Prestazioni da ansia e tutela della Festa

Tutti al fianco della Sindaco se saranno confermati i pericoli per il Palio dal rinnovo dell’Ordinanza Martini

Siamo in quel periodo di attesa che separa la carriera di luglio da quella di agosto. Ancora non si sono spente le polemiche per la precedente che sembrano affacciarsi nuove nubi sulla Festa.

Credo che sia urgente risintonizzare tutti gli attori, per affrontare al meglio le prossime scadenze, sia sul tufo che fuori da esso: mi riferisco all’annunciata revisione dell’Ordinanza Martini.

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Riconducendo gli atteggiamenti di tutti gli attori all’interesse supremo di tutela della nostra Festa, argomentando e sostenendo le ragioni della intangibilità di ciò che rimane come elemento distintivo della unicità del Palio di Siena, ed evitando di assumere decisioni che offrano il fianco a valutare come pericolosi alcuni meccanismi che fanno parte di quella unicità. Tradotto: si cambia non sulla base di una spinta emotiva o perché sotto ricatto, ma sulla base di una valutazione che permette di adeguarsi al futuro senza stravolgere il passato.

Dunque rifacciamo il punto. L’invasione di campo del Sindaco sulla mossa nel dopo Palio sembrava essere stata smentita dalla maggioranza dei capitani che, incuranti (o indispettiti?) avevano chiesto allo stesso Bartolo Ambrosione di restare. Ovviamente è giunto scontato l’adieu di Ambrosione (che ha anche lui la televisione e ha sentito dichiarazioni degli uni e dell’altra), il cui comportamento appare, a mente fredda, condizionato da input contrastanti, e si è visto che tutto ciò porta ad una serie di decisioni sbagliate.

Ci pare che l’attesa della Ordinanza, riveduta e corretta, condizioni eccessivamente analisi e azioni dei vari attori. Potrebbe essere anche la causa, o almeno una concausa, che ha consegnato alla scelta dei capitani un numero limitato di soggetti, condizionando il lavoro dei veterinari comunali?

Ovvero il loro operato post batterie potrebbe essere stato fin troppo improntato alla prudenza, ottenendo l’effetto contrario, con la necessità di schierare sei soggetti esordienti?

Forse anche in questo caso bisogna ripartire dalle basi. Giova ricordare che l’Ordinanza Martini vide la città protagonista di un lavoro di squadra che coinvolse, oltre l’Amministrazione, anche una parte della opposizione.

Nicoletta Fabio

Il lavoro del sottoscritto assieme a Francesco Giusti e Maurizio Montigiani (entrambi all’epoca della Lega Nord) e Luigi De Mossi, permise attraverso vari incontri sia a Roma che in prefettura a Siena, di trasformarci da realtà sotto accusa ad esempio per le altre manifestazioni. Riuscimmo anche a far capire che senso ha il nostro Protocollo dei Farmaci in relazione alle norme dell’ippica e la sottosegretaria Martini ben comprese che mentre noi tutelavamo la salute dei cavalli nell’ippica si tutelava il diritto dello scommettitore.

Allora il risultato fu ottenuto con un governo locale ben diverso da quello nazionale e vi fu tutta una fase in cui abbiamo dovuto lavorare a luci spente per non scatenare le tifoserie delle opposte curve, ma oggi questo rischio l’Amministrazione locale non lo corre, il Governo nazionale coincide perfettamente, il sindaco è già stata convocata (settembre 2023) ad un tavolo tecnico presso il Ministero della Salute e ha espresso ottimismo per gli esiti della revisione normativa… E quindi questa ansia mal si giustifica, se davvero non ci sono problemi in vista. A meno che l’atteggiamento del Governo non sia così benevolo come descritto.

Anche perché alcuni segnali da quel settembre sembrano raccontare uno scenario non così tranquillizzante. Può darsi che mi sbagli, ma ad esempio una eccessiva traslazione nelle sanzioni sulla responsabilità oggettiva delle contrade per comportamenti tra i canapi “tradizionalmente entro i limiti della responsabilità soggettiva dei fantini” che porta poi a sanzioni di esclusione verso le contrade, il riapparire dopo molti anni del commissario UNIRE (Ministero dell’Agricoltura?)… A verificare cosa? Mi domando, visto che tracciato e fondo della pista sono già stati validati e non si sono modificati nel corso degli anni. Tutto ciò è un insieme di indizi o mera casualità?

Il Palio è cambiato sempre nel corso dei secoli, ma ha saputo adeguarsi senza stravolgersi, tuttavia da alcuni anni mi sembra in corso una normalizzazione che condiziona e modifica i comportamenti dei contradaioli (già mi pare una abnormità che la magistratura ordinaria intervenga per i fronteggiamenti fra contrade quando esse non sono fuori da alvei tradizionali, sottraendo alla Giustizia Paliesca il compito di regolare ed intervenire), la presenza in Piazza è stata modificata e scoraggiata con norme che sono mutuate da altri tipi di manifestazioni, e questo può essere tollerato e digerito, fino a che punto però?  

Se la Festa fosse in pericolo sarebbe giusto che la città ne fosse informata e che tutte le energie fossero attivate. E guai per chi dovesse sottrarsi al dovere di fare fronte comune.

Maurizio Cenni

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