Dire Istrice è troppo facile? Allora, Istrice sia

Il valore delle accoppiate come lo percepiamo a SienaPost. Ma tutto è fluido

Cantano Montone, Oca, Istrice e Selva, vincono Lupa e Oca, nessuno cade, nessuno sbatte, quando ci si metterà a sedere per cena stasera il Palio avrà fatto il suo giro di boa nelle prove.

Sappiamo di correre il rischio di stancare a parlare di accoppiate, soprattutto perché alcune sono già evidenti, ma in fondo, nei lastricati fuori dalle certezze delle stalle questo è un po’ il solo argomento. Quant’è migliorato quello? Come parte quell’altra?

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Allora, una prima cosa. Sarà un caso ma ci sembra che ci sia un non detto sulle mosse future. Sia il giovane Sanna ieri sera, che l’espertissimo Tittia questa mattina, hanno scelto di tenersi un paio di metri lontano dagli steccati.

Non certo perché il manovratore del mortaletto mangia abitualmente fagioli, ma perché proprio lì s’arricciola il canape quando cade se la mossa è un po’ anticipata. E spesso cavallo e fantino vanno giù a pera cotta. Con le nove schierate, se si riduce di due metri lo spazio di incolonnamento, con più d’una che dopodomani si darà noia a vicenda, potrebbe essere un problema e ci sarebbe una conseguente riduzione del corridoio della rincorsa. Basteranno le assicurazioni di Bircolotti sulla propria prontezza?

Ancora su Bircolotti e dintorni. Se Bellocchio fa un segno e richiede tempo per aggiustare un finimento, il mossiere accorda e fa uscire tutti. Se Velluto usa la sgradita ma comune abitudine di far da cancello alla rincorsa prima di reclamare su qualcosa che gli succede… lo si lascia fermo al verrocchino. Servirà qualche parola di chiarimento con capitan Bruni per capire se è stata sfortuna e la volontà era solo quella di abbreviare una mossa già inutilmente lunga oppure siamo in presenza dell’introduzione di nuove convenzioni sulla mossa.

Andrea Sanna – Tabacco (Selva) – Con tutta la stima, ma seppur giusto l’accoppiamento cavallo vecchio fantino giovane, seppur indovinata la scommessa su un ragazzo che sa già come lavorare in una contrada che poco più di un anno fa ha vinto, per ora l’accoppiata scende a precipizio nelle quotazioni. Ieri dal primo posto Sanna riduce redini per far alzare la testa a Tabacco e non partono bene, oggi entrambi sono risultati carenti in un fondamentale del Palio, la rincorsa; e il fiancare comunque, anche se la Lupa ostruiva il corridoio interno, è sembrato più il liberarsi di un’angoscia che una soluzione tecnicamente valida. Ci viene un dubbio che non sappiamo confermare… Mica si sarà pensato di usare gli speroni con un cavallo cresciutello come Tabacco? Perché potrebbero essere una spiegazione del comportamento del cavallo stamani. Di certo è che Andrea Sanna il suo soprannome se lo gioca già stasera quando sarà nono, prima della Chiocciola che monta il suo Comancio.

Giuseppe Zedde detto Gingillo – Comancio (Chiocciola) – E’ l’incontrario della Selva, e anche qui è tutto giusto: fantino vecchio (scusa Giuseppe!) e cavallo giovane. Il sei anni, figlio di Pantuosco deve essere un soggettino, mamma Pantard lo sgrava per capodanno del 2018, quindi lo spumante era già nei calici. Quando ha tre anni corre a Chilivani. Ma né sulla distanza lunga né su quella intermedia si piazza; oltrepassato il Tirreno invece si rivela cavallo che nei futuri palii potrà dire la propria. Obbiettivamente è difficile, anzi sarebbe inutile cattiveria, metterlo nel novero dei favoriti già in questo mezz’agosto… Un fatto però è che il valore dell’accoppiata è salito tantissimo in due prove. Parte terzo ieri con Gingillo bravo a portarlo sul corridoio interno; e parte primo oggi dai canapi bassi. Molto bene.

