Mens Sana, vinci o perdi ma con obbligo di crescere

La sconfitta interna non è patologica, ma sbracarsi davanti al proprio pubblico deve restare l’eccezione

Nessun dramma. Ci mancherebbe. Il record di 5 vittorie e 2 sconfitte mantiene la Note di Siena Mens Sana Basketball nei quartieri alti della classifica, alle spalle della capolista USE Empoli ed alla pari di Arezzo (sorprendente) e Costone (meno sorprendente). Però è altrettanto chiaro che qualche campanello di allarme ha iniziato a suonare in viale Sclavo, non solo per la prima sconfitta casalinga della stagione, ma anche per il modo in cui è arrivata.

Perché se è vero che il -19 finale è decisamente bugiardo, dato che la Mens Sana era a -1 a poco più di 5 minuti dalla fine, è altrettanto vero che i lucchesi sono sempre stati in controllo, con scarti medi tra 5 e 14 punti. Senza mai davvero dare la sensazione di poterla perdere e dando l’idea di giocare sempre di squadra. Senza farsi prendere dalla voglia di risolvere tutto da soli. Cosa questa che invece è accaduta alla Mens Sana e non è la prima volta che la sottolineiamo e sulla quale Paolo Betti dovrà lavorare molto.

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Ma andiamo con ordine. Il primo quarto dice che entrambe le squadre hanno talento, ma che a tratti si specchiano un po’ troppo concedendo canestri facili agli avversari. Succede a Lucca di lasciare un po’ troppo spazio a Prosek e Tognazzi, e succede alla Mens Sana di lasciare un po’ troppo spazio a Del Debbio e Dubois, come in occasione della tripla allo scadere dei primi 10 minuti di partita, dove Pucci resta distante e non può far altro che vedere la palla finire dentro la retina per il +2 Lucca.

Nel secondo quarto arriva il primo momento di difficoltà, con Lucca che cavalca Barsanti, esperto ed esuberante come suo solito, che quando è in serata – e non gli capita sempre ma molto spesso proprio contro la Mens Sana – è difficile da marcare, perché tira da ognidove e spesso la mette, aggiungendo quella buona dose di provocazioni che, al pari delle triple siderali, lo hanno reso celebre nella sua lunga carriera.

Non è solo rarità Prosek quando prova il tiro da tre punti

Subire 49 punti in 20 minuti in casa però non è cosa buona, anche se contro una squadra forte. Qualche contromisura forse andava andava trovata. Sia a livello tattico che individuale. Magari qualche fallo in più lontano da canestro avrebbe aiutato a rompere un po’ il ritmo agli avversari che invece, viceversa, hanno preso sempre più fiducia.
Mentre nell’altra metà campo la fiducia è svanita possesso dopo possesso. Con troppi isolamenti, che se anche talvolta hanno portato al canestro, non hanno certo contribuito a mettere tutti in ritmo.

Dopo l’intervallo la faccia in difesa dei biancoverdi cambia e quando si comincia ad aumentare la pressione difensiva calano magicamente anche le percentuali degli ospiti, che però, a differenza della Mens Sana hanno il merito di non disunirsi mai, ottenendo produttività un po’ da tutti, giocando anche con quel pizzico di esperienza che i vari Tempestini, Barsanti, Del Debbio hanno di certo accumulato in tanti anni da protagonisti tra serie B e A2.

La Mens Sana però ha una faccia diversa ed allora i 49 punti in 20 minuti si tramutano in 12 nei 10 minuti del terzo quarto ed aprono la strada ad una nuova possibile rimonta della Mens Sana. Rimonta che si ferma sul 60-61. Dove si torna ai vecchi errori.

Quattro forzature di fila in attacco e 4 errori banali, un paio di triple di Lucca e la frittata è fatta. Il BCL torna in controllo di punteggio e inerzia, chiudendo di fatto la pratica, alimentando il vantaggio in un finale che ha fatto arrabbiare i tifosi biancoverdi, per i quali può capitare di perdere ma non di sbracare.

Non è piaciuto l’atteggiamento del finale di partita, come non sono piaciute le forzature di alcuni nel momento della rimonta quasi completata. In quei momenti, Lucca ha giocato da squadra, la Mens Sana forse no. Magari solo per eccesso di voglia e generosità, ma di certo senza la lucidità necessaria a gestire questi frangenti.

Ripetiamo. Può capitare, Nessun dramma. Ma argomenti su cui lavorare ce ne sono. E lo staff di Paolo Betti saprà come porre rimedio.

Supercontrollato Vittorio Tognazzi con le maglie difensive strette a ogni entrata

Dal punto di vista offensivo spicca in negativo il dato sulla percentuale nel tiro pesante (5/26). “Tirando così non vinci mai”, si sentiva dire da più parti in tribuna. Ma gli faceva anche eco un’altra frase che ci sentiamo di condividere “Forse però, se tu prendessi tiri migliori tireresti anche meglio”.

Andrea Belli è apparso un po’ in difficoltà. Chi lo conosce sa che può fare molto ma molto di più, come peraltro ha già dimostrato di poter fare in altre occasioni. Può crescere sia in termini realizzativi, sia soprattutto di leadership in campo. Insieme a Pannini deve gestire i ritmi della squadra, capire i momenti, addormentare la partita se necessario quando le cose non vanno bene per risvegliarla poi quando l’inerzia cambia di nuovo.

Belli ha sicuramente talento e può essere anche un ottimo finalizzatore accanto a Vittorio Tognazzi, che alterna cose buone e giuste a peccati di individualismo, che in B Interregionale molto più che in serie C, si tramutano spesso in palle perse sanguinose. Se gioca con lucidità può tranquillamente essere uno dei migliori nel suo ruolo anche in questa categoria. Se abbassa la testa, non sempre fa la scelta giusta.

Ragusa ha avuto un ottimo rendimento quando è stato in campo. Il problema è che c’è stato meno di 10 minuti in totale. Limitato dai falli. Può capitare, ma non deve capitare sempre. Il ragazzo sta crescendo, ma deve essere meno ingenuo, anche perché di cinque falli, almeno quattro sembravano evidenti.

Non ci demoralizziamo troppo però, perché il bicchiere resta comunque più di mezzo pieno. Ma crediamo sia giusto fare sempre un passo in avanti. Anche perché la classifica è corta ed ogni settimana un passo falso può costare caro, così come un blitz può spalancare le porte del Paradiso.

Domenica ad esempio arriva il primo derby della stagione per la Note di Siena, che farà visita alla Virtus Siena al PalaCorsoni del Cus. Se la Mens Sana Basketball non arriva felicissima a questa partita non si può dire niente di diverso per la Virtus, reduce da una brutta sconfitta sul campo della rediviva Legnaia.

La classifica delle due squadre oggi è molto diversa. La Mens Sana ci arriva con un po’ di serenità in più, pur sapendo che perdere potrebbe voler dire ritrovarsi invischiati a metà classifica, mentre vincere potrebbe voler dire restare in quota ed inguaiare davvero la Virtus.

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