Quando la toppa è peggio del buco…

La giustizia paliesca gestita con delibere “tragicomiche”, l’assenza di una “chiara cultura di Palio”

Leggendo le delibere delle proposte di sanzione notificate alle contrade e ai fantini, le precedenti considerazioni sul tema risultano addirittura generose, vero buonismo, per usare un termine tanto caro ai governanti attuali. Oltre alla riconferma della automatica applicazione della responsabilità oggettiva alle contrade che, evidentemente, in qualche caso hanno la possibilità di comunicare in tempo reale comportamenti ai propri fantini, compreso il cambio di posto, si assiste, fra le altre, e le delibere offrono davvero spunti tragicomici in abbondanza, ad una perla assoluta nel caso in cui si soprassiede a sanzionare perché il sindaco ha annunciato la modifica del regolamento, senza per altro sapere gli esiti dei lavori della Commissione. Come se un Magistrato non applicasse le leggi vigenti perché è in corso, anzi è stata annunciata non la revisione del Codice Penale, ma una discussione su eventuali modifiche!

Tanti fiumi di parole spesi per addebitare e poi una serie di marce indietro e di “addolcimenti” anche ammiccanti denotano scarsa cura nella fase di stesura, scarsa conoscenza del Palio e del suo Regolamento e assoluta mancanza di assunzione delle responsabilità. Ma tali addolcimenti non risolvono il problema originario del delirio del 101 per qualsiasi cosa accada con tanti saluti alla coerenza con se stessi e un grazie profondo dalla Contrada dell’Aquila che può rilevare coerenza e equanimità di applicazione della giustizia paliesca.

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Fra l’altro suona irrituale e lacunosa la decisione unilaterale del sindaco di modificare il Regolamento adducendo mancanze dello stesso. Forse si riferisce al fatto che il “tondino” non è menzionato, come per altro ovviamente non lo sono tanti altri comportamenti specifici, e sarebbe impossibile farne una lista, senza valutare che i tempi della mossa comprendono ampiamente tutto ciò che accade dal momento della chiamata tra i canapi in poi, anzi addirittura dal momento in cui i Fantini escono dalla Corte del Podestà poiché in quel momento passano alla “esclusiva dipendenza della Autorità Comunale e del Mossiere” come recita l’articolo 63 di quel coso stropicciato che si chiama Regolamento del Palio.

Diffido sempre delle modifiche fatte in base ad episodi contingenti, visto che comunque norme e consuetudini permettono sempre di trovare il bandolo della matassa.

Ma via ci sono problemi più gravi, in fondo prima o poi sapremo quali frutti avrà dato il lavoro solitario e sotto traccia nei confronti degli estensori della revisione della “Ordinanza Martini” che, siamo certi, non comporterà alcunché come avvenuto nel passato, a carico della Nostra festa. Oddio festa proprio festa rischia di non esserlo più, ma ce ne faremo una ragione.

Intanto armiamo i vigili, non si sa mai, che non è una operazione a costo zero, stiamo attenti, le armi costano, ci vuole la predisposizione di un locale adibito ad armeria con i requisiti di sicurezza previsti, bisogna fare addestramento periodico. Però durante il Palio oh, si badi bene, niente armi, tante volte qualcuno applicando la responsabilità oggettiva avesse in mente qualche strana idea di come regolare i conflitti!

Qualcuno ha detto che è dal 1986 che se ne parla e io aggiungerei e se non se ne è fatto mai di niente qualche motivo ci sarà stato! Però, nel caso la prefettura chiami i vigili a sostenere la lotta armata contro i pakistani, nel caso che al posteggio facciano resistenza meglio tutelarci.

Ho letto ciò che ha scritto sull’argomento Eugenio Neri, anche sui social e sono completamente d’accordo. Mi chiedo se sia possibile che dopo tutto questo tempo non sia stato, e non sia possibile, trovare una soluzione definitiva, accelerando le pastoie burocratiche e stabilendo lo status di queste persone e quindi agendo di conseguenza. Perché, se per i residenti capisco che la presenza possa apparire inquietante, e la percezione di insicurezza vale quanto la insicurezza effettiva specie se alimentata, mi sembra che le operazioni di sgombro siano soltanto un modo per apparire e non per risolvere, lasciando poi sempre al solo volontariato il compito di trovare soluzioni transitorie e tamponare.

Meno male che verranno piantati 40 olmi al parcheggio ex Campino di San Prospero, stai a vedere pensavo che esiste la seria intenzione di provare a utilizzare l’area ex Sita con un project financing per costruire un parcheggio che alleggerisca la sosta di San prospero e sia capace di risolvere il problema dell’attracco di bus turistici offrendo un servizio attrattivo della città… o no?

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