Non sono solo canzonette

Da oggi la rubrica del “cacciatore di testi” per riscoprire cosa c’è dietro i testi stranieri più famosi e canticchiati

“Il Cacciatore di… testi” è una rubrica che si prefigge il difficile e ingrato compito di infiltrarsi nel bel mezzo delle parole che sono scaturite dall’estro e dalla fantasia degli autori di canzoni in lingue straniere.

L’inglese in primis, naturalmente, con brani che cantiamo magari fin da ragazzini, spesso senza conoscere il significato nascosto nel testo.

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Ma “IL CACCIATORE”, di quando in quando, farà anche… di peggio, mostrando cosa è diventato un testo in un altro idioma tradotto nella nostra lingua. Se questo, poi, servisse da stimolo per ascoltare un po’ più di musica, beh, meglio ancora.

Buon ascolto… ohps, anzi buona lettura!

Il brano di oggi, “Sixteen tons” ovvero “Sedici tonnellate”, a prima vista dà l’impressione di un’allegra canzonetta in stile country, mentre invece il suo testo si occupa delle difficili condizioni in cui lavoravano i minatori americani. Ecco qua alcune strofe.

“C’è chi dice che un uomo è fatto di fango, un pover’uomo è fatto di muscoli e sangue, muscoli e sangue e pelle e ossa, una mente debole e una schiena forte”.

Ritornello: “Carichi sedici tonnellate e cosa ottieni? Sei più vecchio di un giorno e più indebitato, San Pietro non chiamarmi perché non posso venire, devo la mia anima allo spaccio della Compagnia”.

E si chiude con: “Se mi vedi arrivare, fatti da parte, è meglio, tanti non l’hanno fatto e molti sono morti, ho un pugno di ferro, l’altro è di acciaio, se il destro non ti colpisce, il sinistro lo farà”.

“Sixteen tons” fu cantata per la prima volta dal suo autore, Merle Travis, nel 1946. Successivamente, fu incisa anche da Frankie Laine, che in Inghilterra raggiunse il milione di copie, ma anche dai Platters, Tom Jones e Johnny Cash.

Le versioni italiane, tra gli altri, sono di Nicola Arigliano, Adriano Celentano e Renzo Arbore, che la cantò con la New Pathetic Elastic Orchestra. La performance dei Platters divenne incredibilmente famosa anche in Russia, con versioni-parodia in cui le 16 tonnellate diventavano bombe da sganciare sull’America.

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