Il laboratorio delle meraviglie di Prattichizzo

“Un robot antropomorfo in futuro riuscirà a far meglio dell’uomo in esercizi di coordinamento e agilità? Certo, sono sicuro”.

Nel secondo giorno di eventi, il XV Festival della Salute, propone un incontro con la IA, l’intelligenza artificiale, con la lectio magistralis di Domenico Prattichizzo, nato a San Severo, laurea e master a Pisa, ordinario di ingegneria all’Università di Siena, da oltre dieci anni insignito di ogni merito a livello internazionale per le sue applicazioni alla robotica.

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Nell’aula magna dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena si comincia con le immagini di Simone Biles che fa esercizi di riscaldamento sempre più complessi, sull’altro schermo un robot antropomorfo la “scimmiotta”. Ma per il nostro relatore quelle differenze evidenti diverranno sempre meno percepibili.

Il Presidente dell’Accademia dei Fisiocritici Giuseppe Manganelli

A questo punto, Domenico Prattichizzo, lui stesso accademico dei Fisiocritici di Siena, presentato dal Presidente dell’Istituzione ospitante Giuseppe Manganelli, impartite due nozioni di base sulla robotica, spiega su cosa ci si è concentrati a Siena, ossia le applicazioni mediche con il potenziamento della medicina robotica da una parte, la rieducazione e la riabilitazione dall’altra. E ancora un accenno lo fa sul fatto di lavorare fuori dai grandi clamori, fuori dalla grande metropoli: “Amo Siena e l’ambiente in cui vivo, ideale per vivere e lavorarci, luogo da cui di frequente partire a al quale sempre tornare”.

Il racconto delle scoperte e del lavoro del professor Prattichizzo coinvolge chi ascolta; sembra, anzi è, il frutto di un modello di lavoro in cui ciascuno fa la propria parte con sostanziale empatia. Il SirsLab è teso a maturare nel tempo più breve un brevetto, perché solo avendolo è successivamente possibile fondare una start-up – e quelle esistenti non sono poche – e avere in mano i giusti strumenti per farsi ascoltare dall’industria.

Tra i brevetti più noti, un apparato e un’applicazione di tecnologia per il tatto. Sono già stati implementati nell’apparato chirurgico IS Da Vinci e in molti casi clinici consentono di permettere la funzione tattile al chirurgo robotico – quale si dovrebbe avere per esempio in un polmone collassato – senza ampliare il campo operatorio.

“Come il sistema video RGB – dice lo scienziato – si basa su rosso, verde e blu, tre sono le funzioni su cui si articola il tatto: la pressione che deforma la pelle, le vibrazioni che variano da oggetto a oggetto, il senso della trasmissione di calore; riproducendole creiamo qualunque senso di interazione tattile”.

Le applicazioni di questa tecnologia sono continue e multiple, si va dalla possibilità di interagire con un’area sterile aumentando l’intensità e la frequenza dei movimenti. In una dimostrazione all’Expo di Shangai fu spiegato come, in questa maniera, agendo dall’esterno, si può operare con diverse velocità perché si supera il problema del movimento che sposta particelle e riduce la tenuta sterile. Ma anche la semplice telepalpazione aiuta a curare: durante il Covid si sono avute vere patologie da “fame di pelle”, ossia pazienti isolati che desideravano patologicamente il tocco dei propri cari.

Domenico Prattichizzo è anche professore ordinario di Ingegneria industriale e dell’informazione a UniSi

Prattichizzo ammette che alla base di alcuni successi che hanno portato all’ottenimento di brevetti, c’è la capacità di vedere… altro. “Per i non vedenti – dice – tutti si concentrano sull’incremento delle proprietà del bastone, mentre noi abbiamo pensato alla possibilità di simulare virtualmente l’accompagnatore. Per gli arti moltissimi pensano solo alle protesi, ma noi abbiamo valutato che spessissimo, pur non funzionante, l’arto è al suo posto e per noi poteva avere ancora funzionalità”.

Così ecco che bracciali simulano la guida a un non vedente di un accompagnatore che resta a casa; così nasce il sesto dito robotico che permette di nuovo una certa funzionalità tanto della mano lesa, che del braccio inutilizzato, che dell’intero organismo. Per questo brevetto è partita la Start-Up Existo.

Utilità per il paziente che riceve un “sesto dito” con intelligenza artificiale che si adatta ai suoi movimenti? Considerevoli, stando al caso-scuola presentato ai Fisiocritici dal Professor Prattichizzo: un paziente afferma, e mostra, che è tornato ad essere in grado di uscire in mare con la sua barca a vela.

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