“Quando sul palco hanno nominato il mio nome, come vincitrice del Premio Bianca d’Aponte 2021 mi sono bloccata. Non capivo. Tutti mi guardavano e la madrina mi veniva incontro. Non ricordo nemmeno cosa ho detto. È stato inaspettato e bellissimo”.
Isotta Carapelli è una giovane cantautrice senese. Classe 1992, contradaiola della Giraffa, ha la musica nel sangue e tanti sogni che sta cercando di realizzare. Uno l’ha raggiunto qualche settimana fa vincendo il prestigioso Premio Bianca d’Aponte, una kermesse musicale dedicata alle giovani cantautrici, nata per volontà della famiglia di una giovane cantautrice scomparsa prematuramente.
Più che un concorso un percorso musicale che si articola in tre giornate ed ha come obiettivo quello di dare alle cantautrici italiane emergenti un’opportunità per esprimere la propria arte, attraverso momenti di incontro, di approfondimento e di confronto con discografici, artisti di fama, promoter e addetti ai lavori.
Isotta ha trionfato nell’edizione 2021 ricevendo l’ambito premio al Teatro Cimarosa di Aversa dalle mani della madrina Chiara Civello, oltre alla menzione per la miglior musica grazie alla sua Io.
Un percorso iniziato a primavera dove su oltre 500 canzoni sono state selezionate le 10 finaliste. Tre giorni in cui si è respirata musica, avvolti nel caloroso abbraccio di famiglia ed amici di Bianca d’Aponte che da diciassette anni organizzano questa manifestazione per tenerne vivo il ricordo ed il sogno.
“Sono stati tre giorni bellissimi – racconta Isotta – in cui abbiamo vissuto di musica a trecentosessanta gradi, partecipando a workshop e music sessions, in un’atmosfera di empatia ed umanità. Ho partecipato al concorso canoro con Io, accompagnata da Alessandro Chiavoni alla batteria e da Jacopo Palumbo alla chitarra. La vittoria è stata del tutto inaspettata visto il livello altissimo delle canzoni in gara, ognuna unica nel sui genere. Non ho realizzato subito e quando ho svegliato i miei nel cuore della notte per comunicargli la vittoria ero al settimo cielo”.
Un traguardo importante, ma non un punto di arrivo bensì un punto di partenza, per fare della propria passione qualcosa di più. Una passione che a Isotta è stata trasmessa dalla nonna, che aveva un talento da soprano ed un sogno nel cassetto che però non ha potuto realizzare.
“Quando avevo sette anni – racconta Isotta – mia nonna mi regalò un disco di Bocelli. Mi aveva trasmesso la passione per la lirica, ma nessuno insegna lirica ad una bambina. I miei genitori mi iscrissero comunque ad una scuola di canto e da lì ho coltivato la mia passione. A 14 anni ho preso parte al primo gruppetto, ho iniziato a scrivere e a fare serate nei locali tra Siena e dintorni. Una gavetta che mi ha aiutato ad essere meno timida ed a sapermi relazionare con gli altri. A dare il massimo quando hai davanti delle persone, che siano dieci, cento o mille, a trasformare l’energia di quelle serate e saperla convogliare nei giusti binari”.
Ma il percorso di Isotta è andato oltre i live e da cinque anni si è spostato anche negli studi di registrazione.
“Un mondo diverso – continua Isotta. Con Diego Calvetti, Pio Stefanini e Pino Polistina ho trovato il mio genere, il Romantic Dark, e mi ci sono subito trovata. Ho un team che mi dà fiducia, con il quale abbiamo costruito e stiamo portando avanti un progetto che mi permette di mettere nelle canzoni quello che voglio ed esprimere al massimo me stessa”.
A farle da spalla un’etichetta tutta al femminile, la Women Female Label & Arts. Un’etichetta nata ad inizio anno che si affianca ad Artist First per la distribuzione. Un progetto che va oltre la musica, abbracciando tutto l’universo artistico femminile.
“Nel panorama musicale italiano – spiega Isotta – le donne che producono musica sono ancora un numero ridotto rispetto agli uomini. C’è però una tendenza ad invertire questa rotta in tutte le sfaccettature artistiche. Women Label non è solo un’etichetta discografica, ma ha l’obiettivo di valorizzare l’arte femminile, non solo la musica, e mettere così un mattoncino importante per portare avanti il suo percorso di cambiamento”.
Il primo singolo lanciato da questo sodalizio è stato Io. Qualche settimana fa è uscita, invece, Palla Avvelenata. Due canzoni che raccontano tanto di Isotta, ognuna a modo suo.
“Le mie canzoni partono da me – racconta Isotta – sono molto autobiografiche. Io è più romantica, mentre in Palla Avvelenata è come se urlassi qualcosa che avevo dentro da tanto tempo. È nata per caso, mentre in studio di registrazione, parlando del più e del meno, ho raccontato di quando da piccola ero l’ultima ad essere scelta nei giochi perché ero la più cicciottella. Ho raccontato come mi sentivo e mi hanno convinto a tradurre in una canzone come mi sentivo in quei momenti in cui tutti erano allegri, ma io non lo ero come loro”.
Il Bianca D’Aponte ha lanciato Isotta nel panorama cantautorale femminile italiano e rappresenta il punto di partenza per tanti progetti:
“Stiamo lavorando in studio – continua Isotta – ed abbiamo già pronte diverse canzoni che saranno raccolte in un album che uscirà il prossimo anno. Il nostro obiettivo è quello di tenere alta l’asticella e cogliere tutte le occasioni ed esperienze possibili per crescere ancora e vivere al massimo questo bellissimo sogno, affinchè diventi sempre più reale”.