La componente di minoranza del Partito Democratico di Siena lancia gli obiettivi futuri
Riceviamo e pubblichiamo un testo fattoci pervenire da Simone Vigni, già candidato alla carica di segretario del Pd di Siena...
Rossana Salluce ha vinto il congresso, ma noi ci siamo e possiamo dire senza ombra di dubbio che abbiamo ottenuto una grande vittoria: ci siamo e non per dare fastidio come taluno pensa. E neppure perché semplicemente in un partito democratico la minoranza ci vuole.
Noi ci siamo perché rappresentiamo un pezzo della storia di questo PD. Alcuni di noi sono stati tra i fondatori, tra i protagonisti di quella fusione fredda tra ex reduci della prima repubblica. E abbiamo attraversato le tante peripezie di questo partito. I tanti abbandoni, i tanti ingressi. Le porte girevoli, il partito usato come un tram.
Chi pensa che noi ci riteniamo i depositari della verità si sbaglia. Può essere che involontariamente abbiamo dato questa impressione, noi semplicemente vogliamo tenere il punto, siamo e resteremo tra le radici non uniche di questo partito.
Ci amareggia che qualcuno continui a pensare che proprio le radici siano l’origine dei problemi, ma forse lo fa per altri motivi, magari per lucrare ancora politicamente su di una stagione politica, continuando una narrazione di non verità, che presto sarà smascherata, è arrivato il momento.
Consigliamo caldamente di fare i conti con la storia del Pd. Perché comunque la storia non si cancella, tornerà sempre a galla. Possono essere fatti tutti i racconti distorti e addomesticati che vogliamo. Chi tenterà di eliminarci da quel racconto alla fine dovrà fare i conti fosse solo anche con il nostro fantasma.
Sia chiaro che noi non ci accontentiamo, ridotti a essere contati con le dita di due mani nell’assemblea, di dimostrare soltanto la nostra esistenza politica.
Siamo qui per continuare a dare una mano perché il nostro partito possa tornare a vincere. Perché? Perché non siamo convinti che tutti lo vogliano davvero. Abbiamo assistito a troppi trasversalismi interessati per non esserci induriti e obbligati a non farsi distrarre dalle parole e restare invece ancorati ai fatti.
Troppi che parlano di rinnovamento, ma solo fino quando sono presenti nell’album di famiglia, e quando in particolare il rinnovamento deve valere per gli altri, e questi “amici” sono, i primi a essere contigui con il potere che dicono di combattere, solo a parole.
Davvero l’Onorevole Sarracino pensa che il voto per la Provincia sia l’avvio delle prove tecniche di campo largo per le prossime elezioni? La situazione per come la vediamo noi è più complessa. Il centrodestra a trazione FDI non piace, ma non è ancora sconfitto. La sindaca Fabio non riscuote più il gradimento iniziale ma è ancora lì e ci starà fino alla conclusione del mandato. Ci sono e ci resteranno. Si è vero c’è fibrillazione e scontro. Molte contraddizioni e squarci si aprono, ma a ora sono solo crepe, dove nuotano i soliti opportunisti e trasversali di cui il panorama politico cittadino è pieno.
Se vogliamo tornare a vincere dovremo cercare di tenere tutto insieme, tornare a dialogare con tutti; lavoratori, pensionati, intellettuali, giovani, donne, ma dovremo anche saper dare battaglia. Andare contro corrente.
Se vogliamo uscire dal declino e cercare il futuro. Siamo certi che non sarà una passeggiate, un’allegra scampagnata. Dovremo ingaggiare più di una battaglia delle idee.
Dobbiamo darci un obbiettivo ambizioso nel 2028 tornare a vincere al primo turno e sopra ai 15000 voti.
Certo, prima dovremo passare dal 2025 e dal 2027.
Mettiamoci a lavoro. Noi siamo pronti, come siamo pronti a difendere le nostre idee, anche se questo non piace a qualcuno, ma nessuno ci potrà impedire di combattere per portarle all’attenzione di tutti.
Simone Vigni