Il grande cancello di fronte a me si apre. Il mio secondo mondo parallelo mi sta spalancando le porte. E sono Zeus ed Aron ad accogliermi, due splendidi angeli con il corpo di cavallo. Zeus, imponente e maestosamente bianco, Aron che lo segue a ruota, come un’anima gemella, nero, di un nero che luccica sotto il sole.
Ed è veramente come oltrepassare un portale e trovarmi in un’altra dimensione. Intorno a me tanta pace. Una splendida casa padronale di altri tempi, immersa in un parco bellissimo di oltre quattro ettari, con una grande piscina e Chor, Margot, Marisol, Jack, Yuki, Jedi e Brandy, tanti dolcissimi cani di tutte le taglie che vengono, salutano e scorrazzano qua e là.
Sono a Porto X, una realtà davvero particolare in mezzo alla campagna del borgo di Lucignano in provincia di Arezzo. Un metaluogo, come lo definiscono Valentina Cidda Maldesi e Valentino Infuso, i suoi creatori. Vale e Vale, come si chiamano loro.
Valentina, attrice, performer, musicista, scrittrice, sensitiva e soprattutto ricercatrice dei misteri dell’Essere. E Valentino, scrittore, attore, musicista e studioso di Qi Gong, Kung fu e materie esoteriche.
Vale e Vale, due anime in cammino che si sono incontrate, o forse sarebbe meglio dire riconosciute in questa vita e che, proprio nel momento della crisi del Covid, hanno avuto l’intuizione di dare vita a Porto X.
“Questa era la casa di famiglia di Valentina…” ci spiega Valentino mentre ci conduce nel bosco delle ninfe, un boschetto ai margini del prato dove ci sono due banchetti di legno con carta e penna nel cassetto per consentire a tutti i “naviganti” che salpano da questo porto, o che tornano dopo un lungo viaggio, di poter mettere nero su bianco i loro pensieri e poi lasciarli lì agli spiriti del bosco e come dono per chi passerà dopo di loro.
“Era molto impegnativo per Valentina portare avanti la casa e tutta la proprietà intorno – continua a spiegare -. Ad un certo punto ha addirittura pensato di venderla. Poi piano piano l’idea ha preso corpo. C’era e c’è tuttora per chi vuole il bed and breakfast. Poi abbiamo deciso di dare ospitalità anche a chi non poteva permettersi di pagare, chiedendo in cambio solo aiuto e lavoro nella gestione di tutto questo spazio”.
“Poi ancora… – prosegue accompagnandoci sotto i gazebo a bordo piscina dove c’è ad aspettarci anche Valentina –, nel periodo duro delle chiusure del covid, abbiamo iniziato a pensare ad attività aperte a tutti, senza restrizioni. Abbiamo creato un piccolo cinema libero nell’antico ricovero degli attrezzi. E lentamente ha preso corpo tutto il progetto, con la proposizione di seminari, workshop, che noi chiamiamo viaggi, incontri di crescita personale singoli o di gruppo con l’utilizzo di tecniche teatrali e molte altre discipline”.
E le attività sono davvero tante. Basta guardare il sito – https://www.porto-x.com/ – alle voci “Viaggi ed Eventi” e “Percorsi” per rendersene conto.
Ma perché Porto X? Chiedo a Vale e Vale. Cosa significa questo nome particolare? Che simbologia c’è dietro?
“Cercavamo un nome che rendesse l’idea giusta di che tipo di possibilità desse questo luogo fisico – inizia Valentino –. Quella che più ci è sembrata rispondente è stata proprio quella del porto, anche alla luce del suo significato esoterico. Il porto è un luogo di passaggio, di incontro, di scambio, di commistioni, ma anche libero, difficile da contenere”.
“Poi ci siamo chiesti: Porto sì, ma Porto come? – continua – Il lampo mi è arrivato guardando X-Man, dove il Prof. Xavier racconta della sua scuola per giovani dotati dove insegna ai ragazzi ad usare al meglio i propri poteri. Ed allora ci siamo detti: eccola! E’ questa la realtà che vogliamo realizzare! Chiunque viene qui ha la possibilità di valorizzarsi per quello che è. Questo in realtà è quello che abbiamo sempre fatto nei nostri percorsi di sviluppo del Sé. Poi X è l’incognita, l’idea del viaggio; quando parti, non sai la meta come sarà, non sai come tornerai”.
