Il Siena degli svedesi ha iniziato bene con le giovanili

Prima intervista di Simone Bernini nelle vesti di Presidente dell’associazione Usd Millenovecentoquattro

Qualche acciacco agli apicali a cavallo dell’anno, ha un po’ rallentato il decollo del nuovo consiglio direttivo dell’Associazione Usd Millenovecentoquattro, il supporter trust del Siena Calcio. Simone Bernini, neo presidente, si è comunque insediato con il nuovo Consiglio e con questa intervista esclusiva a SienaPost, ha inteso dare il via ai lavori, mentre l’associazione sta portando in porto il nuovo tesseramento.

Da portavoce a presidente, oltre che ispiratore e creatore stando alle parole di Francesca Guasparri, presidentessa uscente. Simone Bernini, premesso che è arrivato il momento di fare interviste serie, come ti senti nell’abito? Tanti titoli non li avevi mai avuti…

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Francesca Guasparri, presidente uscente e Francesco Marrocchesi

“Ciao a tutti. Francesca è sempre troppo buona con me. Io ho fatto solo da primo tramite per il contatto avuto con Supporters in Campo, poi USD Millenovecentoquattro è stata una idea di un collettivo di persone. Francesca ha avuto l’ardire di mettere la sua (bellissima) faccia nell’anno di start-up, per cui va ringraziata a vita. Ora tocca a me, ma al di là dei titoli, lavoriamo sempre insieme. Ordunque, a proposito di titoli… ma lo sai che a me dei titoli proprio non me ne è mai importato niente? Mi sono accorto di essere un Dott. solo quando la mia azienda me lo fece notare su un bigliettino da visita. Ora sicuramente mi scorderò di essere un Pres. Ma soprattutto non farò mai interviste serie, ciò è indubitabile”.

Di certo il merito è dell’attenzione e del buon lavoro della commissione elettorale, tuttavia… tu e altri consiglieri avete avuto un’elezione all’unanimità dei votanti. Una bella responsabilità aver messo tutti d’accordo prima ancora di cominciare, no?

“Il termine “responsabilità” è bandito da Millenovecentoquattro. Certo, siamo responsabili davanti ai nostri soci di ciò che facciamo, ma nel momento in cui anticipiamo la nostra filosofia e questa è avallata, allora procediamo spediti. Il fatto di essere stati votati in senso semi-plebiscitario ci fa piacere, ma è solo merito della commissione elettorale, che ha fatto un lavorone e che torno a ringraziare. Così come ringrazio tutti quelli che in due serate di gennaio hanno trovato tempo e voglia di venire a votarci”.

Gianni Vitti, consigliere e Simone Bernini, presidente Usd Millenovecentoquattro

Guardando l’attività di Millenovecentoquattro dall’esterno, forse è arrivato il momento di fare una valutazione sul Siena Fc a guida svedese. E’ una società meritevole di esser sostenuta dal supporter trust o non avete ancora compiuto una valutazione?

“Non siamo in grado di fornire una valutazione sul Siena svedese, se non sui programmi teorici, che ci garbano assai ma che restano ad oggi… teorici. Anzi, non del tutto, dato che da qualche intervista dei tesserati si è capito che ora i soldi arrivano regolarmente, mentre prima c’era qualche problemino (e questa è pratica, non teoria). Millenovecentoquattro sostiene tutte le proprietà che cercano una sostenibilità nel lungo periodo, perché noi non vogliamo più andare incontro a fallimenti o simil-fallimenti. Per strutturare il programma svedese ci vuole tempo, probabilmente anni. Partendo dal settore giovanile, che tuttavia necessita di nuovi campi e nuove strutture in cui allenarsi. Attendiamo quindi che qualcosa si smuova in tal senso. Poi inizieremo a valutare l’operato della nuova società. Il fatto che a gennaio non si sia comprato un attaccante di 96 anni a peso d’oro mi dà fiducia nel prossimo, ma a breve la tifoseria bianconera deve avere comunicato un progetto sportivo da parte della nuova proprietà, cosa che non è stata ancora fatta e che noi tutti vogliamo vedere”.

Cosa vi spinge a stare a fianco al Siena Fc che non sembra ancora aver considerato l’importanza di esser sostenuta verso la società locale da un supporter trust… Eppure le esperienze tedesche e inglesi dovrebbero conoscerle, no?

“Io non so se il Siena svedese abbia o no considerato l’importanza di Millenovecentoquattro. A me pare che gli svedesi siano sempre e costantemente in fase esplorativa, anche perché da Stoccolma a Siena il salto è grande. Sicuramente nel loro Paese le associazioni svolgono un lavoro molto importante, per cui sapranno ben valutare eventuali collaborazioni. Noi, con le regole stabilite e condivise che sono sempre le solite (sostenibilità, no delinquenti, zero inciuci, trasparenza, educazione, ecc.) siamo disponibili ad ascoltare ogni proposta”.

Più che sul campo la domenica dove individualmente tornate a vestire i panni del tifoso, come trust avete anticipato che avreste fatto e dato delle valutazioni sul lavoro per i vivai giocatori e sulle infrastrutture societarie. Cosa può esser detto in materia di Siena Fc?

