Mens Sana, di nuovo con liguri e piemontesi

Vecchi-Caliani al lavoro per il completamento del roster biancoverde. In arrivo un colored?

Non sedici, ma solamente quindici. Niente Umbria, Lazio o Sardegna, ma ancora una volta l’asse Toscana-Piemonte con in mezzo la Liguria. Il tutto con estremo beneficio d’inventario, anche perché gironi e calendari vengono poi confermati e arrangiati in base alla qualità delle lamentele che arrivano in Fip.

Comunque, se tutto resta così, il girone delle senesi sarà il C e probabilmente lo comporranno – da Nord a Sud -: Junior Casale, Collegno Basket, Don Bosco Crocetta, Derthona Basketball Lab, Spezia Basket, Seagulls Genova, Scuola Basket Arezzo, Basket Cecina, Use Empoli, Pallacanestro Legnaia, Basketball Lucca, Etrusca San Miniato, Costone Siena, Virtus Siena e Mens Sana Siena. Trenta giornate con due turni di riposo per ciascuna squadra.

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Al momento tutte le squadre – a parte le nordiste in versione “Lab” – sembrano aver scelto la strada del potenziamento, se non del consolidamento. Lucca – beffata sull’arrivo dalla Dany Quarrata – sembra averlo fatto più di altre, mentre l’Etrusca comunque – con Menconi andato a Piombino – deve scoprire un leader che porti punti e trascinamento psicologico.

Le senesi, apparentemente e in rapporto a un campionato lungo – la Mens Sana solo sulla base della fiducia -, sembrerebbero essere tutte più competitive di un anno fa. Senz’altro le trasferte a Siena, per le altre, saranno sempre ostiche.

In casa biancoverde, riassumiamo un po’ come stanno andando le cose. Pannini e Prosek sono confermati; per Neri useremmo invece l’espressione “ritrovato”, mentre per Perin c’è il “ritornato”. Della rosa di un anno fa sappiamo che Ivanaj è tornato a Varese, mentre con Sabia e Tognazzi c’è stato già l’addio. L’addio c’è stato anche con Giulio Tilli che rischiava di aver ancora meno spazi nel roster.

Gianluca Prosek (foto comunicazione Mens Sana Basketball)

Degli altri si sa poco. Belli non è stato continuo ma crediamo che la Società gli conceda una seconda chance; diverso il discorso per Ragusa che era un investimento importante ma la cui fallosità sul campo tale era all’inizio e tale è restata a fine campionato. Per Pucci si tratterà invece di vedere come risulterà alla fine il roster quanto a esterni, ma un ruolo in squadra ce lo avrà assicurato, oltre che per la continuità di rendimento, anche per il suo poter giocare da ala piccola che grande. Su Jokic – e la sua incredibile energia – la Mens Sana è da fine campionato che si dichiara disposta a impegnarsi, ma non tanto da trovarsi in un’asta al rialzo. La società ci sta provando, chissà che alla fine l’omonimo del grande Nikola non resti ancora un anno in biancoverde.

Tutto tace invece per ciò che riguarda Daniele Marrucci, il giocatore dall’incredibile atletismo – un po’ messo in ombra nelle amichevoli di Fortezza da Paoli – e dall’incredibile disponibilità verso tutto il marketing mensanino, sembra essere in uscita, anche se ancora la nota ufficiale della società non è arrivata. Al momento sui suoi social – che invero non aggiorna con grande frequenza – tutto parla ancora di Mens Sana; e così dalla Bell Basketball Agency che ne cura gli interessi.

Per i giovani crediamo non ci siano frette. Alcuni già ci sono, altri arriveranno quando sarà il momento di ampliare la foresteria. In più serve l’ufficializzazione sulle quote richieste per il campionato.

Come dice il “vate” Roberto Morrocchi ora è il momento dei lunghi. Roba che pensiamo importante, almeno seguendo la linea del transfer psicologico. Sono giorni che la Mens Sana fa propaganda mettendo la torre del Mangia sullo sfondo: la cosa a noi ci pare un chiaro richiamo, o no?

Il nome che circola è quello del giovane africano Barou Yarbanga, classe 2005, reduce dal trionfo in B Interregionale con la maglia di Ferrara, che uscirebbe dai canoni del “lungone vecchio stile”, ma che potrebbe invece fare al caso mensanino per atletismo, rapidità e capacità di coprire il campo.

Se fosse lui il cinque, magari i nostalgici del “pivottone” potrebbero avere di che obiettare. Ma la verità è che delle squadre Top che abbiamo visto lo scorso anno, praticamente nessuna aveva il “centrone”, ma tutte giocatori in grado di giocare quattro e cinque, con caratteristiche diverse, ma pur sempre prediligendo la mobilità al peso specifico.

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