Il nuovo AD, Luigi Lovaglio, banchiere di esperienza, è atteso dal nuovo “Piano industriale” all’esame della EU: decisivo sarà convincere inoltre gli investitori privati a sottoscrivere l’aumento di capitale sociale necessario (2,5 miliardi) a fianco dello Stato (Mef).
La necessaria discontinuità con Bastianini è iniziata con la lettera inviata, subito dopo l’insediamento, a tutti i 21 mila dipendenti della banca, l’asset di gran lunga più importante dell’Istituto senese, di fatto non considerato come doveva dall’ex AD sfiduciato dal “Tesoro”.
Il nuovo piano industriale al quale ora il nuovo AD sta già lavorando dovrà essere convincente per l’Europa e per i soci privati. La ristrutturazione indispensabile dovrà essere validata dalla commissione EU per ottenere la proroga degli aiuti di Stato, ma soprattutto dovrà essere valutata positivamente dalla BCE in termini di adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica…
L’aumento dovrà essere di almeno 2,5 miliardi di euro. Al Tesoro che detiene la maggioranza assoluta del capitale sociale con il 64,23% toccheranno circa 1,5 miliardi; la vera sfida sarà certamente convincere gli investitori privati a sottoscrivere circa un miliardo di euro a fianco dello Stato.
Il Ministro Daniele Franco ha dichiarato che “è importante che banca MPS diventi più solida, continui a svilupparsi avendo ben presente che in futuro potrebbe esserci una partnership o altro ancora, ma è assolutamente importante che si consolidi e mantenga radici, brand, rapporto con i territori” che sono le caratteristiche che hanno in passato premiato è quello della più antica banca in Europa.
Sarà dunque da affrontare certamente il problema degli esuberi: per ora il tetto è fissato a 4000 persone, il 20% circa dell’attuale forza lavoro della banca. Questo avverrà per la maggior parte attraverso uscite volontarie. Per questo sugli “esodi” sono da bandire con forza inutili allarmismi interessati di natura sindacale e partitica…
Altro tema di attualità per la banca MPS, un capitolo purtroppo non proprio marginale è l’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano. In questa situazione per MPS salgono a 10 gli indagati per i crediti deteriorati della Banca; oltre a Profumo, Viola e Salvatori sono emersi i nomi dei loro successori Morelli, Falciai e Bartatti oltre a Tononi. I risultati sono certamente da accertare in giudizio, ma questa iniziativa giudiziaria forse peserà non poco sul riassetto del gruppo.
La questione più importante rimane comunque la attenzione necessaria alle risorse umane: i dipendenti sono di gran lunga l’asset più importante della banca, di qualsiasi banca e ancor più di MPS, per qualunque strategia di possibile aggregazione e non solo.
Il tema non è certo banale: o si recupera una capacità di guida che professionalizzi le funzioni, motivi di più le persone e crei “attaccamento alla squadra” valorizzando chi merita oppure il declino della banca continuerà purtroppo inevitabile.
La speranza è che questa presa necessaria di coscienza, a tutti i livelli, maturi e possa dare nuovamente i frutti positivi che non ha portato certo il recente passato gestionale, con le conseguenze reali sotto gli occhi di tutti e che nessun comunicato sindacale o di partito può mettere seriamente in dubbio.
Gianfranco Antognoli
(Le foto sono prese da immagini pubbliche di Facebook)