenitore, anche a distanza, se non concepito da genitori senesi. Il nostro obiettivo è di vedere fra qualche anno questi neonati tornare a frequentare in grande numero la curva bianconera, magari – chissà – anche con la stessa piccola sciarpa oggi ricevuta.

Millenovecentoquattro intanto si candida in futuro per questi nati e le loro famiglie ad interventi di supporto e accompagnamento.

Potremmo organizzare per loro – a partire dai quattro-cinque anni – una festa annuale ed essere noi, con personale qualificato, ad accompagnare questi giovani sportivi del futuro ad avere un contatto con squadra e società sportiva.

Dovremo trovare la forma per maturare un percorso di fiducia da subito con le loro famiglie. Sarebbe meraviglioso riuscirci.

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