Il Pd dei gruppi informali silenti…

Qualcuno chiede: ma che fine hanno fatto RitroviamociPd e Passione democratica?

RitroviamociPd e Passione Democratica sono stati due gruppi informali, fuori dalle logiche delle componenti nazionali, nati sulla base di una critica alla conduzione del partito democratico nella fase post elettorale, che aveva portato alla scelta del commissario.

Due gruppi che a un certo punto della fase del Congresso Pd avevano deciso di marciare insieme. Praticamente all’ultimo tuffo, RitroviamociPd annuncia la candidatura di Mazzini e Passione Democratica quella di Fabbrini. Nel giro di poche ore Mazzini rinuncia in favore di Fabbrini, raccolgono 35 firme in fretta e furia, ma sbagliano i tempi di consegna della terza candidatura.

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C’è da ricordare che a quel punto ai due gruppi informali si era aggiunto anche quello che aveva come riferimento Leoncini (che aveva corso generosamente quanto inutilmente alla carica di segretario prima del commissariamento) che si adopera particolarmente sull’obbiettivo, dimostratosi impossibile, di recuperare la candidatura Fabbrini.

Dove siano finiti i singoli sostenitori di tali gruppi è difficile dirlo poiché nessuno ha mai avuto un elenco formale, trattandosi appunto di gruppi informali. Di sicuro in diversi si sono accasati con la Salluce. Pochi con Vigni. In maggioranza sono finiti o a casa o nelle schede bianche. Qualcuno è finito in qualche comitato di Circolo.

Perché raccontiamo tutto questo? Per ricordare che nel Pd ci sono gruppi silenti che, ora stanno a guardare ma pensano a quando e come possono riconquistare spazio, ruolo e visibilità politica. E non si tratta di macchiette tipo il personaggio alla Nanni Moretti “mi si nota di più se vado o se non ci vado?”

Sono iscritti al Pd che hanno una formazione politica e delle relazioni in città e fuori città. Potrebbero costituire sia delle risorse preziose che delle spine nel fianco.

Difficile dire se il tavolo che avevano instaurato in occasione della fallita candidatura Fabbrini possa essere riaperto, probabilmente no.

Alcuni probabilmente tenteranno di fare scelte visibili – del tipo associazione politica culturale – altri intesseranno relazioni interne/esterne al Pd che possano ritornare utili in prossimità delle elezioni.

E sì, perché a ben vedere nel 2025 si vota per la Regione, nel 2027 per il Parlamento, nel 2028 per il comune di Siena. Le prove elettorali non mancheranno.

Se, come pensiamo, sia Salluce che Vigni si troveranno concordi nel dare il messaggio del partito unito, proprio nelle scadenze elettorali, e non lasceranno spazi per la politica dei due forni, quello che resta dei due/tre gruppi informali dovranno acconciarsi a individuare una modalità che gli consenta di riavere agibilità nel Pd.

Altrimenti saranno altri pezzi che il Pd perderà e che andranno a ingrossare la costellazione civica. Se viceversa Salluce e Vigni iniziassero a corteggiarli ciascuno per proprio conto, potrebbero aprirsi soprattutto nella maggioranza fibrillazioni, certo gestibili ma che potrebbero aprire qualche scomposizione in quel granitico 82%.

Il primo banco di prova saranno le elezioni regionali. Dove appunto per alcuni le candidature sarebbero già definite e gli accordi già presi.

Certo è che nel Pd cittadino non tutto sembra politicamente sistemato come le percentuali lascerebbero intendere.

Igor Zambesi

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