Chiara Bennati porta Akhet a Torino

La scrittrice senese ha unito in un libro le tredici storie raccontate su SienaPost

Il luogo dove tutto nasce e tutto s’addormenta. Geroglifico trasformato in parola, “Akhet” è anche visione lontana, momento di moltiplicazione e cambiamento. Una definizione vasta che non poteva non sedurre Chiara Bennati, senese, avvocato, dipendente delle Poste, contradaiola, scrittrice.

Con “Akhet” e con “Come Crisalidi”, editato un paio di anni fa, Chiara è in questi giorni al Salone del libro di Torino, alla ricerca di incoraggiamenti più che di consacrazioni.

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Forza Chiara, dai Chiara, il nostro incitamento è totale. Perché le vogliamo bene, ma anche perché “Akhet” (Sbs Edizioni, 2024), l’ultimo nato, è per la quasi totalità fatto di pagine prelevate al SienaPost.

Tredici storie che Chiara ci propose di scrivere, quando ancora non sapeva quanto sarebbe andata avanti. Erano i suoi mondi paralleli, “realtà diverse che – ci disse – esistono grazie all’energia dei sogni di chi le ha prima immaginate, poi sentite con il cuore ed infine portate a concretizzarsi, un pezzettino alla volta. Ed allora, se in tanti, tutti insieme, piano piano, iniziassimo a fare altrettanto, forse davvero qualcosa potrebbe cambiare”.

Se scrivere è stata sempre una sua passione, se non addirittura un bisogno fisico, editare è un “vizio recente”. E la prima volta in assoluto Chiara la celebra a inizio 2022 con Elisir di Parole, opera collettiva romana all’indomani di un corso di scrittura creativa post Covid cercato per sfuggire a isolamento e costrizioni.

Il burbero asceta, ma anche le spighe fluttuanti dell’imprenditore di internet, l’artista del bosco, il percettore dell’orto e l’istruttore di arti marziali. E anche il viaggiatore seriale, la massaggiatrice idealista e la comunità cattolica residente. O l’arcadia dei tempi nostri, una fra le tante storie che per capirle ti ci devi un po’ abituare.

Akhet lega tutte queste narrazioni che diventano 2.0 rispetto l’iniziale ambientazione dei mondi paralleli. Come le ha trovate ancora ce lo stiamo chiedendo. Siamo portati a ritenere che Chiara non abbia fatto alcuna ricerca scientifica ma si sia fatta trasportare dal proprio polarismo e dalla propria necessità di cercare persone non condizionate. Che si nutrono dell’essenza… dell’essere.

E quando Chiara queste persone l’ha trovate, l’ha ascoltate, rapita, devota, grata. Piena di stupore.

Il merito fondamentale di Chiara è a mio parere la sua abilità di vedere e ascoltare per poi tramandarci lo stupore provato.

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