Pd: l’assemblea ratifica Salluce e rinvia il resto a gennaio.

Avevamo già scritto anticipatamente sull’assemblea di lunedì del Pd. Tutto è stato fluido e abbastanza piatto, nessun sassolino… previsioni sbagliate in questo.

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Giusta invece la convinzione che i piatti forti sarebbero stati rinviati a gennaio.

L’assemblea è servita a ratificare l’elezione della Salluce e al passaggio di testimone Commissario-Commissione Elettorale-Federazione.

Nulla cambia nel contesto che abbiamo descritto nei nostri precedenti articoli.

Una minoranza palese, alcune minoranze silenti. Qualcuna di queste ultime, una in particolare annuncia che a gennaio si costituirà in associazione.

Hanno tutti in buona sostanza nel Pd scelto di prendersi il tempo delle feste per riflettere. Chi come la Salluce dovrà proporre una organizzazione in grado di avere davvero la capacità di ascolto e di servizio; chi come il Vigni dovrà decidere quanto e se fidarsi delle avance unitarie che si presume ci saranno, i silenti quando e dove tornare a parlare.

A guardare la foto emerge un quadro di un partito che non ha più voglia di combattere battaglie intestine.

Il punto è se davvero avrà capacità e forza di inserirsi nelle contraddizioni aperte della gestione della macchina comunale e della città dalla Giunta Fabio, impostare una battaglia di opposizione aperta e costruttiva che sappia costruire da ora al 2028 – passando per il 2025 e il 2027, come abbiamo già scritto –  il campo largo di cui ha bisogno.

Intanto qualche giorno fa Simone Vigni ha detto la sua: un campo largo che riscopra l’ambizione di vincere al primo turno. Per ora però i vari protagonisti aspettano.

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