“Non solo – prosegue Valentina – animicamente ci sentiamo molto affini al porto. Dal porto si salpa, si parte per non si sa dove, per poi tornare comunque trasformati. Il nome è in realtà un’essenza. Noi siamo, infatti, una realtà a parte, diversa da altre realtà anch’esse bellissime, tipo gli ecovillaggi. Funzioniamo in un altro modo. Funzioniamo in un modo che è affine alla nostra anima di solitari pazzi, viaggiatori. Questa non è una comunità, non è un luogo stanziale. E’ un luogo di passaggio, dove si viene, si va, si torna, a cui si approda e si riparte”
“Chi viene qui vive un processo, un’esperienza e poi si porta via un tesoro importante per continuare il proprio viaggio. Questo non è un punto di arrivo. E’ un porto, appunto. Noi ci collochiamo in questa percezione delle cose: la vita è un perenne viaggio, in continua trasformazione”, continua Valentina sorridendomi dolcemente.
E la Runa? Chiedo.
“Fra i vari significati della X c’è anche questo – risponde Valentina-. Rappresenta anche la Runa Gebo dell’antico futhark che io conosco profondamente. Ha un significato molto prezioso: quello del dono, dello scambio, della condivisione, del crocevia di incontri anche karmici”.
“Ma ci tengo a dire – prosegue – che anche il significato dell’incognita è fondamentale. Soprattutto in questo momento in cui si pretende di spiegare tutto, in cui l’umanità è stata abituata a cercare di capire perdendo di vista l’esperienza in sé, il vivere, che poi è in realtà l’unico modo di apprendere e comprendere, inteso proprio come prendere con sé quello che si è già vissuto. Ognuno di noi è un mistero insondabile, così come ogni istante di vita. E la vera meraviglia è che, pur essendo tutto un miracolo insondabile, è attraversabile. A noi ci è dato viverlo e viverci. Questa X rappresenta questo. Noi non sappiamo niente, ma di fatto possiamo vivere questa meraviglia e scoprire, apprendere, viaggiare, crescere”.
“E tutto questo – conclude – è legato anche ad un principio di fede profonda. La fede non è credere in una cosa specifica in maniera dogmatica. La fede è qualcos’altro. E’ affidarsi a ciò che avviene e lasciarsi meravigliare. Smettere di voler programmare e controllare tutto. E la nostra incognita, la X, appartiene proprio a questo flusso di fiducia, di fede”.
Vale e Vale sono davvero due persone particolari, due viaggiatori folli come anche loro sorridendo si definiscono. Ma in realtà nessuna definizione potrebbe contenerli. Sono veramente anime in un perenne percorso. Un po’ come il Matto, la carta senza numero che apre il mazzo dei 22 arcani maggiori dei Tarocchi. In cammino per percorrere tutte le tappe, arrivare alla realizzazione del Mondo, l’ultima, per poi ricominciare daccapo su un altro livello.
Incuriosita chiedo: ma come vi siete conosciuti, o meglio riconosciuti?
“Otto anni fa ho fatto un provino per uno spettacolo di Valentina” risponde Valentino.
“Ci siamo incontrati attraverso il teatro – tiene a precisare Valentina – ed è stato un riconoscimento abbastanza immediato. E lentamente abbiamo iniziato a fare dei lavori insieme”.
Si interrompe un attimo, sorride, guarda Valentino e prosegue: “Poi, con le chiusure del lockdown, abbiamo cominciato a impegnarci per dare vita ad altri mondi. Senza combattere, solo cercando di costruire altro. L’epoca della dualità è finita. E crediamo che sia necessario l’impegno di tutti per creare il nuovo mondo. Con spontaneità e accettazione della nostra essenza senza camuffarsi dietro maschere. Noi tutti questo siamo chiamati a fare. Ora”.
Che meravigliosa sincronicità! Ripenso a come è nata la mia idea di questa rubrica. Proprio dal seme che aveva iniziato a germogliare in me nella ricerca e nella costruzione di un’altra realtà. Un po’ quello che mi sta dicendo ora Valentina.