“A me pare che il Siena FC, in questo primo anno di (ennesima) ripartenza, fra mille difficoltà, si sia mosso molto bene riguardo ai ragazzi. Ho feedback di soddisfazione da più di un genitore di cittarelli che giocano nelle giovanili: i ragazzi si divertono e apprendono non solo calcio, ma messaggi di correttezza, disciplina, rispetto. Una base è stata posta e, ora, a quel che ho capito, si tratta di ampliarla. Se possiamo dare un consiglio, sarebbe il momento di attuare una pax sul territorio fra il Siena FC e le tante società locali, che devono vivere certo di vita propria, ma che prima o poi dovranno trovare un sistema di collaborazione con la società che più rappresenta il territorio. Ovvio che le cose vanno fatte per benino…”

Maurizio Chiantini, presidente dei Probi Viri e Simone Bernini, presidente Usd Millenovecentoquattro

Tra le attività appena andate in archivio con il rendiconto 2024 c’è stato il convegno sullo stadio. Rispetto le novità che avete dato in quell’occasione si sono fatti passi avanti? E, se sì, in quale direzione?

“Il convegno sullo stadio cadde al tempo in cui un orco ci aveva privato della nostra casa. Oggi pare tutto passato in cavalleria, ma la tristezza di un Rastrello così rabberciato resta. Lo stadio deve essere rivisto e rifatto e deve essere contestualizzato in un progetto di crescita integrato con le strutture sportive, che non ci sono oppure sono insufficienti. I due aspetti non possono essere disgiunti. Abbiamo letto che gli svedesi considerano il Rastrello un potenziale gioiellino, quale effettivamente è. Noi crediamo ancora che uno stadio, nuovo o riqualificato che sia, debba essere una fonte di reddito costante e non solo un terreno di gioco da un colpo e via. E l’anno scorso abbiamo dimostrato che si-può-fare!”

Nel tuo discorso di insediamento hai sottolineato come – usavi il plurale majestatis – l’associazione sia pronta a fare le cose insieme agli altri. Quale è per te il modo di fare le cose insieme… quello della concertazione o quello dell’unanimità come a livello europeo che poi finisce per essere paralizzante?

“Il plurale maiestatis si addice ai grandi regnanti, questa è la ragione dell’utilizzo. Ebbene sì, Millenovecentoquattro adora fare le cose insieme agli altri. Perché a noi interessa poco mettere il cappello sulle attività riuscite, importante è che riescano e vadano a vantaggio di tanti/tutti. E in più siamo umili, molte cose non le sappiamo fare, siamo consci che altri sono ben più bravi di noi. Per cui, perché non collaborare? E la collaborazione cosa è, se non concertazione o confronto? E questa davvero mi pare la piccola rivoluzione che questa associazione ha messo in moto in città…”

Ad un occhi semi distratto su Millenovecentoquattro risalta l’ottimo rapporto che avete con l’assessore allo Sport ed un ruolo centrale che avreste preso nel realizzare una festa dello sport autunnale, ancorché non calendarizzata definitivamente, a Siena. Ce ne puoi parlare?

“L’associazione ha buoni rapporti con l’amministrazione comunale, come da premesse pubbliche stabilite alla nostra nascita. Ed è ovvio che, trattandosi di football, l’assessore allo sport sia quello più “stimolato” ad ascoltarci; e l’ascolto c’è sempre stato, molto collaborativo. Fra le varie idee vagliate, c’è stata appunto quella della festa dello sport, che potrebbe sublimare questi primi passi di collaborazione e intesa congiunta con le associazioni del territorio, un modo per dimostrare che Siena qualcosina la può ancora produrre partendo dal basso, dai volontari, da gente che le cose le fa solo per passione e non per quattrini. Sulla festa dello sport resto silente, tentiamo di organizzare qualcosa. Stay tuned”.

Siete strettamente legati al SinC, un’associazione nazionale del Supporter Trust. Grazie a loro si è già parlato di un “modello Siena” l’autunno scorso a Coverciano. Come e perché vi sentite potenziati dal rapporto con questo sodalizio nazionale?

“SinC sta diventando qualcosa di interessante a livello nazionale. Me ne sono accorto il giorno del nostro intervento a Coverciano. Il fenomeno delle associazioni di tifosi, se non verrà inquinato da ciò che sta logorando il calcio italiano (politica, affaristi, soldi, ecc) è destinato a crescere anche qui da noi, dato che all’estero è veramente il modello al momento vincente (oltre gli emiri, gli sceicchi, i ricchissimi americani, il Como dei vipponi). Ed avere alle spalle gente così qualificata come quella che stiamo trovando in ogni associazione italiana, giuro che è confortante. Noi diamo il contributo che possiamo, essendo dei novizi”.

Per cosa preferisci che ti si auguri buon lavoro a chiusura di intervista?

“Vorrei due auguri, ma che funzionino. Il primo è che io abbia pazienza, dato che con l’avanzare dell’età, essa manca manca manca. Il secondo è che in questo mandato io possa avere una ricrescita esponenziale del cuoio capelluto, fino ad arrivare alla cesta di capelli che avevano i calciatori messicani al mondiale argentino del ’78”.

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