Note di Siena, a freddo una riguardatina alla partita

Quel che piace e quel che non esalta nell’attuale Mens Sana. Le belle conferme su Giangi Prosek

Una rondine non fa primavera, dice un antico detto. E pertanto, una partita non può certo fare “verdetto”. Ma di sicuro la prima uscita nel campionato di B Interregionale della Note di Siena Mens Sana Basketball, qualche indicazione l’ha certamente data.

Ed allora ci piace tornare ad analizzare quanto accaduto domenica pomeriggio al “Ei Fu” PalaEstra (o forse lo è ancora…) raccontando cosa ci è piaciuto molto e cosa ci è piaciuto di meno. Anche se nulla a dire il vero, ci ha fatto proprio così schifo. Anzi.

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Cosa ci è piaciuto: il clima

Quasi 1200 spettatori, tra cui quasi 700 abbonati (and counting, dato che la campagna abbonamenti resta aperta fino all’11 ottobre p.v.) più un bel po’ di gente extra, che non fa mai scomodo, sia al botteghino che al colpo d’occhio. Non sembrava di essere nelle finali playoff dello scorso anno, ma onestamente neppure ad una delle altre 48 partite di B Interregionale. Lo si dice da tempo, il pubblico della Mens Sana ha riacceso i motori, tornando a popolare le tribune del palasport di Viale Sclavo, che per quanto vetusto e un po’ malconcio, resta “casa” per chi su quelle poltroncine ha visto vincere scudetti e mietere vittime europee illustri. Un gran bel colpo d’occhio, che di certo avrà anche messo un po’ di pressione ai nostri, che all’inizio hanno un po’ faticato a trovare ritmo, prima di farsi trascinare da un’onda anomala di carica ed entusiasmo.

Cosa ci è piaciuto: il primo tempo

Al netto di qualche tremolio iniziale, peraltro ben contenuto, il primo tempo della Note di Siena è stato “Rock”. Pressione a tutto campo, aggressione a mano disarmata ai portatori di palla aretini, ritmo difficile da contenere, voglia di dimostrare, di imporre, di gratificare. Il massimo vantaggio (+21) arriva forse in maniera inaspettata ma di certo non immeritata, con i ragazzi del “Profeta” Paolo Betti, che conducono le danze e controllano senza affanni una squadra, quella aretina, che oltre alla sapienza cestistica di Facundo Toja – per molti il miglior playmaker del campionato -, all’esperienza di Michel Lemmi, si è retta sulla prestazione di un quasi perfetto sconosciuto, tale Leonardo Prenga, giovane ma molto molto bravo, autore alla fine di 19 punti (72,7% al tiro da sotto e 14 rimbalzi) e che da ora in avanti non sarà più chiamato “tale”, ma bensì avrà spazio negli scouting report delle prossime avversarie di Arezzo. Il “+18” dell’intervallo lungo è la fotografia della supremazia biancoverde nei primi 20 minuti.

Giangi Prosek si ferma solo con le cattive

Cosa ci è piaciuto: Giangi Prosek

E’ il nostro personale Mvp. In una serata dove la distribuzione offensiva è stata bella ampia, il ragazzone italoceco ha segnato 18 punti, almeno 4 dei quali in un momento importantissimo della partita. Se ci fossero stati mai dubbi sull’impatto che avrebbe potuto avere anche al piano di sopra, direi che la prima partita è stata abbastanza chiarificatrice. In attacco Giangi può essere un fattore anche in B Interregionale. Casomai è dietro che ancora un po’ deve migliorare.

Cosa ci è piaciuto: il tutti per uno, uno per tutti

Nessuno degli undici che sono entrati in campo nei primi 20 minuti ha demeritato ed anzi, la coralità dell’applicazione difensiva, unita al giro palla in attacco, è stata una delle chiavi dell’incontro. Bravi anche i due giovani, Tilli e Maghelli, in campo nel parziale “spaccapartita” e molto utili sui due lati del campo.

Cosa ci è piaciuto di meno: il terzo quarto

Non ne facciamo solo una questione di parziale (25-10 in favore di Arezzo) e neppure di applicazione, perché soprattutto nella prima parte del periodo sono arrivati anche dei buoni tiri, purtroppo sbagliati. Ne facciamo però una questione di intensità, molto diversa rispetto al primo tempo, con diversi 1vs1 al ferro subìti e soprattutto una tendenza a mettersi un po’ troppo in proprio, quando invece la chiave per uscire dalle guazze dovrebbe essere sempre una maggiore condivisione del pallone. E’ atteggiamento tipico delle squadre che ancora devono fare un certo tipo di percorso e forse conoscersi meglio. Tutto normale, per una squadra che al completo si è allenata con il contagocce e che continua ad avere almeno tre elementi lontani dal 100% (Pannini, Neri e Ragusa). Tempo non manca, ma se c’è un aspetto sul quale forse c’è da lavorare, è esattamente questo: la gestione dei momenti di difficoltà, che dentro una partita di basket capitano a tutti.

Nel complesso comunque una vittoria importante per classifica e morale. Perché iniziare con una “W” dà quella carica per affrontare al meglio una settimana di lavoro che anticipa la prima settimana con il turno infrasettimanale, che metterà alla prova la tenuta anche fisica di una squadra che ha bisogno di allenarsi. Sperando che gli acciaccati recuperino e possano accelerare quel processo di conoscenza reciproca che non si compra al supermercato.

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