La sanità senese nelle opinioni che il Comune ha raccolto tra i cittadini

In duemila hanno risposto al sondaggio online – “non scientifico” – promosso dal Comune. Le priorità: rafforzare il policlinico, potenziare la medicina territoriale, spendere meglio

È una fotografia, discutibile certo, ma tuttavia nitida, quella emersa dal sondaggio promosso dall’assessorato alla sanità del Comune di Siena, presentato il 16 giugno 2025 dall’assessore Giuseppe Giordano. Una fotografia che parla di partecipazione, consapevolezza e aspettative verso un sistema sanitario che oggi viene percepito come in difficoltà.

L’iniziativa, attiva sul sito del Comune tra il 29 gennaio e il 15 marzo, ha raccolto oltre duemila risposte, costituendo una base solida di ascolto e di orientamento per le future scelte amministrative. “Con questa indagine – ha spiegato Giordano – abbiamo voluto dare voce a chi ogni giorno vive il sistema sanitario. I dati emersi ci aiuteranno a ridurre lo scarto tra percezione e gestione, e a migliorare la qualità delle politiche pubbliche”.

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Il quadro è ricco e articolato. Ma l’assessore ha voluto chiarirlo fin da subito: non si tratta di un sondaggio scientifico, non ha campione rappresentativo, non è stato pesato per sesso, età o condizione sociale. È uno strumento conoscitivo, non statistico. Non pretende di essere esaustivo né neutrale: “ma in politica – ha detto Giordano – ciò che conta non è solo la quantità, ma anche la qualità e la direzione del messaggio che emerge”. E il messaggio, qui, è chiarissimo: c’è un bisogno forte di cura, di vicinanza, di riorganizzazione. Chi ha partecipato, lo ha fatto consapevolmente, e i numeri dicono che il tema tocca corde profonde.

I dati confermano un forte radicamento territoriale della partecipazione: l’89,7% dei rispondenti risiede nel Comune di Siena, e il 98,7% ha cittadinanza italiana. L’età prevalente è tra i 51 e i 70 anni (53,3%), seguita da quella tra i 36 e i 50 anni (25,8%). Il livello di istruzione è alto: il 48,7% possiede una laurea, il 42,3% un diploma di scuola superiore, e solo il 9% ha un titolo inferiore. Tra le professioni, si registra una distribuzione articolata: 26,5% impiegati nel settore privato, 24,6% dipendenti pubblici, 18,4% pensionati, 14,8% liberi professionisti, 11,9% operatori sanitari e 3,8% studenti.

Il profilo degli utenti restituisce un’immagine precisa: un campione attivo, istruito, tendenzialmente maturo e impegnato, che non rappresenta l’intera popolazione ma che ha deciso di partecipare. È su questa base che va letto il sondaggio: non come una radiografia dell’intera città, ma come una voce, che merita considerazione.

In cima alle preoccupazioni c’è il rafforzamento del Policlinico Santa Maria alle Scotte: il 43,5% chiede “molti più investimenti”, il 43,7% “sì” e il 10,9% “abbastanza”. Solo l’1,9% afferma che non siano necessari. Ma la cittadinanza non sembra favorevole alla costruzione di un nuovo ospedale: solo l’11% si esprime a favore in modo netto, il 19,1% in modo positivo, il 21,6% “abbastanza”, mentre il 48,3% non ne avverte l’esigenza. A emergere è dunque una preferenza chiara per l’adeguamento e il potenziamento dell’esistente, piuttosto che per soluzioni radicali.

Molto più forte e condivisa la richiesta di potenziare la medicina territoriale. Il 53,2% la ritiene necessaria “molto”, il 36,1% “sì”, l’8,9% “abbastanza” e appena l’1,7% “per niente”. È un segnale inequivocabile: i cittadini chiedono presidi vicini, continuità assistenziale, servizi accessibili. Questo tema si intreccia con il giudizio sull’integrazione tra ospedale e territorio, che appare largamente insoddisfacente: il 50,6% ritiene che funzioni “abbastanza”, ma il 40,9% risponde “per niente”, il 7,7% “sì” e solo lo 0,9% “sì, molto”.

Altro elemento centrale emerso è quello delle risorse pubbliche. Il 58,8% chiede che lo Stato investa “molto” di più nella sanità, il 32,4% “sì”, il 6,7% “abbastanza” e solo il 2,1% “per niente”. Simili le opinioni rivolte alla Regione Toscana: il 56,7% invoca più fondi con forza, il 34,6% è d’accordo, il 6,6% è moderatamente favorevole, mentre appena il 2% ritiene che non servano altri investimenti.

Ma non basta aumentare i fondi: i cittadini vogliono anche che siano usati meglio. Alla domanda su come vengono spese le risorse pubbliche in sanità, il 49,2% risponde “non in modo corretto”, il 43,6% “abbastanza”, mentre solo il 5% le considera ben impiegate e appena il 2,2% si dichiara del tutto soddisfatto.

Critico anche il giudizio sull’Ausl Toscana Sud Est. Il 60,5% ritiene che la sanità senese non sia migliorata dalla sua costituzione, il 28,6% risponde “abbastanza”, il 9% “sì” e soltanto l’1,9% “sì, molto”. È un dato che richiama un ripensamento della governance sanitaria.

Infine, i cittadini sembrano molto preoccupati per la fuga di professionalità dal sistema sanitario senese. Alla domanda se i professionisti qualificati siano valorizzati o tendano ad andarsene, il 40,4% risponde “sì, molto”, il 37,7% “sì”, il 16,5% “abbastanza” e solo il 5,4% “per niente”.

Il sondaggio è parte di un percorso di ascolto e partecipazione avviato dall’amministrazione comunale. I risultati completi sono già stati resi pubblici e, come ha sottolineato l’assessore Giordano, costituiranno “la base per futuri incontri pubblici e confronti con gli operatori del settore”.

Se da una parte emerge la richiesta di più risorse, più presenza sul territorio e una maggiore valorizzazione del personale sanitario, dall’altra si coglie anche un senso di critica. Ma c’è un dato positivo: la cittadinanza ha partecipato, si è espressa, ha proposto. E quando la politica sa ascoltare anche ciò che non è rappresentativo ma è rilevante, può migliorare sé stessa. C’è da augurarsi che si apra una discussione e non che si chiuda.

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