Supporters in Campo e la proposta di legge sulla partecipazione dei tifosi ai club sportivi

Riceviamo e pubblichiamo un contributo dell’Associazione nazionale SinC…

Negli ultimi mesi ha attirato l’attenzione di molti tifosi una proposta parlamentare che prevede di regolamentare il ruolo dei supporters nella proprietà dei club sportivi. L’iniziativa contenuta nel DdL C. 836/S. 1120 Molinari ‘Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive’ ha avuto un primo voto favorevole alla Camera e ha raccolto supporto quasi unanime delle differenti parti politiche.

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L’iniziativa legislativa, composta da nove articoli, mira a delineare modi di costituirsi e di operare degli ‘enti di partecipazione popolare’, ovvero associazioni o cooperative capaci di entrare nel patrimonio delle società sportive con quote di capitale sociale, e disciplinare alcune facilitazioni per il recupero dei titoli sportivi.

Supporters in Campo(SinC) – associazione di coordinamento nazionale delle associazioni di tifosi e dei club controllati dai tifosi – cui appartiene anche la senese Usd Millenovecentoquattro assieme a circa 40 realtà associative, pur riconoscendo la positività dell’iniziatica che mostra una sensibilità sul tema ha espresso in un lungo post le sue perplessità nei modi e tempi con cui è stato affrontato l’argomento.

Secondo SinC – L’aspetto positivo è sicuramente che finalmente le ragioni portate avanti dall’associazione nazionale nell’ultimo decennio iniziano a suscitare interesse del mondo istituzionale ma l’approccio nel merito e nel metodo con cui è stato portato avanti il percorso legislativo suscitano molte perplessità. In primis per il tentativo di legare e irrigidire un movimento ‘dal basso’ ancora giovane e che si è sviluppato in forme e modalità diverse, frutto delle peculiarità di ciascun territorio. Quindi per la formulazione attuale della proposta che si presta a facili strumentalizzazioni da parte dei club che a fronte di una minima apertura al capitale sociale hanno un nuovo canale per drenare risorse dai tifosi senza garantirgli una reale influenza nella conduzione del club.

La posizione di SinC sul tema è chiara, esistono già le forme associative adatte a portare avanti le iniziative spontanee dei tifosi, come dimostra il folto numero delle realtà esistenti. L’attuale conformazione del testo di legge non apporta un contributo significativo ma introduce elementi che irrigidiscono le forme adottabili e non tengono minimamente conto delle diverse vie adottate spontaneamente dai tifosi con successo. La mancata considerazione del contesto di partenza è senz’altro uno dei limiti dell’iniziativa legislativa, come anche i riferimenti ai modelli internazionali che mancano di un’analisi profonda se l’obbiettivo è quello di adattarli al nostro Paese: Barcellona e Real Madrid non sono ”azionariati popolari” – definizione priva di senso in ogni contesto – ne lo è il Bayern Monaco e tantomeno il modello tedesco è solo il 50+1, anzi.

I tifosi hanno diverse vie per far sentire la loro voce e, se questo è il vero obbiettivo della legge, non è necessario fargli comprare quote o azioni, ma semplicemente creare un ambiente positivo di dialogo tra le parti affinché la volontà di ‘partecipazione attiva’ possa svilupparsi in idee e concretizzarsi in progetti condivisi tra supporters, club e istituzioni a tutti i livelli.

Come evidenziato da SinC nella memoria depositata in sede di audizione informale alla Commissione Cultura della Camera, la vera sfida è di carattere culturale, purtroppo aspetto non affrontato ne considerato nella proposta di legge, e consiste nel far comprendere a club e istituzioni l’apporto positivo che i tifosi, adeguatamente organizzati e strutturati, possono dare al sistema e dall’altro per i supporters stessi è fondamentale la presa di coscienza del ruolo che possono giocare e delle responsabilità che devono assumersi per migliorare il calcio nel suo complesso. Questo percorso necessità di tempo, coordinamento tra tutti gli attori e una volontà condivisa di sviluppare una vera partecipazione attiva, e inevitabilmente servono risorse e investimenti da dedicarci, seguendo magari l’esempio della FIGC che da qualche tempo collabora con il network dei tifosi.

Vedremo gli sviluppi anche considerando le possibili modifiche nel percorso al Senato dove da tempo c’è anche una proposta parallela, anche questa densa di criticità.

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