La nostra provocazione sull’utilità del Pd

Pippo Lambardi e Lorenzo Brenci aprono alla città il dibattito su un Partito che non si rinnova

Pippo Lambardi qualche tempo fa in lotta per la segreteria provinciale Pd e più di recente relatore del libro di Vannino Chiti in tema di pacifismo. Quand’arriva a Siena parte da Poggio Civitate…

Così, per conoscerti, dato che sempre più spesso assumi ruoli pubblici non doverosamente legati al Partito Democratico… Hai quattro righe per dire ciò che è importante sapere di te…

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“Parto dall’antico feudo ma per metà sono senese e qui ho sempre avuto interessi personali, sociali e culturali, presento spesso libri perché sono una mia passione. Mi sono formato in ambienti cattolici e ho iniziato a fare politica nei Ds, oggi presiedo la sezione cittadina dell’ANPI e cerco di dare una mano in diverse organizzazioni. A volte bene, a volte meno bene ma sempre con lo spirito di quando avevo vent’anni”.

Martedì 19 ti vedremo ai Mutilati insieme a Lorenzo Brenci in un incontro dal tema “Serve ancora il Pd?”… Ne dobbiamo concludere che ti è presa davvero brutta nei confronti del Partito oppure si può ritenere che sia un’iniziativa rivoluzionaria ma costruttiva?

“Si tratta di una domanda che ci siamo fatti con Lorenzo e che piano piano si è trasformata in una provocazione, essenzialmente, anche per invogliare – tramite la curiosità – le persone a partecipare. Ho contribuito, con tante e tanti, a fondarlo il Pd e vorrei che divenisse quello che volevamo all’epoca”.

Tu fossi il tuo ex avversario Andrea Valenti ci verresti a quest’incontro? E se lui ci venisse lo chiameresti nel concone, gli daresti un posto nella fila riservata o… facesse lui?

“Parteciperei senza alcun problema. Comunque sia lo abbiamo invitato e qualora intervenisse sarebbe il benvenuto”.

So che il verbo non si può utilizzare… ma c’è ancora molto da rottamare nel Pd?

“Fra i tanti peccati che mi rimprovererà San Pietro non ci sarà la condivisione di quell’idea alla base del “renzismo”. Nei fatti poi è stato un processo solo contro alcune sensibilità presenti nel Pd, non si è trattato di un processo contro una generazione intera. Dinamica che non avrei condiviso ugualmente”.

Di recente Cuperlo è passato da Siena. Tu non c’eri. Chiede al Partito di andare per strada a condividere la vita della gente comune. Che ne pensi ora: è la condivisione che porterà al riscatto delle Sinistre?

“Mi è dispiaciuto mancare, Cuperlo è una delle menti più lucide del panorama politico, e culturale, nel Paese. Un piacere ascoltarlo. Rilancia idee che come “base” abbiamo più volte portato all’attenzione delle varie dirigenze locali via via susseguitesi. C’è bisogno di un nuovo patto con quello che un tempo era il popolo del centrosinistra e che oggi non ci vede più come interlocutori affidabili”.

E quando si va per strada… Là ci si trova già persone che hanno maturato dei meriti quanto a condivisione. Parliamo da un lato di Bisogni e dei neo comunisti, dall’altro molte parrocchie, da un altro ancora Casa Pound e, forse, sarebbe giusto metterci anche i cinquestelle laddove hanno rappresentanti che hanno radicato… Non è utopia riconquistarsi la verginità con la prossimità?

“Molte persone che militano nel Pd, mi riferisco a realtà della nostra provincia, operano ogni giorno in “prossimità”. Io stesso faccio volontariato da una vita, partecipo alle attività di quasi tutte le associazioni del mio comune e vivo perennemente in una dimensione di “gruppo”. Ma la politica deve saper ritrovare una dimensione di elaborazione e programmazione diversa dalle strutture ecclesiali, dalle organizzazioni di volontariato o dalle associazioni di promozione sociale. Ha un compito diverso, assegnatole – tramite i partiti – dalla Carta costituzionale. Il Pd, deve riappropriarsi di un modello popolare e indicare una prospettiva”.

Della proposta che Campanini aveva fatto al Partito non ce ne è più traccia. Tu che cosa gli avresti risposto sul futuro a breve?

“Sapendo che spesso mi ero comportato da “bastian contrario”, Ernesto mi cercò – diverso tempo addietro – proprio per indicarmi che erano necessarie parole d’ordine nuove e che queste dovevano tradursi in un programma di riscossa per la città dopo cinque anni penosi di amministrazione De Mossi. Lo abbiamo scritto con Lorenzo, nel documento condiviso pubblicamente a inizio settembre, quell’energia non possiamo buttarla via. Tutto il centrosinistra ha necessità di persone brillanti e dinamiche come quelle che si riunirono attorno al Campanini”.

Comunali, Regionali o Europee… Quale a tuo parere sarà lo scontro del prossimo biennio che sarebbe più utile vincere?

“Per le comunali e per le europee voteremo fra sei mesi. Saranno elezioni locali e globali al tempo stesso, una partita difficilissima ma da vincere. Per le europee serviranno programmi per un’Europa vera e non schiava della burocrazia e dell’egoismo, le persone da candidare le abbiamo. Sul territorio possiamo spendere tante persone valide per le comunali, bisogna far emergere in pochi anni una nuova classe dirigente. Per il 2025 ne parleremo poi…”

Uno spot per l’incontro di martedì 19 alle ore 18:00 ai Mutilati?

“Venite si ragiona!”

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