Giovanni Atzeni detto Tittia – Viso D’Angelo (Istrice) – Può esser importante riferire che Viso d’Angelo oggi fianca primo ma è respinto dal canape? E vale un “più” o un “meno”? La prontezza di fantino e cavallo, soprattutto a vedere la rincorsa di ieri, sono da libro di testo. Qualche giorno fa, uno dei suoi attuali contradaioli, in un contesto diverso, ci diceva che il problema non è quant’è più bravo Tittia, ma quanto sono scarsi gli altri. questa è una delle accoppiate su cui tutto è certo: Viso d’Angelo trova Tittia la prima volta in piazza, ma arriva dalla sua scuderia; ha una genealogia che si può far risalire a Ribot e War Admiral. Diciamo che è stabile perché non c’è più niente sopra ad essa.

Jonatan Bartoletti detto Scompiglio – Veranu (Valdimontone) – Dagli steccati bassi, con il Nicchio attaccato, il Montone è scattato ieri in avanti secondo alla sola Lupa e poi ha mostrato l’accelerazione necessaria a scurvare avanti. Oggi aveva una posizione meno favorevole ma c’era. Sia cavallo che fantino sono entrambi forti, il loro attuale obbiettivo non è quello di mostrarsi migliori o più affiatati, ma è capire di qui a dopodomani quali saranno coloro che non gli creeranno svantaggi. E nel frattempo si deve ricordare a sé stessi che quanto a meriti in partenza non ci sono handicap. Il valore dell’accoppiata è, e resterà, molto alto.

Carlo Sanna detto Brigante – Ares Elce (Oca) – Il solo Palio di luglio nel Leocorno, terzo, ha detto a Fontebranda che quello era un soggetto per cui saltare. L’accelerazione alla vita data a Carlo Sanna dal filotto di palii vinti lo sta cambiando: oggi per l’eventuale azzardo si indugia solo all’inizio. Per due volte a fiancare accanto alla Chiocciola, le ha dovuto riconoscere il maggior dinamismo… Ares tuttavia è cavallo che c’è anche al terzo giro e stamani Sanna ne ha provato la tenuta prima di vincere la prova. Entrambi non hanno mostrato abbastanza per esser messi a livello di molte delle contrade precedentemente trattate.

Elias Mannucci detto Turbine – Zentiles (Leocorno) – Paolo Corsi, il commentatore più intraprendente che si aggira fra le emittenti (noi compresi) dice qualcosa a trecentosessanta gradi che probabilmente vorrebbe che fosse ascoltato dal suo capitan Minucci. Zentiles è il più forte di tutti. Preso alla quarta tratta, dopo averne vinte tre, è avvicinato a Siena dalla scuderia di Dario Colagé. Corsi lo ripete perché in Pantaneto si vorrebbe cedere al traguardo intermedio dell’allungare la striscia negativa della Civetta? E per questo la mossa di stamani non è stata delle migliori? Fosse così, Mannucci ci deve fare una pensata: potrebbe essere per lui l’ultima occasione di montare un bombolone. Giudichiamo l’accoppiata stabile, tendente al ribasso, soprattutto perché le strategie dell’Uni non sembrano ancora definite.

Enrico Bruschelli detto Bellocchio – Zenis (Civetta) – La prima cosa che ci viene in mente è che il Castellare è il luogo dove il babbo di Enrico non ha vinto ma è stato a lungo coccolato e aiutato a crescere. Questa roba, unita alla passione di Capitan Papei, dovrebbe far riflettere il Bruschellino, autore anche di Palii pregevoli negli ultimi tre anni, ma sempre terzo o quarto nel novero dei desiderata delle dirigenze: la moneta che chiedono i civettini è di provare entusiasmo. Chiuso ieri sera, oggi ha fatto molto meglio nonostante il Leocorno accanto, mostrandosi galoppatore quanto la Chiocciola e guadagnando per primo il San Martino. Il valore d’accoppiata dovrebbe essere in pareggio, ma la giudichiamo in crescita perché il Castellare può essere un moltiplicatore di vitalità.

