Francesco Nerli, uomo di orgoglio e di integrità

Francesco Nerli un personaggio da ricordare. Finalmente, stasera all’Auditorium della Confesercenti Siena, è stato possibile effettuare l’evento, già posticipato in ragione delle norme e dei limiti Covid. La sua scomparsa risale al 28 novembre 2020 – era nato il 26 gennaio 1948 – e le associazioni Futura e La Quercia attendevano da tempo di poter raccontare gli insegnamenti e le testimonianze che ci ha lasciato.

Nativo della riviera toscana, egli è stato molte cose a Siena, soprattutto esponente di spicco del Partito Comunista poi divenuto Pds-Pd; nella sua veste di segretario è stato quindi al centro di molti progetti per la città, prima di lasciarla per le aule parlamentari prima e poi per il coordinamento dell’attività portuale a livello nazionale. A Siena tuttavia faceva sempre ritorno con continuità, un po’ anche per il Palio dove aveva scelto l’amore per la Torre, fregandosene di quella distanza e alterità che i personaggi di spicco spesso manifestano.

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E racconto è stato. Concluso dalle parole di Massimo D’Alema, ex premier, che in memoria di Francesco ha deciso di far ritorno in una città che lo ha molto apprezzato (e anche molto giudicato) soprattutto per il suo interessarsi alle vicende della Banca. Assolti i sentiti saluti della Famiglia Nerli – il figlio GianMaria, presente con il fratello Geronimo, ha parlato degli orgogli del padre per una vita di servizio e di un giusto ricordo e anche di un saluto perché “per come ci ha lasciato non è stato possibile neanche un giusto commiato” – e di Tiziano Scarpelli – il presidente dell’Associazione La Quercia in qualità di co-organizzatore dell’evento ha voluto ricordare “il prezioso lavoro di Nerli anche per il sindacato” -, sono seguiti i racconti, moderati da Pino Di Blasio, capo della Redazione de La Nazione Siena, di Ivano Zeppi, Vareno Cucini, Fabrizio Vigni, Paolo Capelli, Franco Mariani e appunto Massimo D’Alema, rispettivamente chiamati a raccontare le origini, il sindacato, la politica, la contrada, l’attività di coordinamento portuale e la dimensione nazionale.

L’intero incontro può essere rivisto sul podcast della pagina Fb del quotidiano web locale SienaPost (https://www.facebook.com/SienaPostQuotidiano/videos/1039104270020160).

Di Blasio ha iniziato dicendosi convinto che Nerli sia stato protagonista dell’adolescenza di una città che è stata laboratorio politico di una sinistra di governo. Ha aggiunto i saluti e i messaggi di chi ha dovuto essere assente; fra di essi Simone Bezzini, assessore regionale alla salute – “Importante uomo per le lotte di lavoro e per il sociale” e Susanna Cenni, parlamentare – “uomo importante anche per mia storia politica, una stagione appassionante che ha preparato la svolta. Un uomo di grande umanità” -. Con lui – continua Di Blasio – “Siena è stata per la prima volta faro della politica nazionale”.

Francesco Nerli si è lungamente impegnato per Assoporti

Ivano Zeppi dell’Associazione Futura e grande promotore dell’evento, ha raccontato la storia di un incontro con un uomo che sapeva trasformare le parole in convincimento. Quell’incontro è stato l’inizio di una tradizione durata a lungo, di un’amicizia che mai si è interrotta in quarant’anni – “ovunque fossimo, soprattutto se le cose riguardavano Siena, lui c’era” -. Gli anni in cui lavorarono assieme, sono stati “intensi e di cambiamento”. Zeppi mette in chiaro che “a Francesco Siena piaceva davvero, tanto da cercarla sempre e mettersi in discussione per essa: egli vedeva potenzialità inespresse. Francesco non si accontentava di guidare il Pci senese e la provincia come l’area più rossa d’Italia: voleva di più per questa società a cui aveva allargato grandemente gli orizzonti”.

L’intervento di Vareno Cucini

Alla Camera del Lavoro quasi cinquant’anni fa avvenne l’incontro fra Nerli e Vareno Cucini, ex presidente della Pubblica Assistenza. Anche quelli “erano periodi di cambiamento nel mondo del lavoro: Francesco arrivava dal mondo studentesco per iniziare un percorso di formazione e responsabilità, capacità che di lì a poco sarebbero state misurate sul campo; nel suo caso nella Fillea”.

L’intervento di Fabrizio Vigni

Fabrizio Vigni, già segretario provinciale e deputato, successe a Nerli alla guida della federazione senese – 40 mila iscritti su 250 mila abitanti della provincia -: “Un partito che metteva insieme chi aveva vissuto la guerra con la gioventù. Anni ideologici e simbolici vissuti in nesso di continuità”. Vigni ricorda l’importanza delle scelte del tempo sul modello di sviluppo della provincia concluso esaltando le primarie finalità ecologiche e sociali. A quei tempi fare il segretario di Federazione era “un bellissimo mestieraccio”.

Paolo Capelli, attuale capitano della Torre, riconosce a Francesco la “comune passione per Salicotto” dove “sapeva dare il suo contributo”. Ammette di esser stato subito affascinato da questa “figura carismatica e di spessore” quando lo conobbe in Salicotto e quando poi gli fece conoscere il mondo della politica. La contrada era presa dai suoi principi e dai suoi valori. Capelli ne ricorda gli scambi simpatici e frequenti quando Francesco voleva proporsi anche in strategie paliesche “che non erano il suo campo”. Quando Capelli poteva diventare capitano, fu Nerli a incitarlo dicendo di non sottrarsi a “un impegno di responsabilità propostogli dalla vita” e ancor più vicino gli fu quando al primo palio corso vinse l’avversaria.

Qualificata la presenza all’Auditorium Confesercenti

“Assoporti è stata una componente importante della vita di Francesco Nerli” ricorda Franco Mariani, più volte amministratore portuale e con una conoscenza trentennale con Nerli. E da ultimo ricorda “i suoi interessi erano ancora proiettati in avanti, la digitalizzazione e le procedure innovative”. Della sua attività ricorda la capacità di attuare riorganizzazioni, anche dolorose per l’occupazione, sulla base di un “continuo confronto sociale” e la trasparenza e la dignità che gli valsero l’assoluzione piena sulle accuse di Napoli, rifiutando la sola ipotesi di concludere la vicenda grazie alla prescrizione: “ha lasciato una traccia consistente sul piano umano e sul piano organizzativo”.

Con Massimo D’Alema, l’amicizia di Francesco Nerli è di lunga data

Massimo D’Alema, già segretario nazionale e premier, ricorda che nella crescita di Francesco Nerli a livello politico nazionale gli è bastato essere bravo, a lui “non serviva sgomitare”. “Penso a lui – dice – e ricordo un amico e un compagno, cose che a quei tempi non erano poco. Compagno significava condivisione di valori e principi sul mondo; e l’amicizia consolidava il rapporto”. L’ex premier parla di “una stagione politica non del tutto finita in cui fu costruita una diversa visione” mantenendo le radici ideologiche. Anche D’Alema parla dell’umanità di Nerli e della sua capacità “a legarsi alle persone, anche nella sofferenza”. In ultimo parla dell’importanza di riunire amici e compagni intorno al ricordo di un uomo che in termini politici ha dato molto per “ricominciare a costruire”.

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