Mens Sana, quanta paura e quanta gioia

Ora c’è Serravalle, con trasferta organizzata del tifo, quindi attendiamo la Gallarate del mancato biancoverde Chiapparini

Guardiamo avanti, la prossima sarà sabato 1° marzo alle 20:30, a Serravalle Scrivia, già Serravalle Liburna, borgo di 5.500 anime dell’Alessandrino che gravita economicamente e culturalmente su Novi Ligure. Nella regular season ha vinto tre volte, portandosi 2p e basta nella seconda fase; i suoi “scalpi” sono Collegno e Casale in casa, Pavia in trasferta.

Stasera gioca a Cecina che ora ha un naming sponsor – Verodol Tuscopharm (che compare anche sul parquet del nostro campo essendo sponsor anche della nostra squadra) – e un ritorno/rinforzo: Giovanni Bruni, play. I Wolves del Tre Colli BC Serravalle arrivano a questa gara odierna con una striscia di 10 sconfitte 10 di fila.

- Advertisement -

Per questo appuntamento, finalmente, e con i nostri complimenti, l’Associazione io Tifo Mens Sana è tornata a organizzare la trasferta in pullman, assieme “ai ragazzi della Curva”. Costo trenta euro, prenotazioni obbligatorie, partenza alle 14:30, ritrovo alle 14:00 nel parcheggio del palasport.

Il sabato ancora successivo troveremo Gallarate, una squadra di baby “integrati” da giocatori d’esperienza che non dispiaceva al nostro assistant coach Innocenti. E che peraltro si è anche rinforzata con il mercato aggiungendo tra gli altri un certo Matteo Chiapparini (22 anni, 185cm per 80kg, play), che sui taccuini di viale Sclavo era presente lo scorso anno quando si tentó (senza successo) di aggiungerlo a febbraio.

Nel frattempo il mercato invernale si sarà chiuso e sapremo, o meno, se sarà solo questo roster ad accompagnare la squadra alla salvezza. Al momento disponibilità ci sono, ma non tutto quello che si vorrebbe è facilmente accessibile, specie quando si gioca per gli stessi obiettivi. Squadra la nostra, che peraltro non ci è dispiaciuta sul piano dell’impegno nella gara di ieri, tuttavia… l’imprecisione al tiro si rivela a volte eccessiva in questa categoria. Anche se a dire il vero, più che dettagli tecnici, quello che desta qualche preoccupazione è la tenuta mentale di una squadra che dentro alla stessa partita, ed anche dentro allo stesso quarto, sa alternare perle a cacche senza sapere come sia possibile riuscire a fare le une e le altre con la stessa facilità.

Quando passiamo accanto a Caliani ci regala una delle sue osservazioni. Tra i varesini ci saranno almeno tre giocatori che in futuro vivranno di questo. L’italo-ivoriano Assui ha un primo passo sulle penetrazioni che è devastante, il lungo Porto che è 208 cm – e ancora cresce – risulta una sentenza se ben servito ed è difficile non immaginarlo in serie A tra qualche anno, gli altri difendono con energia e qualcuno tira anche bene. Kouassi, colored italiano, parte come 5 ed è il decano della squadra: 22 anni.

La cosa buona per la Mens Sana è che nessuno di essi è un giocatore davvero formato completamente; o in strategia, o in tecnica, o in fallosità… difettano. Ti possono battere, ma possono perdere.

In casa mensanina abbiamo visto diverse cose. Alcune da stropicciarsi gli occhi, altre da tapparseli (gli occhi). Più movimento di palla, che nel primo tempo ha portato anche a canestri di pregevole fattura come l’alzata di Pannini inchiodata nel canestro da Jokic. Si è usato a lungo il doppio play, anche con Tilli che non è stato male. Si sono usati più ribaltamenti sul lato debole nei giochi spalle a canestro di Prosek, quando l’area era già impegnata per consentire gli smarcamenti. Ma si sono viste anche situazioni in cui la penetrazione finiva male o il tiro era forzato perché l’attaccante si trovava senza sbocchi.

Guardare lo scout non evidenzia grosse differenze tra le due squadre. C’è molta somiglianza. Finché non si va sui singoli. Prosek che sembra con l’attenuarsi dei rigori invernali vantare una miglior forma, soprattutto quando trova un alleggerimento del lavoro sottocanestro, è il primo e vero terminale offensivo. Va dentro con la sua giravolta da sinistra oppure tira dalla media e lunga distanza. Campus Varese ha provato in ogni modo a fermarlo – nove falli subiti – con il risultato di fargli avere un 10/13 dalla lunetta che alla fine deciderà la gara. Comprendiamo bene qual era l’angoscia dello staff quando, dopo Lucca, si è pensato qualche tempo di dover fare a meno di lui. Se a Giangi possiamo fare una minicritica, troviamo che quando la partita diventa incerta lui tende a non avere nei compagni la stessa fiducia che loro provano per lui.

Balsa Jokic non segna granché – il solito diggì ci dice che se lo facesse non sarebbe arrivato qui da noi – ma in gara entusiasma. Difende, prende rimbalzi, rilancia l’azione e poi le stoppate: delle quattro fatte almeno due sono ai danni di Elisee Assui, il giocatore da A1, l’undicesimo della Pallacanestro Varese. La “contraerea” montenegrina consente anche ai piccoli di essere più aggressivi, anche se spesso a Jokic è toccato difendere su Assui, peraltro con ottimi risultati, dato che ieri l’italo-ivoriano è stato al di sotto della sua media stagionale con un 8/22 al tiro.

Riguardando le cifre, tutti quei complimenti che avevamo in testa ieri per Alessandro Pucci, li dimezziamo. Non è George Bucci, ma nelle ultime dieci gare, quando chiamato, ha sempre dato il proprio contributo, ieri in particolar modo con un 5/6 nei liberi, quand’essi erano strategici.

Stringe i denti Vittorio Tognazzi che ancora non è al meglio, ma che se capisce che può essere utile anche senza giocare trenta minuti e tirare quindici volte, potrebbe garantirsi un futuro in biancoverde più lungo di quanto invece potrebbe essere se accettasse solo il ruolo di attore protagonista. Tanto lavoro di Marrucci e Pannini, Belli che avrà tempi migliori e Ragusa che magari non si troverà sempre schiacciato dai falli, ma che può incorniciarsi la bella e prorompente foto in copertina del “Sempre, Ovunque, Comunque” distributo ieri a testimonianza della considerazione che il giovane pugliese riscuote dai tifosi.

Qual è l’analisi vera del perché al rientro dagli spogliatoi Varese ci ha rimontati? Loro non erano diventati più forti, mentre i biancoverdi forse hanno ritenuto che una partita “indirizzata” è un qualcosa di inamovibile…? Purtroppo non è la prima volta che succede e forse non è solo questione di superficialità. Il ritmo si è alzato e a 90 secondi dallo scadere, con Kouassi che ribadiva a canestro, il punteggio diveniva 66-66. Eravamo a un passo dalla quinta sconfitta consecutiva. E invece…

Invece è arrivata una vittoria che dovrà essere bissata sabato prossimo e triplicata dalla gara interna con Gallarate – incrociamo le dita -, l’una, l’altra e l’altra ancora, tuttavia dovranno essere intese come una cura del momento attuale dei mensanini che alla gara di ieri sembravano quasi in crisi di identità.

Come dice il nostro amico Parrini: “¡Que viva Mens Sana! ¡Hasta la victoria blanca y verde siempre! ¡Vamos a ganar! ¡Corazon y pelotas!”

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version