La Mens Sana Basket verso il futuro

La Mens Sana Basketball sta crescendo. E’ un dato di fatto inconfutabile e che esula in senso stretto dal recente ripescaggio in serie B Interregionale, che di certo ha rappresentato un ulteriore elemento a supporto di un progetto che però sarebbe comunque stato in crescita.

Lo dicono i numeri tradotti in “fatturato”, anche se onestamente nelle società sportive non è sempre facile né corretto definirlo tale, lo dicono le presenze al Palasport (che da ora in poi non potremo più chiamarlo PalaEstra a meno di nuovi accordi tra Estra ed il gestore, quindi il Comune, dato che il contratto di branding con la Polisportiva risulta scaduto a dicembre 2023), oltre che i numeri relativi ai partner commerciali in indiscutibile crescita negli ultimi 11 mesi.

- Advertisement -

Tutto bene? Beh si, anche se a cercare il pelo nell’uovo, qualche spunto di riflessione viene in mente.

Ed allora noi lo tiriamo fuori, con spirito propositivo, ci mancherebbe. La società infatti, raggiunto oggi il livello di B Interregionale, lo stesso delle altre due competitors cittadine, deve darsi una strategia per il futuro a medio lungo periodo. Cosa complessa da fare in questa città. Non tanto per la presenza già rammentata di altri due competitors di pari livello, perché la sensazione è che la Mens Sana (intesa come dirigenti) non le ritenga tali, quanto semmai per la complessa situazione cittadina, che non sembra far emergere all’orizzonte l’ombra di uno o più investitori in grado davvero di far fare quel salto di qualità tanto desiderato da tutti coloro che tifano biancoverde.

Se la Mens Sana vorrà tornare laddove pensa di poter e dover stare, crediamo che serva qualcosa in più. Magari che venga da fuori Siena, con l’obiettivo di fare business, perché alla storia dei benefattori non vogliamo crederci. Gianluca Rotondi, in occasione della conferenza stampa presso lo Store Note di Siena, ha detto di voler contribuire a riportare la Mens Sana prima in B Nazionale, poi in A2 ed infine in Serie A. Parole che i tifosi della Mens Sana di certo si sono appuntate in un taccuino pieno di cuoricini e speranze mal celate.

Il passo da fare però è abbastanza grande. Se il Gruppo M.A.C. deciderà di supportare questa idea di sviluppo crediamo che abbia le potenzialità per poterlo fare. Ma forse non da solo.

Oggi la realtà è diversa. La Mens Sana, oltre l’entusiasmo ed i proclami, deve pensare a salvarsi nella prossima B Interregionale e continuare a costruire, cavalcando l’entusiasmo popolare senza rischiare però di venirne travolta. La gamba infatti un po’ si è allungata, ma non così tanto da poter pensare ad un passo troppo impegnativo e che rischierebbe di far inciampare di nuovo.

Anche perché, a differenza di altri competitors non solo cittadini, la Mens Sana ha un paio di “fardelli” pesanti da portare con sé. Il primo è rappresentato dall’azzeramento (o quasi) dei crediti dei parametri NAS della Fip, a seguito dei due fallimenti del recente passato. Parametri che costano circa 45.000 euro l’anno per la B Interregionale ed aumenterebbero in maniera significativa qualora si salisse di categoria, salvo sconti dovuti ad affermazioni in categorie medio alte di alcuni dei giovani prospetti di Viale Sclavo.

L’altro è il palasport. Croce e delizia. Casa dolce (ma costosa) casa. Oggi la Mens Sana è come un giovane virgulto che eredita (si fa per dire perché la proprietà non è propria), una bella villa di famiglia. Piena di affreschi, di fascino e di ricordi. Ma costosa da mantenere. Oggi la gestione è in capo al Comune di Siena, che sta peraltro portando avanti opere di straordinaria manutenzione previste da accordi pre-acquisizione della gestione cinquantennale entrata in vigore da poco più di un anno. Rientra parzialmente dei costi di gestione tramite gli affitti di coloro che lo utilizzano, ovvero Mens Sana, Emma Villas e Polisportiva (oltre ad eventuali altri saltuari clienti). Ma sarà davvero questa la gestione a pieno regime che hanno in mente i vertici di Palazzo Pubblico?

