Siena al bivio tra città vetrina e identità inviolata

Intervento di Claudia Cardone, esperto OCSE per le politiche di innovazione

Siena, una delle gemme della Toscana, si trova oggi ad affrontare una sfida crescente: il sovraffollamento turistico, o overtourism. Secondo un recente indice, la provincia è entrata nella lista dei territori a “rischio alto”, posizionandosi al 18° posto a livello nazionale. Questo rappresenta un netto peggioramento rispetto agli anni precedenti e la pone, insieme a Firenze, tra le province toscane più colpite e a maggior rischio per i suoi residenti.

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La pressione del turismo sulla città reale

L’ingente afflusso turistico, in particolare durante l’alta stagione, sta mettendo a dura prova le infrastrutture e i servizi pubblici. Indicatori come il rapporto turisti/residenti e l’aumento della produzione di rifiuti urbani evidenziano una crescente saturazione, che compromette direttamente la qualità della vita di chi abita stabilmente il centro storico. La “turistificazione” sta gradualmente trasformando Siena in una “città vetrina”, orientata quasi esclusivamente al visitatore, a scapito della sua comunità locale.

Questa trasformazione si manifesta in diverse problematiche:

  • Proliferazione degli affitti brevi: Il numero di locazioni turistiche brevi è aumentato in modo esponenziale. Nel solo Comune di Siena, le locazioni sono passate da 389 nel 2019 a 808 nel 2023, con fonti locali che riportano oltre 1.350 abitazioni destinate a questo scopo solo nel capoluogo.
  • Crisi abitativa per i residenti: La conversione degli immobili a uso turistico ha un impatto diretto sul mercato immobiliare. L’offerta di case in affitto a lungo termine è drasticamente diminuita, mentre i prezzi per i pochi alloggi disponibili sono aumentati significativamente, con un incremento del 21% dei canoni di locazione in un solo anno per la provincia.
  • Spopolamento del centro storico: Le conseguenze sono evidenti: giovani coppie, studenti e famiglie faticano a trovare una casa a prezzi accessibili e sono costretti a spostarsi altrove. Questo processo porta a un progressivo spopolamento del centro storico, che perde la sua vitalità sociale e si svuota della sua identità residenziale.

Il dibattito in corso e la trasformazione commerciale

Il fenomeno non è passato inosservato. A Siena, come in altre città d’arte, si è aperto un dibattito acceso tra forze politiche, associazioni di categoria e organizzazioni dei residenti. La principale preoccupazione è trovare un “equilibrio sostenibile” tra i benefici economici del turismo e il diritto dei cittadini a vivere la propria città. Si sta discutendo di possibili regolamentazioni per gestire i flussi turistici e limitare l’espansione degli affitti brevi.

Purtroppo, la stessa forza che spinge i residenti a lasciare i centri storici sta anche modificando profondamente il tessuto commerciale, con effetti devastanti sull’artigianato e l’enogastronomia locale.

La “monocultura turistica”: dal prodotto locale all’omologazione

Quando un centro storico si orienta quasi esclusivamente al turismo, il suo tessuto commerciale si trasforma radicalmente, dando vita alla “monocultura turistica”. Questo processo ha conseguenze dirette sui negozi tipici:

  • Aumento degli affitti commerciali: I proprietari degli immobili tendono a preferire catene di negozi internazionali, fast-food o attività di souvenir, che generano un fatturato più alto e possono permettersi affitti esorbitanti. Le botteghe storiche di artigianato, i fornai o le osterie a conduzione familiare non riescono a competere e sono costrette a chiudere.
  • Declino dell’autenticità: Anche i negozi di artigianato che sopravvivono spesso devono adattare la loro produzione per soddisfare la domanda del turista di massa, vendendo prodotti di qualità inferiore o oggetti di poco valore. Questo mina secoli di tradizione e declassa l’arte e la maestria degli artigiani locali. Lo stesso vale per l’enogastronomia: ristoranti autentici cedono il passo a locali che offrono menù turistici standardizzati.
  • Perdita dell’identità culturale: La conseguenza è una perdita di identità. I centri storici, un tempo cuore pulsante della vita cittadina, si trasformano in un’unica, omogenea “vetrina” turistica, perdendo la loro tipicità e la loro anima.

