Quattro candidature, nessun confronto, nessun programma. E la Liguria potrebbe insegnare?
Vediamo se la Liguria dice qualcosa anche a Siena. Il giorno dopo.
Oppure anche qui i “piddini” si fermano alla facile lettura che il campo largo è difficile; e gli elettori continuano a non capire la pericolosità di questa destra. Insomma mandano la palla nel campo altrui.
Riusciranno a capire che un partito diviso, che non riesce a far dialogare le proprie anime, a farle confrontare per tentare una sintesi, ma riesce solo portarle ad un congresso per contarsi, è un partito che non può attrarre alleati? E’ un partito respingente e non attraente?
Certo ha ragione Simone Vigni quando dice che quattro candidature vanno interpretate come una prova di vitalità. Ma quattro candidature per cosa? Silenzio! Assordante silenzio.
Soprattutto nessun confronto. Solo a distanza e a ben vedere nemmeno tanto. Si certo, c’è chi lo dice che occorre rimettere insieme i cocci: lo dicono sia “Ritroviamocipd” (Mazzini) che “Passione democratica” (Fabbrini) e anche il Vigni è lì. Peccato che non lo dica Salluce!
L’unita e la ricerca del confronto restano un buon proposito magari da declinare con stravaganti soluzioni istituzionali (un segretario calato dall’alto). Speriamo che qualcuno ci ragioni Davvero! Che provino davvero a rimettere insieme, a ritrovare insieme la passione.
Firme e voti. Alla fine andrà cosi? Il trenta di ottobre e qui.
Un partito ridotto così – a meno di uno scatto vitale – come pensa di fronteggiare il declino della Citta, del Paese e la sfiducia che si respira ovunque? Davvero basta essere il primo partito? Quello più votato?
Quanti pensano che saranno gli iscritti che si recheranno ai congressi dei circoli? Già, la stampa continua a parlare di congresso il 30 di novembre, ma il 30 novembre non ci sarà nessuna sala in cui saranno riuniti tutti insieme gli iscritti al Pd di Siena e neppure i loro delegati.
Non riescono neppure a raccontare le loro piccole storie. E’ un peccato, un vero peccato. E’ un momento difficile ma anche strano, dove la gente, il popolo, i cittadini si pongono interrogativi. Basterebbe esserci tra loro, ascoltarli e parlarci? Forse no, non è così facile far nascere e costruire relazioni di fiducia. Ma sarebbe un inizio…
Purtroppo la solitudine è il vero dramma di questa epoca.