Siena che cambia: città universitaria, migrante e sotto pressione immobiliare

La sfida di una città costretta a confrontarsi con nuovi equilibri sociali e opportunità di rinascita urbana

Nel primo approfondimento abbiamo evidenziato l’invecchiamento strutturale della popolazione senese, l’arretramento demografico nelle fasce giovanili e la crescente pressione sociale dovuta al mutamento della composizione familiare. Ma Siena è anche un’altra città: giovane nei flussi, aperta nei legami con l’estero, e sempre più sotto pressione sul fronte abitativo.

Siena città universitaria: risorsa viva ma fragile

Con quasi 17.000 studenti iscritti tra l’Università di Siena e l’Università per Stranieri, la città ospita una popolazione studentesca che costituisce circa il 30% dei suoi abitanti attivi. È una percentuale alta per una città di medie dimensioni e contribuisce in modo significativo al tessuto economico e sociale.

- Advertisement -

Gli studenti portano dinamismo, multiculturalità, iniziative culturali. Sono linfa per bar, librerie, spazi creativi, eventi. Ma questo apporto è sempre più precario: il caro-affitti e la scarsità di alloggi accessibili rischiano di erodere l’attrattività dell’ateneo. Le proteste degli studenti fuori sede sono ormai cicliche, e il rettore stesso ha lanciato più volte l’allarme.

L’università è una risorsa, ma non può vivere in equilibrio se non viene integrata in un progetto urbano e sociale di lungo periodo: uno studentato pubblico, politiche locali per calmierare gli affitti, collaborazione con la Regione e con l’ADI (Agenzia Diritto allo Studio) sono necessarie.

La nuova Siena migrante

In silenzio e senza clamori, Siena è diventata anche una città migrante. Secondo i dati regionali, quasi un residente su 9 è straniero. La provenienza è ampia: Romania, Cina, Albania, Senegal, Ucraina. Sono lavoratori, studenti, famiglie, bambini nelle scuole.

La particolarità senese è che molti stranieri non sono di passaggio. Hanno scelto di restare, stabilizzarsi, investire. Il 62% dei permessi di soggiorno sono di lungo periodo. I matrimoni misti aumentano, le imprese gestite da stranieri sono in crescita, e una fetta importante del lavoro di cura – colf, badanti, assistenti domiciliari – è garantita da queste presenze.

Ma l’equilibrio è delicato. I recenti flussi legati ai conflitti (Ucraina, Medio Oriente, Sahel) hanno riportato il tema accoglienza al centro. Siena ospita circa 1.100 migranti nei CAS, con richieste crescenti di integrazione scolastica e sanitaria. Il sistema regge, ma è al limite.

In futuro serviranno: investimenti in scuola multiculturale e mediazione linguistica;
politiche di accesso alla casa e al lavoro che non alimentino tensioni sociali; riconoscimento del valore economico e sociale dell’immigrazione stanziale.

Nodo abitativo: caro-affitti, sostituzione sociale e desertificazione

Il mercato immobiliare è il barometro di ogni cambiamento urbano. E Siena oggi mostra segnali contrastanti:

Affitti in forte aumento: 14–15 €/m² medi, con picchi di 18 €/m² nel centro storico. Una stanza per studenti può costare anche 360 € al mese. Prezzi di vendita in calo: da quasi 3.000 €/m² a meno di 2.900 €/m², a causa di stagnazione demografica e scarsità di compratori locali.

Boom turistico e affitti brevi: spinto da Airbnb, con una progressiva “turistificazione” del centro che riduce l’offerta abitativa per residenti stabili e studenti.

Il rischio è duplice. Sostituzione sociale nel centro: sempre più adatto solo a turisti o affitti di lusso. Segnali di desertificazione sociale nelle aree popolari, dove giovani coppie e migranti faticano a trovare una casa.

Serve una regia. Serve una politica abitativa urbana, non frammentata. Altri Comuni hanno già adottato soluzioni: studentati pubblici (come a Bologna); bonus affitti comunali per famiglie sotto ISEE; vincoli urbanistici sugli affitti brevi (come a Firenze e Milano).

Siena tra tradizione e trasformazione

Siena è una città complessa, con un’identità profonda, secolare, in cui la qualità della vita è ancora alta. Ma proprio perché è una città di equilibrio delicato, ogni variazione demografica o economica ha un impatto maggiore.

Oggi il rischio più grande non è il cambiamento, ma la sua gestione passiva. Ignorare i segnali, non pianificare, lasciare che siano solo mercato, trend o emergenze a guidare le scelte.

Al contrario, Siena potrebbe diventare un modello virtuoso: una città media capace di gestire flussi globali, università, inclusione e rigenerazione urbana senza perdere anima e coesione.

Un’agenda per il futuro (proposte concrete?)

Regolamentare gli affitti brevi con un registro cittadino. Costruire/riaprire studentati pubblici e creare accordi tra Comune e proprietari privati. Finanziare piani di housing sociale e rigenerazione urbana nelle periferie. Rendere permanenti le politiche di accoglienza diffusa, con reti scolastiche e sanitarie multilingue. Sostenere cooperative e imprese migranti, in agricoltura, artigianato e assistenza. Creare un “Osservatorio demografico urbano” per monitorare i cambiamenti e progettare soluzioni.

Siena non è ferma

È attraversata da forze nuove: giovani che studiano e poi se ne vanno, stranieri che scelgono di restare, famiglie che faticano a trovare casa. È tempo di dare forma a queste energie. Non basta custodire il passato: occorre disegnare il futuro.

Un futuro fatto di scelte. E la prima è riconoscere che Siena non è solo una città che invecchia, ma una città che può ancora rinascere. Se decide di farlo.

(2 – continua)

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version