Sanità, Scotte eccellenza nazionale ma c’è chi ritiene che il Sistema scricchioli

Gli investimenti da parte della Regione e le critiche da opposizioni e movimenti civici che a Siena sono in maggioranza

A Siena la sanità è già il tema caldo del confronto politico in vista delle elezioni regionali.
L’Ospedale Le Scotte si conferma tra le eccellenze italiane, ottavo nella classifica nazionale del Sole 24 Ore, ma non basta un riconoscimento per spegnere il racconto dell’opposizione. Anzi, è proprio la narrazione istituzionale a rendere la questione ancora più infuocata.

La Regione Toscana – con il presidente Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – ha annunciato un pacchetto di investimenti da 70 milioni di euro destinati all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese: nuovi edifici per ambulatori e laboratori, nuova viabilità, impianti e tecnologie all’avanguardia. Interventi importanti, inseriti in una più ampia programmazione regionale che prevede 210 milioni complessivi per la sanità toscana e 77 Case di Comunità finanziate con il PNRR. “La Toscana dimostra capacità di programmazione e attenzione reale per il diritto alla salute”, ha dichiarato Bezzini. Eppure, mentre la Regione rivendica il proprio impegno, si registrano giudizi molto diversi.

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Sena Civitas, movimento civico attivo sul territorio, presente in Consiglio comunale e con un assessore di riferimento in giunta, esprime soddisfazione per il riconoscimento ottenuto da Le Scotte, che considera il frutto del lavoro straordinario di medici, infermieri, tecnici e amministrativi, spesso messi a dura prova da condizioni organizzative inadeguate. “Il Pronto Soccorso di Siena registra oltre 55.000 accessi annui, pari a 150-200 pazienti al giorno, ma i medici effettivi sono appena 30, mentre ne servirebbero almeno 40 o 45”, si legge nella nota. La situazione delle liste d’attesa è giudicata insostenibile, con tempi superiori a 60-90 giorni per esami fondamentali come TAC e risonanze magnetiche. E mentre la Regione parla di svolta, i cittadini continuano a pagare un’addizionale IRPEF elevata, introdotta per coprire un disavanzo sanitario temporaneo, ma che resta attiva nonostante l’assenza di miglioramenti strutturali percepibili.

Ancora più dura è la posizione del Movimento Civico Senese, che parla apertamente di una sanità “raccontata bene ma vissuta male”. In una lunga e articolata denuncia, il movimento elenca criticità sistemiche che vanno ben oltre il caso senese. Si criticano le assunzioni giudicate irrazionali, come quella di 82 centralinisti per la guardia medica, “quando poi sul territorio mancano i medici”. A Siena, fanno notare, ci sono undici primari senza reparto, mentre in altri ospedali si registrano proporzioni assurde tra primari e pazienti. Sotto accusa anche la gestione delle liste d’attesa, che secondo il movimento vengono chiuse anticipatamente le agende o rinviate le prenotazioni al mese successivo, impedendo di fatto al cittadino di accedere al servizio.
Nei Pronto Soccorso, si denuncia una carenza cronica di posti letto e l’assenza di radiologi nei presidi periferici, dove la teleradiologia, seppur utile, non può sostituire la presenza fisica per indagini complesse in emergenza. Mancano ortopedici e chirurghi, mentre medici di base sempre più rari contribuiscono ad affollare le strutture di emergenza. Il Movimento punta il dito contro quella che definisce “una sanità costruita per proteggere carriere e rendite di posizione”, chiedendo una riorganizzazione profonda, che metta davvero al centro i servizi e i bisogni delle persone.

Il fronte politico, nel frattempo, si accende. Fratelli d’Italia, con l’assessore comunale Enrico Tucci, prossimo alla candidatura in regioneattacca duramente l’assessore Bezzini, accusandolo di nascondere la polvere sotto il tappeto. “Mentre Giani si fa fotografare tra robot chirurgici e bagni in piscina, i cittadini aspettano ore sulle barelle e non trovano risposte”, dichiara Tucci. Anche lui punta il dito contro le anomalie organizzative, le nomine poco trasparenti, le ambulanze usate per interventi non urgenti mentre mancano mezzi per le dimissioni. “Non è solo un problema di risorse, ma di gestione. La Regione deve spiegare come spende i soldi, non solo quanti ne ha”. Secondo Fratelli d’Italia, la percezione dei cittadini toscani è ormai chiara: si parla molto di sanità pubblica, ma l’esperienza concreta è di un sistema lento, macchinoso, inadeguato.

Nel frattempo, la Regione continua a ribadire la propria linea: investimenti strutturali, rinnovamento tecnologico, potenziamento dell’offerta territoriale. Ma per molti, a Siena e non solo, la distanza tra l’istituzione e la realtà resta profonda. Le Scotte rappresenta al tempo stesso il fiore all’occhiello e il punto critico di un sistema sotto pressione.

Il tema sanitario, più che un dossier tecnico, è diventato il campo di battaglia su cui si misurano visioni politiche diverse e confliggenti. Sarà proprio su questo terreno, tra ospedali, Case di Comunità, liste d’attesa e medici che mancano, che si giocherà una parte fondamentale della campagna elettorale. E Siena, città ospedaliera per eccellenza, sarà uno degli snodi decisivi del confronto.

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