Filosofare a martellate

Il dottor Paolo Benini colpisce ancora

C’è chi scrive post per farsi notare e chi, come Paolo Benini, li scolpisce direttamente nella roccia dell’inconscio collettivo. Il suo nuovo sito transitorio (che pare più stabile di tanti siti ufficiali) è un laboratorio dove l’ex assessore, ex medico e mental coach si diverte a filosofare… con il martello. Non per costruire, ma per frantumare certezze.

I suoi post sono brevi ma densi, come pillole omeopatiche, shakerate con un pizzico di sarcasmo senese.

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Non mancano i riferimenti ai meccanismi della comunicazione, alla libertà come consapevolezza (non come slogan elettorale), e a quella categoria antropologica misteriosa chiamata “gli altri”.

E poi, naturalmente, Dio, il vuoto, il corpo, la presenza. Come dire: dal bicipite alla filosofia indù senza passare dal via.

Benini non spiega, accenna. Non racconta, allude. Non convince, disturba. Ed è qui che dimostra una qualità rara: la capacità di dire cose sensate lasciando il lettore nel dubbio che lo stia prendendolo per i fondelli. Ma è proprio in quell’ambiguità che si manifesta il talento del coach-filosofante: nel creare cortocircuiti tra la logica e il paradosso, tra la maieutica e il martello pneumatico.

Chi lo conosce sa che dietro la maschera c’è una mente lucida, che ha letto e vissuto, e che oggi sembra divertirsi a smontare tutto con la leggerezza di chi non ha più nulla da dimostrare. Né alla politica, né alla medicina. Magari, si, ai giovani della Mens Sana.

Insomma, il sito è provvisorio, ma l’impatto è permanente. Leggerlo è come entrare in una palestra dove i manubri sono frasi e i tappetini sono concetti.
Non si esce più intelligenti, ma sicuramente un po’ più svegli. O confusi. Che poi è lo stesso, se si guarda bene. Provare per credere.

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