Federico Guglielmi detto Tamurè – Brivido Sardo (Nicchio) – Se tanto valore si vuol dare a Veranu che il mese scorso è arrivato secondo dietro a Tabacco, lo vogliamo ricordare che nella foto della vittoria c’ha messo il muso anche Brivido Sardo? Quindi se il potenziale valore di cavallo si valuta in scarti di centesimi di secondo, la differenza tra Nicchio e la sua avversaria la faranno i fantini, le strategie, le tattiche, gli accorgimenti. Ieri Tamurè per lungo tempo non ha trovato posto fra Onda e Leocorno, è stato dietro, è stato indeciso… Le sue quote scendevano… ma dopo un dentro/fuori ha scelto di porsi accanto al Montone, grintoso, quasi vendicativo, quasi a dargli la colpa che quella mancanza di posto dipendesse dal fatto che Scompiglio appunto era fedele al suo nome e continuava ad alzare l’allineamento. Poco dopo sono partiti, avanti il Montone con il Nicchio accanto che si è subito rialzato. Stamani la partenza è stata migliore ed a lungo il giubbetto dei Pispini ha galoppato in testa. Come detto, mentre per il Montone è tutto chiaro, il Nicchio deve mettere in fila tutte le sue opzioni: il cavallo per quanto lo si voglia nascondere invece c’è e Guglielmi è un ragazzo che molto può dare e ricevere dai Pispini. Nel frattempo accoppiata stabile sulla sufficienza risicata.

Dino Pes detto Velluto – Benitos (Lupa) – Ci dobbiamo attendere una lunga serie di discussioni invernali in Comune dove la Lupa tenterà di sfuggire a una dura squalifica vittimizzandosi di fronte al potere della “sindaco avversaria”, loro che contano molto nel partito di maggioranza relativa in Comune? E non è confondere culo e quarantore perché nel Palio, chi lo sa fare, usa tutto, usa la vita per avvantaggiarsi. Dino Pes però è della generazione che sta passando… Ex fantini ci tediano sul fatto che loro, praticamente poco più coetanei di Dino, sapevano fare cose che i contemporanei non sanno fare. Perché davvero tanto si potrebbe fare, soprattutto di concerto con le risorse delle dirigenze. A noi al momento ci interessa capire: la prima cosa che si è detta di Dino Pes in tempi recenti è la sua professionalità nell’allenarsi, l’altra cosa che viene detta è che Benitos è un cavallo di cui scientemente non si vogliono decantare i meriti. Ieri la coppia è partita prima, oggi è stata lasciata ferma al canape da un errore di valutazione e dal mossiere. Non è così male. Coppia che è già oltre la sufficienza e sale.

Sebastiano Murtas detto Grandine – Canarinu (Onda) – Ci spiace Sebastiano, ma abbiamo ancora negli occhi lo schianto con Anda e Bola, lo stesso che non abbiamo saputo perdonare a Tempesta. Dodici palii corsi, sedere sopra Morosita e Porto Alabe, ma anche Schietta, Reo Confesso, Solo Tue Due, quattro cadute, nessuna vittoria nonostante possa esser ritenuto fantino di scelta medio-alta. Nell’Onda trova l’ambiente migliore, con il solo obbligo di lasciare che il cervello pensante sia capitan Toscano. La strategia del momento sembra sia di far lavorare Canarinu senza evidenze, quindi partenze che non sono state mediocri e qualche curva. Zitti zitti piano piano. Grandine si sarà rimesso dallo choc fra due giorni? Riuscirà a interpretare bene le molte cose che gli verranno chieste e ciò nonostante fare un bel palio per la contrada Capitana? In attesa di vedere altro, il valore dell’accoppiata è sull’insufficiente non grave.

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