Il futuro dell’edilizia tra innovazione, sostenibilità e nuove normative

Ivano Zeppi ci parla delle nuove sfide per le imprese delle costruzioni tra materiali intelligenti, nuove esigenze abitative e processi di riqualificazione urbana

Ivano Zeppi, da dirigente della cooperazione di Produzione e lavoro di Legacoop ha seguito a lungo le evoluzioni del settore delle costruzioni. E ancora oggi continua a collaborare con alcune imprese del settore. Negli ultimi tempi ha scritto sul nostro giornale articoli sul futuro, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale. Con lui oggi vorremo realizzare una chiacchierata sul futuro del settore delle costruzioni e le sfide che lo riguarderanno.

Se l’edilizia sarà attraversata da un periodo di grande trasformazione, come si evolverà questo settore?

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“L’edilizia è in continua evoluzione, spinta da innovazioni tecnologiche e dalle nuove esigenze abitative. Negli ultimi anni, la combinazione di materiali avanzati, tecniche costruttive all’avanguardia e una crescente attenzione alla sostenibilità ha cambiato profondamente il modo in cui progettiamo e costruiamo gli edifici”.

In che modo la tecnologia e l’innovazione stanno influenzando l’edilizia?

“I progressi tecnici sono decisivi. Per esempio, il calcestruzzo autoriparante, che utilizza batteri per sigillare autonomamente le fessurazioni, riduce i costi di manutenzione. Poi ci sono i vetri fotovoltaici, che trasformano le facciate in superfici in grado di produrre energia, e materiali isolanti avanzati come le lastre di EPS con grafite, che migliorano le prestazioni termiche degli edifici”.

Qual è il ruolo delle normative europee in tutto questo?

“Le normative europee sono fondamentali. L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza energetica degli edifici. La direttiva EPBD, per esempio, impone edifici a zero emissioni entro il 2050 e sta spingendo il settore a adottare soluzioni sempre più sostenibili”.

Quali sono le nuove tecniche di costruzione più promettenti?

“Tecnologie come la stampa 3D stanno rivoluzionando la costruzione, consentendo di realizzare edifici in tempi brevi e con minori sprechi di materiali. Allo stesso modo, robot e droni stanno migliorando l’efficienza dei cantieri, sia in termini di precisione che di sicurezza”.

In che modo il settore edilizio si sta adattando alla crescente attenzione alla sostenibilità?

“La sostenibilità è ormai una priorità. L’UE ha introdotto normative come la Tassonomia Verde, che definisce i criteri per un edificio ambientalmente sostenibile. Inoltre, con il pacchetto “Fit for 55”, si prevede che tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero dal 2030, e gli edifici pubblici già dal 2028”.

L’urbanistica sta cambiando insieme all’edilizia?

“Sì, l’urbanistica sta vivendo un ripensamento profondo. La scarsità di suolo edificabile nei centri urbani e la necessità di limitare l’espansione delle città stanno favorendo la riqualificazione degli edifici esistenti. Oggi, interventi di rigenerazione urbana stanno trasformando aree dismesse in quartieri moderni e sostenibili”.

Come sono cambiati i bisogni abitativi in seguito alla pandemia?

“Dopo la pandemia, il concetto di casa è cambiato. Gli spazi devono essere più flessibili, con aree dedicate al lavoro da remoto e una maggiore attenzione al benessere domestico. L’aumento della domanda di spazi verdi, terrazzi e balconi è una risposta a queste nuove esigenze”.

In che modo l’edilizia si sta adattando alle sfide del futuro?

“Le imprese edili dovranno affrontare un quadro normativo sempre più rigoroso e investire in innovazione. Le competenze richieste stanno evolvendo, con una forte spinta verso la digitalizzazione dei cantieri e l’utilizzo di materiali innovativi. Le aziende che sapranno integrare soluzioni tecnologiche avanzate e materiali sostenibili avranno un vantaggio competitivo”.

Come si può garantire che l’edilizia del futuro sia sostenibile e di qualità?

“Il futuro dell’edilizia dipende dall’equilibrio tra innovazione, sostenibilità e qualità della vita urbana. Le imprese che sapranno cogliere queste sfide non solo contribuiranno alla trasformazione del settore, ma saranno protagoniste di un cambiamento che ridisegnerà le città del futuro”.

Allora un futuro di rose e fiori? Ma non sembrerebbe visto che nei cantieri si continua a morire… Il caporalato esiste ancora ed i cantieri sono all’aperto.

“Hai toccato un punto cruciale e spesso trascurato quando si parla del futuro dell’edilizia. Sebbene l’innovazione tecnologica e la sostenibilità siano al centro dei cambiamenti, è fondamentale non perdere di vista le problematiche sociali e lavorative. Le morti nei cantieri sono una realtà dolorosa e, nonostante i progressi, il problema della sicurezza sul lavoro continua ad essere drammaticamente rilevante. La tecnologia può sicuramente aiutare, ama la responsabilità di garantire condizioni di lavoro sicure deve rimanere al centro delle politiche aziendali e governative. Il caporalato, purtroppo, esiste ancora in molte aree, specialmente nei cantieri edili, dove il lavoro precario e sfruttato continua a essere una piaga. È una questione che va affrontata con controlli più severi e una maggiore attenzione alla dignità e ai diritti dei lavoratori. Qualunque transizione non deve prescindere da un miglioramento delle condizioni di lavoro e da una vera equità sociale”.

Potresti farci un esempio concreto invece del solito proclama politico?

“Magari qualcuno dirà che è una provocazione. Basterebbe che a tutti i lavoratori che lavorano in un cantiere venisse applicato il sistema della cassa edile”.

Casse edili? Di cosa stai parlando?

“Il sistema delle casse edili in Italia è un insieme di enti bilaterali – sindacati d’impresa e quelli dei lavoratori – che gestiscono la previdenza, l’assistenza sociale, la sicurezza e la formazione per i lavoratori del settore edilizio. Le casse edili offrono servizi in tutti questi campi. Sono enti ancora fondamentali per garantire i diritti e le condizioni di lavoro nel settore. A volte su qualcosa restare all’antico…”

La foto è dello scorso ottobre: uno scorcio dell’Artemio Franchi di Siena, area che avrebbe gran bisogno di lavori innovativi

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