Mens Sana, lettera aperta alla Polisportiva

Una richiesta di rendere più accentuata la libertà della “Basketball”, oggi al suo secondo anno di vita

Domani, 22 agosto ore 19, presso la Presidenza Storica della Polisportiva Mens Sana 1871 al PalaGiannelli, si terrà la conferenza stampa del Presidente della Mens Sana Basketball Francesco Frati, che aprirà ufficialmente una stagione biancoverde complessa come non mai. In attesa del momento per parteciparvi mi sono sentito di esprimere con un po’ di cripticità il mio stato d’animo all’altra Mens Sana, la Polisportiva, che è proprietaria all’85% della Mens Sana Basketball…

Carissima Mens Sana,

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assolutamente viene di pensare a Lei come una mamma o una nonna più che una Polisportiva. Ogni volta ci rifila quel 1871 a mezza via e così ci intimidisce. Vero che a Siena il retaggio è importante e lo sanno bene anche tutti gli altri tant’è che un’altra società senese ora si è messa a sottolineare che è dal 1904 che esiste. Che anche quella è una bella data; chissà se il loro 1904 è tale da offuscare che in quell’anno nacque anche la Robur, per partogenesi da Lei, carissima signora.

Vorremmo significarLe quanto siamo rammaricati che stia incontrando problemi di mantenimento del dovuto rispetto alla Sua identità istituzionale. E che le voracità delle necessità secolari La stiano mordendo da vicino, rendendola incapace di mostrarsi degna e autosufficiente nella quotidianità.

Vorremmo mostrarLe rinnovata gratitudine per la tutela che ha rivolto ai beni immateriali prodotti negli anni anche grazie alla sua opera. Il mantenimento di tali beni è fondamento del nostro orgoglio e base di insegnamento della nostra ansia di sviluppo.

Carissima Mens Sana 1871, ci viene di associarla, per analogia, allo Stato Pontificio del quale è indubbia la spiritualità e la sollecitazione alla virtù. Di esso tuttavia nei secoli è stato messo in dubbio l’operato del braccio con cui ha gestito il potere temporale. Ministri in terra, incapaci di comprendere la vastità della mission e purtuttavia che hanno voluto dominarla per trarne propri vantaggi. Se lo lasci dire – e qui la metafora è sempre aperta -, tergiversare fra Franza e Spagna non è la soluzione ai problemi.

Non è una relazione la panacea, ma sono i progetti, soprattutto se visionari, che la riconciliano a quell’eternità che le è propria. Sia che provengano dal sacro soglio, sia che arrivino da quelle diverse culture sportive che la rendono comunità e Polisportiva. Idee nuove che la potrebbero circondare di giardini laddove l’attualità è fatta di erbacce e orti altrui, magari prossimi a essere usucapiti.

Sono importanti le famiglie sotto la sua diretta sussistenza, ma esse sono effetto, se non addirittura orpello. Non potranno mai essere motivazione o indirizzo. Il suo retaggio merita di più. A cominciare dall’esigenza di riempire una volta ancora di vera gioventù i suoi viali, le sue stanze, le sue sale di gioco. Non diamo a genitori preoccupati motivazioni per disertare i Cas, denunciamo senza timore all’opinione pubblica se ci sono responsabilità di chi l’ha intimidita e magari continua a farlo.

Così come merita di essere corroborata, cresciuta ed eventualmente maltrattata dalla piena libertà la sua figlia più giovane, la Basketball, terza del suo nome, insaziabile fino a contenderLe lo stesso vostro nome quando la fama glielo consente.

Solo tredici mesi fa, venimmo nella sua casa, carissima Signora, per conoscer la “Basketball” appena nata. Ci sembrò invero una creatura molto cagionevole, disorientata e debole, seppur circondata da persone che chiedevano solo di proteggerla e amarla. Sentimmo tuttavia forte come non mai il contenuto visionario.

Domani torneremo nella sua casa, carissima Signora. E se non fossimo tra coloro che l’hanno amata nel frattempo, stenteremo a riconoscerla tant’è cambiata. E’ un fatto positivo, sarà certo una soddisfazione per gli occhi, anche se ci attendiamo che presto si metta a chiederci soldi promettendo isterismo se non glieli diamo.

E’ la sua natura cresce con noi, per noi e tramite noi; se smette di crescere teme di non esser più amata.

Da lei, cioè dalla “Basketball”, non ci attendiamo alcun riconoscimento pubblico; ci basterà l’entusiasmo che saprà provocare. Ma a Lei, Carissima Mens Sana 1871, chiediamo impegno nel far sì che sua Figlia possa fare come ogni giovane, di buona istruzione, cioè lasciare il nido e spiccare il volo.

In questi tredici mesi dovevano esser scritti di nuovo gli atti che l’hanno resa autonoma; la “bambina” però si è distratta, ha pensato alle partite, e non ha fatto nulla, tant’è che il suo trust di supporters oggi, in società, ha un peso ancora simbolico.

Inoltre, Lei è forte della Sua carica spirituale, carissima Signora; pertanto, Lei deve ridurre la sua incidenza societaria di moltissimi multipli e deve esser Lei a renderlo possibile perché evidentemente la “giovinetta” non ne è in grado da sola.

E non culli per favore sogni di rendita o speculazione perché non è giusto nei confronti nostri e di coloro che molto di più hanno sacrificato per vederla crescere. E infine non permetta neanche che sorelle e sorellastre la privino di vezzi, stole inutilizzate o scarpe di cristallo se deciderà in un prossimo futuro di vestirsi per un ballo con la vita in cui incontrerà il Futuro.

Il guadagno per averla fatta nascere di nuovo, per Lei, carissima Mens Sana 1871, starà nel fatto che, proporzionalmente a quanto crescerà la “Basketball”, direttamente crescerà l’ansia popolare e istituzionale per risolvere gli annosi problemi dell’area e degli edifici che costituiscono il Suo patrimonio.

Grazie, carissima. In attesa di esprimerLe di persona il senso della nostra stima, La ringraziamo per esserci.

Insieme a tanti altri, suo Duccio

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