Ignorare quello che ci sta intorno, senza combatterlo con lo scontro diretto, ma impegnandosi a creare altri mondi. Perché una volta che, come Neo di Matrix, hai ingoiato la pillola rossa, non puoi più credere che quello che vivi sia la realtà, non puoi più non vedere che Matrix ti ha costruito un’artefatta gabbia dorata intorno.
“Io credo che il periodo che abbiamo vissuto e stiamo vivendo abbia dato anche un grande slancio e una grande opportunità per capire cosa sia veramente necessario – prosegue Valentina –. In realtà abbiamo bisogno di molto meno di quanto siamo abituati a pensare o crediamo di avere bisogno”.
“Viviamo in una società fondata sul ricatto, sui bisogni che tu hai -incalza Valentino –. Meno hai bisogno e meno sei ricattabile. Sperimentare il poter vivere senza niente di quanto artificiosamente crediamo essenziale è… essenziale. E attendere che arrivi quello di cui veramente non possiamo fare a meno. Crederlo. Nonostante le circostanze. Ovviamente non è stato semplice arrivare a questo. E’ stato un percorso che stiamo ancora percorrendo”.
Zeus e Aron sono venuti a farci visita. Si avvicinano lentamente. Veramente come due angeli custodi, guardiani di questo luogo. Un luogo in cui è palpabile non solo la pace ma anche l’energia. Sotto ai nostri piedi c’era un tempio etrusco e questo posto ha una storia molto antica, densa di vibrazioni.
Vale e Vale, ora che avete creato questo vostro sogno folle, questo vostro mondo parallelo, quale consiglio vi sentireste di dare ad una persona che vorrebbe fare altrettanto con un proprio progetto?
“Nessun consiglio. Non se ne possono dare. Chi siamo per farlo?- rispondono Vale e Vale -. Possiamo dare solo l’esempio di noi stessi, raccontare quello che si fa. Ognuno deve trovare la sua personalissima ed unica via, fatta di tante variabili che sono sue specifiche e di nessun altro. Ascoltarsi, senza giudizio. E poi lavorare su quello. Mettersi lì al servizio della scoperta del Sé”.
E, per concludere, se doveste definire con una parola questo vostro mondo parallelo, cosa direste?
“Meraviglia – mi dicono all’unisono -. In questo cammino non ti stupisci più, però ti meravigli sempre. Lo stupore, ciò che ti lascia attonito perché non ti rendi conto, ora non c’è più perché è tutto profondamente coerente. Quindi, qualsiasi magia accada, non ti stupisce più. Ma ti meraviglia sempre. Tutto è sempre una conferma, ma allo stesso tempo ti meraviglia sempre perché c’è appunto una magia che va oltre te. Quindi sì: meraviglia senza stupore. In trasformazione perenne”.
Ci incamminiamo verso l’ingresso. Il mio viaggio a Porto X sta per concludersi. Ma con la consapevolezza che vorrò sicuramente tornare ad approdare a questo porto. Abbraccio Vale e Vale sotto lo sguardo dolce e protettivo di Zeus e Aron, salutandoli con un arrivederci inteso proprio come un a rivederci. Si apre di nuovo il cancello del quale qualche ora fa ho varcato la soglia di questo mondo.
Salgo in macchina. Ho ritrovato il mondo di prima, ma ora ho con me un nuovo tesoro che mi accompagnerà nel viaggio: meraviglia senza stupore. Vivere accorgendomi della magia che guida tutto oltre me. Trasformando tutto e trasformando me ogni istante. Vivere affidandomi, nella fede. Vivere liberandomi di tutte le maschere che mi sono state poggiate sul volto, prima fra tutte quella della finzione di voler credere di poter capire.
Prendo il mio dono, ripromettendomi di tenere con me solo l’essenziale. E anche io, come il Matto, l’Arcano senza numero dei Tarocchi, come Vale e Vale, inizio il mio viaggio. Nella perfetta meraviglia della magia in cui sono immersa e che anche a me, come a tutti noi, è concesso attraversare.
Chiara Bennati
(Molte delle foto pubblicate ci sono state fornite da Porto X)