La crisi settoriale

  • Crisi dell’artigianato storico: I dati evidenziano un’allarmante “fuga” dal mondo dell’artigianato nella provincia di Siena. Tra il 2012 e il 2022, si sono perse oltre 2.000 botteghe, con un calo del 20%. La crisi non riguarda solo la mancanza di ricambio generazionale, ma anche la difficoltà per chi ha esercitato per anni di competere in un mercato in rapida evoluzione. L’artigianato “storico” — che include ceramisti, pellettieri, calzolai, corniciai, falegnami e sarti — è il più colpito.
  • Chiusura di negozi storici: La crisi del commercio locale è un fenomeno riconosciuto anche dalle istituzioni. Un esempio concreto è la chiusura di uno storico negozio di abbigliamento in Via Simone Martini a fine 2024, dopo 56 anni di attività, a causa della concorrenza del commercio online e della difficoltà di reperire prodotti di qualità.
  • Danni per l’enogastronomia: Anche per l’enogastronomia il quadro è complesso. Eventi come “Wine&Siena” o “EVO in Siena” attraggono un turismo specifico e di qualità. Tuttavia, il rischio è che l’offerta si standardizzi, privilegiando l’esperienza “turistica” a scapito dell’autenticità. Il piano strategico e operativo 2024-2030 del turismo di Siena mira proprio a evitare una “gentrificazione turistica” che porterebbe alla perdita di identità e di qualità.

Le reazioni delle Istituzioni

Il problema è diventato così evidente che il Comune di Siena è intervenuto per cercare di tutelare il centro storico. La giunta comunale ha approvato una variazione al regolamento per il commercio, introducendo nuove regole per evitare l’apertura indiscriminata di attività che snaturano l’identità del centro. Per incentivare l’apertura di negozi legati all’artigianato artistico e ai prodotti tipici, sono stati previsti incentivi e sgravi fiscali, come l’esenzione dalla TARI e bonus per chi lavora sui costumi del Palio o è under 35.

In sintesi, la situazione è un riflesso della “monocultura turistica”: le attività commerciali tradizionali, come negozi di oggettistica e tessuti tipici, artigianato e piccole botteghe alimentari, sono in profonda sofferenza e il loro futuro dipende dalle misure che verranno adottate per proteggere il tessuto sociale ed economico della città.

I rischi di un futuro non sostenibile

Se le misure attuali non dovessero essere sufficienti, le ricerche indicano che il processo di “turistificazione” di Siena si intensificherà, portando a conseguenze molto negative e potenzialmente irreversibili. Ecco i principali scenari che potrebbero verificarsi:

  1. Spopolamento definitivo del centro storico: La gentrificazione, ovvero il fenomeno per cui i residenti sono sostituiti da attività turistiche, si completerebbe. Senza un’offerta abitativa sostenibile, la comunità locale — fatta di famiglie, studenti e lavoratori — continuerebbe a lasciare il centro. Siena rischierebbe di diventare una “città fantasma” al di fuori degli orari di punta, con strade animate solo dai turisti durante il giorno e deserte la sera.
  2. Perdita dell’identità e dell’autenticità: I negozi di artigianato, le botteghe storiche, le osterie e le attività tradizionali verrebbero soppiantati da un’offerta commerciale omologata e ripetitiva. Il centro storico perderebbe la sua unicità e la sua anima, diventando indistinguibile da quello di altre città d’arte simili, ridotto a una mera vetrina per i turisti. Si avrebbe un declino del patrimonio culturale immateriale, ovvero le conoscenze e le tradizioni che si tramandano da generazioni.
  3. Aumento dei prezzi e calo della qualità: La concentrazione di B&B e affitti brevi farebbe lievitare ulteriormente i costi immobiliari, rendendo la vita ancora più difficile per chi non è nel settore turistico. Paradossalmente, un turismo eccessivo e non regolato potrebbe alla fine danneggiare la stessa attrazione turistica, facendo percepire Siena non più come una città autentica e ricca di storia, ma come un parco a tema, portando un calo della qualità dell’esperienza e un’immagine negativa a lungo termine.
  4. Impatto sui servizi e sull’ambiente: L’eccessiva pressione sui servizi pubblici, dalla gestione dei rifiuti alla mobilità, diventerebbe insostenibile. La città potrebbe non essere in grado di gestire i flussi di persone, con conseguenze negative sull’ambiente urbano e sulla vivibilità generale. La mancanza di residenti e il dominio di attività turistiche ridurrebbero anche il dibattito civico e la partecipazione alla vita della città. Questo include l’impatto sui consumi energetici e idrici, la gestione dei rifiuti e l’impronta ecologica complessiva. Senza un’attenzione mirata a politiche di risparmio energetico e allo sviluppo di una vera green economy nel settore turistico, l’equilibrio ambientale della città e della provincia potrebbe essere seriamente compromesso, rendendo difficile raggiungere gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo (riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050).