A più riprese si è sentito vociferare di eventi di vario genere. Concerti, concorsi e tutto quello che presupponga la disponibilità di un impianto con capienza superiore a 5000 posti. Giusto. Ma dove andrebbero a quel punto a finire gli affittuari? Difficile infatti pensare che l’organizzazione di un concerto possa prevedere l’occupazione del Palasport solo nel giorno dell’evento. Ma ad oggi Mens Sana ed Emma Villas non hanno una così detta “facility” dove spostare, del tutto o in parte, la loro attività e questo ovviamente potrebbe essere un serio problema. La Mens Sana (Polisportiva) a dire il vero qualcosa avrebbe. I due impianti, PalaGiannelli e PalaChigi che però a loro volta necessiterebbero di importanti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Torniamo sempre al solito discorso. Servirà una strategia. Perché la sensazione è che se non oggi, domani o dopodomani, il Comune vorrà affidare la gestione a qualcuno. E questo qualcuno potrebbe essere una società esterna che “di mestiere” fa questo, una partecipata del Comune stesso (come si era vociferato con Sigerico) o addirittura ad una o più società che lo utilizzano. In quest’ultimo caso ovviamente la Mens Sana Basketball sarebbe seduta al tavolo, probabilmente con Emma Villas e Polisportiva. Ma senza una strategia di più ampio raggio la gestione non sarebbe sostenibile da chi ad oggi riesce, non senza qualche difficoltà, a gestire la parte sportiva pagando un affitto comunque importante. Probabilmente allora la società di basket avrà bisogno di pensarsi non solo come affittuario di uno spazio, ma proporsi – da sola o presumibilmente insieme ad altri – come un soggetto gestore.

Allora orari, costi, programmi, ottimizzazioni dovranno diventare un vero progetto imprenditoriale.

A quel punto si dovrà pensare alla disponibilità di spazi finalizzati non soltanto alle attività di ufficio e a tutto quello che ruota attorno alle partite, ma anche spazi da destinare a business collaterali, che possano comprendere oltre l’area da destinare a grandi eventi (basket ma non solo) anche altre cose: un’area fitness, una clinica fisioterapica, ristorazione e spazi gioco per bambini. Ma per fare questo serve un progetto imprenditoriale, e soprattutto chi, scommettendo sulle potenzialità di quel posto, decida di investire denari per portalo avanti.

Tornando a questioni più “politiche” piace molto l’idea che la Mens Sana sia sempre più coinvolta nel rapporto con un “sistema associativo imprenditoriale” e non legato solo ed esclusivamente alla singola impresa. Perché una pluralità di imprenditori garantisce garanzie diverse anche se mettere tutti d’accordo sarà sempre più difficile. Specie in una città come Siena, divisiva per sua storica natura.

Così come piace l’idea di avere l’associazionismo dei tifosi a bordo in società. Purché sia un associazionismo sano e propositivo e non un’opposizione. Perché i risultati quest’anno sono arrivati ma potrebbe anche accadere il contrario. Far parte di un cda e di un azionariato di una società significa anche saper mettere da parte un po’ di sana passione per lasciare spazio ad altrettanto sana razionalità. L’operato del Presidente Frati non è mai stato messo in discussione, così come quello del DG Riccardo Caliani.

Il cartello “Lavori in corso” dunque, campeggia in bella vista in Viale Sclavo e non solo perché ancora il cantiere per le famose “saldature del tetto” è ancora bello attivo e speriamo possa terminare nei tempi previsti (primi giorni di settembre).

Restiamo al presente dunque. Ma con un occhio bello attento al prossimo futuro. Perché affrontarlo e non subirlo sarebbe già qualcosa di importante.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version