Entro il 30 novembre l’iter burocratico per rinnovare la segretaria senese sarà concluso
A candidature presentate, per il segretario Pd, cos’altro manca ancora? Perché tutti i riti si compiano? A ben vedere, e se abbiamo capito mancano ancora tante cose.
Intanto, la prima cosa che manca è la nuova suddivisione degli iscritti nei nuovi circoli territoriali. Suddivisione proposta dal commissario, attualmente all’attenzione degli iscritti attraverso una mail a cui dovrebbero rispondere. Cosa stia accadendo non si sa. Il Commissario è il destinatario delle risposte. Di sicuro sappiamo che soltanto Vigni e gli iscritti che fanno riferimento a lui, sono intenzionati a controbattere le idee del Commissario.
Lo sapremo appena il Commissario parlerà e renderà pubblico il suo deliberato.
Poi tutto si sposterà proprio in questi otto (?) circoli. In ciascun circolo infatti, i due candidati a segretario proporranno, ciascuno per i fatti propri, una lista per la composizione dell’assemblea comunale. Alla fine – tutti sommati – cinquanta nomi, tra uomini e donne, se questo sarà il numero scelto, nella parte elettiva. C’è anche una parte di diritto, ma è un altro discorso.
Terza cosa che ancora manca e dovrà essere fatta, sono le candidature per i segretari di Circolo. Ma anche questo è un discorso assai complicato perché probabilmente non è chiaro se riguarderà tutti circoli, probabilmente sì, e non soltanto quelli interessati dalla riorganizzazione oppure da dimissioni, per decisione del Commissario.
Come vedete, tante le cose di competenza dei candidati, in cui il Partito farà il notaio. Un meccanismo complesso in cui il partito è solo il terreno di gioco. Tutto è in mano alle componenti. Che dire, poi hanno poco da lamentarsi dello strapotere delle correnti.
I candidati inoltre dovranno anche fare un minimo di campagna elettorale, qualche incontro pubblico, usare i social e molti colloqui con gli iscritti. Anche se per la privacy non potranno avere l’elenco degli iscritti e i loro “dati sensibili”, ma solo visionarli.
I congressi di circolo saranno dunque il punto dirimente. Qui ci saranno le presentazioni dei documenti programmatici, il dibattito, qui infine si aprono le urne e gli iscritti si esprimono in modalità segreta.
Saranno in tutto probabilmente, come abbiamo già detto, otto assemblee per 625 iscritti.
Dopo lo spoglio i dati di ciascun circolo saranno inviati alla Commissione provinciale che procederà alla proclamazione dell’eletto. Vince chi prende un voto in più del 50% dei voti validi.
Con due candidati l’esito è sicuro. Non ci potrà essere ballottaggio in assemblea.
Dunque chi vorrà essere componente dell’assemblea dovrà essere inserito nell’elenco di uno dei due candidati segretario.
Questo significa che chi ha sostenuto la candidatura di Fabbrini, andata per così dire “in buca”, se vuole entrare in assemblea deve necessariamente passare per un accordo con la Salluce o il Vigni? Oppure sono fuori? Il Commissario che dice di voler restare ha in serbo qualcosa? Vedremo.
Vigni, non a caso – forte di una lunga esperienza maturata sul campo – oltre ad aver rappresentato a Fabbrini disagio e stima, ha offerto il proprio sostegno, pubblicamente. Un’offerta destinata a far discutere. Vigni, è indicato come un “ortodosso”, difensore del passato che aprirebbe alle passioni democratiche? Qualcosa sembrerebbe non quadrare. Forse semplicemente le cose non sono come vengono raccontate?
Anche per questo abbiamo pubblicato i documenti programmatici. Affinché i lettori potessero apprezzarne distanze e vicinanze.
Che il racconto sia incompleto e ancora da capire per intero lo dimostrerebbe anche il rammarico del commissario. Espresso più volte. Dove la parola rammarico appare proprio un eufemismo. Si tratterebbe di una vero e propria disappunto per l’ostilità che avrebbe incontrato. Da parte di chi tale ostilità non è dato sapere. Ragionevolmente possiamo pensare da parte della ex maggioranza (relativa), dei suoi maggiorenti, che evidentemente non avrebbero accettato la proposta unitaria che il Commissario evidentemente aveva? Quale fosse la proposta tuttavia resta un mistero. Se fosse un nome oppure semplicemente un percorso.
La Salluce dunque, anche per il Commissario, a leggere tra le righe, non sarebbe una proposta unitaria? Piuttosto una candidatura trasversale di un gruppo di iscritti, forti delle loro cariche istituzionali, a pieno diritto interessati ad avere agibilità nel Pd della città, e che si organizzano, in pienezza di regole, di conseguenza?
Le dichiarazioni di Rossana Salluce dicono altro: parla di consapevolezza delle difficolta, di nuovi metodi dell’agire politico, di liberare nuove energie per la prospettiva della città. Propone un “punto a capo”.
Che dire, vedremo, gli esiti sembrerebbero già scontati. Non sembra però che i passi avanti compiuti, tra le varie anime, per l’unità nel Pd, siano stati molti. Anche la lettera di Fiorenzani dice qualcosa in questa direzione. Ma potremmo essere anche osservatori disattenti…
Igor Zambesi