Le Contrade: guardiani dell’autenticità e della sostenibilità

Nel cuore di questa sfida, le Contrade di Siena emergono come attori fondamentali per il futuro autentico e sostenibile della città. Lungi dall’essere attrazioni turistiche, esse sono l’espressione più profonda del popolo senese e il vero baluardo contro la “vetrinizzazione”.

Le Contrade possono agire su più fronti:

  • Presidio della Comunità Residente: Essendo le prime sentinelle del territorio, possono supportare i contradaioli (e non solo) nella ricerca di soluzioni abitative a lungo termine e a prezzi accessibili, contrastando la crisi immobiliare e promuovendo iniziative per incentivare i giovani a restare o tornare nel centro storico, rafforzando i legami sociali.
  • Tutela del Saper Fare Tradizionale: Possono difendere l’artigianato e l’enogastronomia autentica attraverso il riconoscimento di botteghe storiche, la messa a disposizione di spazi per attività tradizionali e la promozione di eventi non orientati al turismo di massa. È cruciale che supportino la trasmissione di conoscenze e tecniche, spesso legate anche alla preparazione del Palio.
  • Voce Collettiva e Sensibilizzazione: Rappresentando una forza sociale radicata, le Contrade hanno il potere di dialogare con le istituzioni per proporre soluzioni e regolamentazioni necessarie, fungendo da cassa di risonanza per le istanze dei residenti. Possono anche avviare campagne di sensibilizzazione verso un turismo più consapevole e rispettoso.
  • Promozione di Pratiche Sostenibili: All’interno dei propri rioni, le Contrade possono essere veicolo di buone pratiche ambientali, sensibilizzando sul risparmio energetico, sulla gestione dei rifiuti e sull’adozione di comportamenti che contribuiscano agli obiettivi di una green economy urbana.

In tal modo, le Contrade non solo custodiscono il passato e le tradizioni secolari di Siena, ma si pongono come difensori attivi di un futuro in cui la città possa prosperare mantenendo la sua anima e la sua vitalità per chi la vive quotidianamente e per le generazioni future.

Un futuro da scrivere

Il paradosso è che lo stesso turismo, forza propulsiva della gentrificazione, rischi di trovarsi di fronte a un centro storico divenuto una scenografia vuota, spoglia di volti, storie e tradizioni. Il turista, soprattutto quello colto, non cerca, infatti, un museo, ma una città che pulsi di vita: quando percepirà che l’autenticità è stata sacrificata per il mero profitto, l’incanto svanirà e il flusso si esaurirà.

Se l’ultimo artigiano chiuderà la sua bottega e l’ultima famiglia senese sarà costretta a lasciare il centro storico, cosa resterà di Siena? Una vetrina per turisti o il cuore pulsante di una comunità con tremila anni di storia? La risposta, forse, non è più nelle mani del tempo, ma nelle scelte che faremo oggi.

L’anima di Siena risiede nelle sue Contrade: per generazioni hanno difeso e tramandato l’identità, i legami e le tradizioni della città. Oggi, una minaccia silenziosa si sta diffondendo, e non ha il volto di un nemico esterno, ma la maschera del progresso turistico senza controllo. La gentrificazione sta svuotando le strade, cacciando una famiglia alla volta e sostituendo i contradaioli con domiciliantii/visitatori di passaggio. Questo fenomeno non è solo una perdita per i senesi, ma una ferita aperta nel cuore di ogni Contrada. Cosa resta, infatti, di una Contrada se le sue strade diventano una vetrina senza abitanti? È tempo che il cuore pulsante di Siena si accorga di questa emorragia e torni a essere non solo custode del passato, ma anche difensore del futuro.

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