Fine vita: a Siena confronto su cure palliative e suicidio assistito

Un evento pubblico voluto dal Pd a Palazzo Patrizi tra vuoti normativi e scelte personali

Un tema tanto delicato quanto urgente, quello affrontato mercoledì 21 maggio a Palazzo Patrizi, a Siena, in un incontro promosso dall’Unione Comunale del Partito Democratico. Cure palliative e suicidio medicalmente assistito: due facce di un momento esistenziale che chiama in causa diritti fondamentali, responsabilità mediche, vuoti legislativi e coscienza civile. La moderazione è stata affidata a Giulia Periccioli, della segreteria UC con delega alla sanità; in apertura, i saluti di Rossana Salluce, segretaria comunale del PD.

Al centro, il diritto di ogni persona ad essere accompagnata nel proprio percorso di sofferenza senza essere abbandonata. A ricordarlo è proprio Periccioli, sottolineando l’importanza delle cure palliative, che non sono una rinuncia ma un presidio di dignità, e al contempo evidenziando il vuoto normativo che avvolge ancora il suicidio assistito, nonostante la sentenza della Corte costituzionale del 2019. Un tema che scuote le coscienze e spesso divide, come ha testimoniato anche la presenza delle contestazioni dell’associazione ProVita, richiamate nel suo intervento dalla consigliera regionale Anna Paris.

- Advertisement -

Paris ha rivendicato il percorso intrapreso dalla Regione Toscana per dare attuazione concreta alle indicazioni della Consulta, nel rispetto della volontà individuale e dentro un quadro normativo chiaro. Un impegno che ha visto convergere le forze politiche di centrosinistra, in sinergia con le 10.000 firme raccolte dalla proposta di legge popolare promossa dall’Associazione Coscioni. Il disegno toscano prevede una procedura attenta e multilivello, che parte dalla valutazione della patologia, coinvolge un organismo multidisciplinare in ogni USL, una commissione etica regionale, e include un rafforzamento del percorso di accesso alle cure palliative, che – ha ricordato Paris – erano assenti nella proposta Coscioni.

Un tema di “civiltà”, lo ha definito Roberto Monaco, presidente dell’Ordine dei Medici di Siena. Civiltà è non restare inerti di fronte al dolore. Civiltà è rispettare l’autodeterminazione del paziente, come indicano anche l’articolo 32 della Costituzione e il codice deontologico dei medici, che al suo articolo 17 riconosce l’autonomia decisionale della persona. Il medico, ha detto Monaco, ha il compito non solo di curare la malattia, ma di accompagnare la persona, anche quando non c’è più nulla da fare. “La relazione di cura è anche cura della relazione”, ha sottolineato, richiamando il valore umano e simbolico del legame tra medico e paziente.

Tra i nodi più intricati, quelli legati alla comunicazione della prognosi, al testamento biologico, all’effettiva consapevolezza del malato. A intervenire su questi punti è stato anche Loiacono, richiamando il ruolo fondamentale del palliativista come figura ponte tra l’oncologo e il medico di medicina generale. Il suicidio assistito non è – ha detto – una procedura “facile”, ma una scelta estrema che chiama in causa coscienza, contesto sociale, disagio economico, malattie neurodegenerative. La USL Toscana Sud Est, in questo senso, ha già definito una propria procedura aziendale, attenta e articolata.

Materozzi ha posto l’accento sul ruolo spesso invisibile, ma decisivo, delle associazioni di volontariato. È lì – ha detto – che spesso si riversano i bisogni lasciati scoperti. Per questo ha chiesto più informazione, più consapevolezza, più impegno politico e culturale per affrontare senza ipocrisie “la paura della parola morte”.

A chiudere i lavori è stato l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini, che ha ricordato come le cure palliative in Toscana coinvolgano oggi oltre 11.000 persone. “Si lavora in condizioni difficili”, ha detto, richiamando la necessità di dare un futuro al sistema sanitario pubblico, di fronte a un quadro nazionale di sottofinanziamento cronico. L’aumento dei costi, l’arrivo di nuovi farmaci ad alto prezzo, la fragilità delle strutture locali: tutto questo impone scelte, ma anche visione. “Il ruolo dei partiti – ha concluso – non è solo istituzionale ma anche di partecipazione. Dobbiamo aiutare la società a riflettere, ad ascoltare, a decidere con equilibrio”.

L’incontro a Palazzo Patrizi ha dimostrato che la politica, quando sa farsi strumento di confronto civile, può ancora essere spazio di umanità e responsabilità. Perché, come è emerso da ogni voce intervenuta, nessuno è mai davvero pronto alla morte. Ma ciascuno ha diritto a una vita, e a una fine, dignitosa.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version